Su Twitter, ieri, il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha suggerito ai seguaci della Rivoluzione Bolivariana di prepararsi alle celebrazioni in onore dell’Eterno Comandante, del quale ricorrono in questi giorni i 9 anni dalla morte, con il libro “Chavez presente!” del nostro prof. Luciano Vasapollo, prestigioso economista nonché esponente della Rete dei Comunisti e della Rete di artisti e intellettuali in difesa dell’umanità fondata da Fidel Castro.
Nonostante le numerose fake news, prodotte e diffuse dai media, e puntualmente smascherate, va riconosciuto che gli ultimi anni sono di importanza decisiva e cruciale per il futuro della Rivoluzione Bolivariana. Un’importanza pari a quella dell’anno 2002, quando l’entusiasmo, la decisione e il sentimento di solidarietà popolare spinsero migliaia di venezuelani in piazza per liberare il comandante Chávez e cacciare il golpismo di Carmona.
Per questa ragione, i prossimi anni saranno quelli decisivi, in cui la Rivoluzione Bolivariana e il popolo venezuelano, che l’ha sempre sostenuta, cercheranno di imporre la propria storia, democrazia partecipativa e guida, un programma basato su giustizia sociale, proposte innovative, nuova sovranità. Un programma chevvediamo in via di realizzazione in tutte le conquiste ottenute in questi anni.
Il socialismo bolivariano uscirà dalla fase di transizione per iniziare la costruzione definitiva del socialismo del XXI secolo.
La proposta politica per costruire una società basata sulla democrazia partecipativa, dove il popolo sia protagonista, sarà lo slogan principale del movimento bolivariano in questi anni in cui i venezuelani saranno chiamati a decidere il futuro del Venezuela e consacreranno la forza popolare, cioè il sentimento di coscienza di classe e politica che si sono formate negli ultimi anni, nei quali le sofferenze causate dalla guerra economica, le pressioni psicologiche, i sabotaggi dell’economia, sono state nuovamente risolte con la creazione e lo sviluppo delle missioni sociali, delle grandi missioni e dei comuni.
Elementi effettivi di quel potere popolare che il comandante Hugo Chávez e, successivamente, il presidente Nicolás Maduro hanno costruito e difeso per garantire la continuità della sovranità territoriale, politica ed economica del Venezuela e, così, sviluppare la costruzione del socialismo del 21° secolo.
L’attacco che l’imperialismo statunitense ha promosso contro il governo e il popolo bolivariano, con la complicità dei governanti dell’UE, di fatto ha imposto al governo bolivariano e al presidente Nicolás Maduro l’obbligo di ripensare e organizzare un nuovo modello di economia alternativa. L’improvviso calo del 63% del prezzo di un barile di petrolio nel 2014 ha creato indirettamente le condizioni per spezzare il cordone ombelicale che legava lo Stato bolivariano alla realtà del modello di economia capitalista. Un modello ereditato dai governi di AD e Copei, che ha privilegiato i rapporti con le multinazionali e il sistema delle importazioni.
La rottura con il modello capitalista ereditato dal passato è oggi assolutamente necessaria. D’altronde è un modello che non offre alcun tipo di affidamento in quanto vittima della manipolazione finanziaria orchestrata da Wall Street, che ora ha un rappresentante diretto alla Casa Bianca.
Non si tratta di radicalizzare il contesto per essere in linea con i dettami ideologici del socialismo degli anni Venti. Al contrario, si tratta di trovare un modus vivendi per resistere alla crescita in termini economici. In breve, si tratta di sostituire le importazioni con la creazione di un mercato interno efficiente. Significa modernizzare alcuni settori dell’industria statale e privata, che per produrre devono importare materie prime e altri articoli accessori perché non hanno mai voluto creare i propri impianti industriali.
La logica della nuova economia ha cominciato ad essere pensata e coordinata nel 2016 dal presidente Nicolás Maduro e dai suoi collaboratori, quando è diventato chiaro che l’80% degli imprenditori del settore privato erano complici di sabotaggi economici organizzati e controllati dalle antenne della CIA.
Per questo il presidente Maduro ha organizzato diversi gruppi di lavoro che sono riusciti a progettare e rendere realtà strutture commerciali in grado di distribuire cibo, soprattutto nei nuovi quartieri popolari.
Si tratta dei Comitati Locali per l’Approvvigionamento e la Produzione (CLAP) che nel 2017 hanno garantito cibo in abbondanza a quattro milioni di poveri venezuelani che vivono nei nuovi quartieri delle case popolari. Un’esperienza positiva che dovrà essere progressivamente estesa agli altri quartieri proletari e alle frazioni dove sono già presenti piccoli supermercati, purtroppo in condizioni quasi di bancarotta a causa della guerra economica e del sabotaggio economico.
Questi piccoli supermercati privati, infatti, non ricevono più prodotti alimentari dalla rete Polar, che era il gruppo che monopolizzava la distribuzione di tutti i supermercati, privati e pubblici, in Venezuela.
È stata suggerita la nazionalizzazione di questi piccoli supermercati, dimenticando che ciò avrebbe infiammato ulteriormente i rapporti tra l’opposizione e il governo. Allo stesso tempo, avrebbe scatenato un nuovo attacco mediatico, da giornali, radio e televisioni private “per difendere i piccoli proprietari dalla collettivizzazione forzata del regime comunista di Maduro”.
Verificata l’insolvenza delle grandi reti di distribuzione private, la soluzione ideale è stata quella di poter riciclare questi piccoli supermercati, prevalentemente a conduzione familiare e ubicati in quartieri popolari.
In che modo?: a) acquistare prodotti, principalmente da piccole e medie industrie, senza passare per intermediari; b) acquistare prodotti agricoli direttamente da cooperative agricole e agricoltori; c) ricevere dai CLAP i prodotti che lo Stato importa e che devono essere rivenduti a prezzi controllati. L’obiettivo non è la collettivizzazione del barbiere, della tappezzeria, dell’officina meccanica, del minimarket e altri. Obiettivo centrale della nuova economia è sostituire le reti distributive private con quelle formate da cooperative e CLAP.
In questo modo la maggior parte delle persone che lavoreranno avrà un circuito di vendita con prodotti vari, di qualità a prezzi accessibili a tutti. Nel frattempo, nei quartieri residenziali di Caracas orientale, La Polar continuerà a vendere i suoi prodotti a prezzi esorbitanti. Ecco perché lo sviluppo dei CLAP e le altre iniziative intraprese dal governo (Gran Misión Abastecimiento Soberano, Plan de Siembra, Ferias del Campo Soberano y Movimiento Somos Venezuela) hanno permesso di garantire l’approvvigionamento alimentare, con prodotti nazionali ed esteri, a circa cinque milioni di venezuelani. Un’esperienza che ha inferto un duro colpo al contrabbando e alla speculazione.
Per questi motivi, per continuare la guerra economica hanno dovuto ricorrere ad agenti internazionali: le sanzioni e il blocco finanziario di Stati Uniti e Ue. La decisione di Trump e dopo anche di Biden di strangolare il governo bolivariano con sanzioni finanziarie è però riuscita a scoprire nuove opportunità commerciali che, nell’immediato futuro, consentiranno all’economia venezuelana di diventare indipendente da Wall Street e dalle banche centrali della distribuzione statunitense.
Alla fine, il principio della concorrenza capitalista si rivolterà contro coloro che hanno applicato letteralmente il diktat imperialista. Sempre avanti con la rivoluzione! Chavez presente! Viva Maduro, il nostro compagno Presidente!
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