“L’otto io lotto, ma non solo”. Il 3 dicembre ci sarà a Roma un’assemblea all’Universita (16.30 Università Sapienza – Scienze politiche) dei lavoratori del commercio. L’iniziativa è in preparazione dell’8 dicembre, giornata festiva e scadenza a cui, dopo alcune riuscite iniziative dei mesi scorsi, il sindacalismo conflittuale e diverse realtà dei movimenti sociali stanno lavorando in molte città.
Il settore del commercio è caratterizzato da bassi salari, forte precarietà, flessibilità totale e completa disponibilità alle esigenze delle aziende. Una condizione oggi aggravata dalla pretesa di annullare le domeniche e le festività. Per le lavoratrici e i lavoratori del commercio il calendario non ha giornate segnate in rosso, le festività non esistono. La disponibilità a lavorare deve essere totale, a comandare è la sola logica dell’interesse economico delle direzioni aziendali.
“Questa condizione è paradossale: in un paese dove crescono ogni giorno i senza lavoro – si legge in una nota a firma di Usb – chi un lavoro ce l’ha è costretto a lavorare anche la domenica. Grazie all’obbligo del part-time (cioè al mezzo salario), infatti le aziende si garantiscono la possibilità di strozzare i lavoratori, imponendogli di lavorare durante le festività pur di arrotondare gli stipendi da fame”.
È la logica dello sfruttamento selvaggio, senza freni né controlli. Si tratta di una pratica in uso soprattutto nei centri della grande distribuzione. I centri commerciali hanno strozzato il piccolo commercio (lo dice la Confcommercio), distruggendo centinaia di migliaia di posti di lavoro (ogni posto nella GDO significa sei posti in meno nel piccolo dettaglio) e moltiplicando il lavoro precario. Organizzano: USB (Unione Sindacale di Base), CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario), Anomalia Sapienza, Tilt, Cinecittà Bene Comune
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