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L’Inps introduce meccanismo premiale ai medici che revocano invalidità. “E’ contro il codice dentologico del medico”

Sui media è scoppiata la polemica contro l’indicazione contenuta nel Piano della Performance dell’INPS 2018-2020 di legare il premio di risultato dei medici che lavorano per l’Istituto alla revoca delle prestazioni d’invalidità civile, all’annullamento delle prestazioni dirette di malattia e alle azioni di surroga. Il documento della direzione dell’Inps, prevede che tra gli indicatori di efficacia dei medici – da considerare ai fini della “retribuzione di risultato” – ci sia il numero di “revoche prestazioni invalidità civili”. In pratica secondo il “Piano delle Performance 2018-2020” oggetto della determinazione, l’Inps riconoscerà un incentivo economico ai medici dell’area medico-legale in base a quante prestazioni per malattia e invalidità riusciranno a revocare. E la loro efficienza sarà valutata anche in base a quanto faranno “risparmiare” l’Istituto, tagliando o abbassando il grado di invalidità da riconoscere durante le visite di accertamento.
Contro questa indicazione operativa ai medici Inps, sono insorte le associazioni a tutela dei disabili ed, addirittura, l’Ordine dei medici e il Ministro della Salute, che hanno preso le distanze da obiettivi che contrastano con la deontologia professionale dei medici. L’INPS ha replicato difendendo le scelte assunte.

In realtà anche l’economicità delle misure restrittive indicate dall’Inps come obiettivo premiale da raggiungere, è tutta da discutere. E’ infatti impressionante il numero di ricorsi che l’Inps perde in tribunale, ricorsi che ne mettono in discussione le negazioni di invalidità e che condannano l’istituto a pagare.
“E’ esploso un moto spontaneo di ripulsa nei confronti dell’istituto guidato da Tito Boeri. Che il presidente dell’INPS sia estraneo a tutto questo è cosa impossibile visto che ha firmato la determinazione N. 24 del 13 marzo 2018 che contiene il Piano della Performance”
scrive in un nota l’Usb dell’Inps, che già nel 2014 la USB aveva denunciato il tentativo di fare cassa negando il riconoscimento dell’invalidità civile, anche a seguito dell’inasprimento dei parametri per l’attribuzione del grado di disabilità e la negazione delle prestazioni, con la scusa di colpire gli abusi. “Oggi in modo sfrontato l’INPS lega addirittura il premio di risultato agli obiettivi di contenimento della spesa, lanciando un messaggio inequivocabile a chi chiede prestazioni e a chi è chiamato a riconoscerle” scrive l’Usb, Una politica odiosa, attuata sulle spalle della parte più debole del paese”.

Durissimo il giudizio dell’Ordine dei Medici contro questa direttiva dell’Inps ai propri medici: Questo incentivo, se confermato, è un’aberrazione per la professione medica e segna il tradimento di principi costituzionali. Chiunque debba valutare, sappia che siamo contrari”. Filippo Anelli, segretario dell’OdM, spiega che “ci siamo sempre posti e ci poniamo come problema il fatto che gli strumenti di carattere manageriale-economicistici molto spesso confliggono con la professione, cioè non sempre rispondono a bisogni e obiettivi convergenti. E questo riguarda tanti aspetti, ma per i medici prima vengono gli obiettivi di salute, poi quelli economici”.

La stessa ministra della Salute, Giulia Grillo fa sapere di aver chiesto chiarimenti all’Inps Ho chiesto precisazioni a Inps sul “Piano delle Performance 2018-2020”, ma posso affermare che revocare prestazioni per raggiungere obiettivi economici viola il codice deontologico dei medici”.

Infine, in  giornata, ci è arrivata anche un comunicato dell’Associazione Medici dell’Inps (vedi sotto) che prende posizione contro il “Piano della performance” varata dalla direzione dell’Inps.

Si conferma così quanto sia stata sciagurata la decisione di aver messo un “bocconiano” a dirigere l’istituto nazionale che cura la previdenza sociale, una volpe messa a guardia del pollaio, e i risultati si vedono.

Qui di seguito il comunicato fattoci pervenire dall’Associazione Medici Inps- Fe.Me.Pa.

In riferimento alle notizie, trasmesse in questi giorni dagli organi di informazione, circa le incentivazioni ai Medici INPS in correlazione al numero di prestazioni revocate nell’ambito delle valutazioni medico-legali in materia di Disabilità, l’ANMI (Associazione Nazionale Medici INPS), rappresentativa della maggioranza dei Medici dipendenti dell’Istituto, con il presente comunicato intende ribadire la propria posizione.

La nostra Associazione, in occasione della presentazione alle OO.SS. del Piano della Performance 2018-2020 dell’INPS (Determinazione Presidenziale n. 24/2018) ha evidenziato tempestivamente come il documento, relativamente agli indicatori dell’Area Medico-Legale, ponesse rilevanti profili di incompatibilità con il dettato del Codice di Deontologia Medica oltre che esulasse da una equa e omogenea identificazione valutativa di invalidità e disabilità, ispiratrice dell’usuale operato professionale dei medici INPS.

 Riteniamo opportuno, inoltre,  precisare come MAI i medici legali INPS abbiano indirizzato il loro operato  al solo raggiungimento di obiettivi impropri  di mera incentivazione; pertanto respingiamo ogni accusa, più o meno velata, di chi vuole screditare per i più svariati motivi la nostra categoria, fornendo dati non reali. 

L’ANMI continuerà a opporsi fermamente, come ha sempre fatto, a qualsiasi ipotesi di impostazione valutativa della Performance che non tenga conto della necessaria e imprescindibile autonomia e terzietà dell’operato dei Medici INPS e continuerà a garantire, nei confronti delle fasce più fragili della popolazione, un servizio Medico-Legale scevro da qualsiasi condizionamento, pur nell’ossequio di indici di efficienza ed efficacia ai quali il ruolo medico-legale dell’Istituto si è sempre attenuto.

È necessario sottolineare che l’attività dei Medici INPS risponde, e continuerà a rispondere, esclusivamente ai criteri del rigore clinico-obiettivo e dell’appropriatezza scientifica della valutazione medico-legale, in particolare in materia di invalidità civile, adeguandosi scrupolosamente alle Tabelle di legge (DM 5/2/1992) e alle Linee Guida per l’Accertamento degli Stati Invalidanti che lo stesso Istituto, attraverso la sua componente tecnica, si è date. 

Abbiamo accolto positivamente il sostegno, a queste nostre proposizioni, da parte del Ministro Grillo, del Presidente FnomCeo Dr. Anelli e delle Associazioni rappresentative delle categorie dei Disabili i cui rappresentanti operano quotidianamente presso i nostri ambulatori e verificano direttamente la qualità delle nostre prestazioni Pertanto, attendiamo che l’Amministrazione si astenga dal proseguire sul percorso intrapreso rivalutando il Piano della Performance dell’Area Medica, nel rispetto dell’autonomia professionale dei medici che, peraltro, essa stessa ha riaffermato con la Determinazione Presidenziale n. 125 del luglio 2017 nella quale si esplicitano le caratteristiche peculiari del ruolo medico-legale dell’Istituto che risulta autonomo nell’operatività e, conseguentemente, responsabile delle specifiche attività mediche.

Dott. Francesco Ammaturo  Presidente ANMI- FEMEPA

La Segreteria Nazionale ANMI-FEMEPA

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