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Dinieghi di sabbia. Forme inattuali di resistenza dal Sahel

Non ci avrete più come schiavi. Non ci venderemo ai negrieri del nostro tempo. Non crediamo e non ci affidiamo alla vostra democrazia a punti e voti. Non siamo così obbedienti come pensate alle vostre leggi e decreti di uscita dalla crisi.

Non vogliamo più giustificare le trappole umanitarie che ogni volta proponete alle crisi che avete contribuito a creare. Non siamo affiliati al sistema di sorteggio globale che giudica i buoni e i cattivi ma dal vostro punto di vista. Non ci fidiamo più delle vostre finte e false promesse di collaborazione ugualitaria per un benessere condiviso ed equo per tutti.

Non ci dicono più nulla le vostre tecniche e neppure i sondaggi di opinione sulla compatibilità del nostro continente coi vostri parametri di sviluppo sostenibile. Non ci illudono più le ideologie che esportate come le epidemie attorno al continente. Non ci interessano le vostre politiche sui diritti umani che poi usate a piacimento per continuare a colonizzare il nostro futuro.

Non siamo più disposti ad arruolarci come militi ignoti nei vostri eserciti di conquiste volte a dare gloria e lustro alle armi sempre più sofisticate che continuate a produrre. Non ci interessa entrare a far parte del mondo che conta e che decide quanto devono durare gli accordi di pace e le guerre per procura di cui siete diventati gli specialisti.

Non siamo più disposti ad applaudire i vostri discorsi, programmi e piani di aggiustamento per nostre invendibili economie di mercato.

Non ci avrete più come vostri discepoli. Non ci fermeranno le barriere che avete eretto per ostacolare il nostro comune destino umano. Non ci lasceremo scoraggiare da coloro che vorrebbero mettere a tacere il grido silenzioso delle nostre sconfitte.

Non crediamo ormai più alle vittorie perché ciò che conta è quello che si butta via. Non ci lasciamo intimidire dalle vostre minacce di cartone perché ad avere paura siete soprattutto voi. Non ci interessano gli dei che avete scelti come legittimi rappresentanti diplomatici perché sanno troppo di denaro e di potere.

Non abbiamo timore di affrontarvi sul vostro stesso terreno perché, da tempo, non abbiamo più nulla da perdere se non la dignità che volevate trasformare in mercanzia.

Non ci interessano le vostre proiezioni demografiche e le classifiche sul reddito medio perché ricordiamo, forse meglio di voi, che la vita è fragile ed eterna come la sabbia di cui siamo fatti. Non scomodatevi più a darci consigli su come dovremmo scrivere o interpretare la storia perché gli eserciti e gli imperi non ci interessano.

Non vi prenderemo più come modello unico di civiltà e di cultura perché abbiamo capito che le parole vere hanno smesso di crescere nei vostri giardini di plastica. Non ci fidiamo delle vostra medicina che si occupa delle malattie e poi dimentica il malato e lo abbandona quando più avrebbe bisogno di compagnia.

Non permetteremo più che i nostri giovani siano traditi nei loro sogni abbandonati nel mare.

Non ci avrete più come segretari o notai della vostra civiltà. Non ci imbroglierete più col suono dei vostri pifferai e delle cornamuse del consumo per il quale avete venduto l’anima. Non accetteremo più di insegnare ciò che avete scelto per noi come necessario.

Non metteremo in vendita la nostra libertà per una manciata di diamanti e neppure per un posto accanto a voi nei libri di storia. Non ci accontenteremo più di quello che cade dalle vostre tavole imbandite perché preferiremo nutrirci della nostra povera ricchezza perduta.

Non fidatevi delle apparenze perché potremmo tradirvi proprio quando penserete di averci acquistati come soprammobili per i vostri musei. Non pensate di averci convinti sui principi universali delle vostre filosofie perenni che hanno smarrito il senso della vita.

Non continueremo a prendere per buone le notizie che vi preoccupate di dare su di noi, perché sappiamo ciò che più ci stà a cuore. Non ci affideremo più alle vostre scoperte scientifiche che ci allontanano dallo stupore dei nostri bambini. Non abbiamo più paura a dirvi di no quando non saremo d’accordo.

Non abbandoneremo mai l’umile consiglio della nostra sabbia per i vostri palazzi di arroganza. Non stupitevi se i sentieri della saggezza che avete cercato di cancellare diventeranno invece un cammino per tutti.

Non temete di rimanere soli tra voi perché verremo un giorno a farvi compagnia. Non ci avrete più come pretesto per chiudervi nella tristezza dei vostri muri di paglia.

 

 Niamey, 22 novembre 2020

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