Lettera aperta al Movimento Cinque Stelle
L’arresto di Raffaele Marra e prima ancora le indagini aperte sull’ex assessore Muraro, sono la conferma delle ombre sulle scelte imposte dalla e alla sindaca Raggi nella formazione dello staff che deve guidare l’amministrazione comunale di Roma. Non sono state un fulmine al ciel sereno.
Nei mesi scorsi erano state numerose, nella città e dentro lo stesso M5S, le opposizioni a nomine o conferme di dirigenti che andavano in tutt’altra direzione rispetto a quella richiesta di discontinuità e cambiamento che ha portato la Raggi e il M5S al governo di Roma.
E’ evidente come dentro gli apparati amministrativi comunali e nelle aziende municipalizzate cerchino di sopravvivere con ogni mezzo cricche di potere interessate solo agli affari. Questi gruppi d’affari hanno trovato nello staff della sindaca Raggi ascolto e protezione, fino all’ultimo.
Ancora prima delle elezioni di giugno, le reti sociali che operano nelle periferie, tra i lavoratori e le lavoratrici, tra gli operatori sociali dei servizi, avevano manifestato con forza, anche in Campidoglio, la volontà di spazzare via gruppi di interesse che hanno portato al degrado la città, agevolato gli interessi privati nella gestione dei servizi pubblici, spolpato le risorse comunali che dovevano essere destinate alle esigenze popolari.
Vogliamo ricordare che nel giugno del 2015, proprio insieme al M5S, avevamo tenuto una partecipatissima assemblea popolare sulla piazza del Campidoglio per chiedere le dimissioni del sindaco Marino, diventato una foglia di fico che copriva il malaffare dilagante grazie al Patto della Carbonara tra destra e Pd, e portato solo molto parzialmente alla luce dall’inchiesta su Mafia Capitale. Ma vogliamo anche ricordare che mentre una parte del M5S ha vissuto positivamente quel confronto e quella contaminazione con le realtà sociali delle periferie e con i sindacati di base dei lavoratori, un’altra parte l’ha avversata prima, durante e dopo.
Nelle elezioni di giugno, si è manifestata concretamente l’aspettativa delle periferie e dei lavoratori per una rottura totale con la giunte precedenti – di destra o di centro-sinistra – e con la supremazia dell’affarismo rispetto alle priorità sociali di questa città. Il programma su Roma del M5S più di altri ha corrisposto a tale aspettativa.
Trascorsi cento giorni dall’insediamento della giunta Raggi, siamo tornati in Campidoglio con una partecipatissima assemblea popolare il 4 ottobre scorso, alla quale abbiamo chiamato al confronto sia la giunta che i consiglieri comunali, proprio per discutere insieme se i primi passi fatti dalla amministrazione corrispondessero o meno a quel programma e a quella aspettativa. La risposta è stata la chiusura della Sala della Protomoteca ordinata proprio dal dott. Marra e il veto imposto dalla sindaca Raggi e dal suo staff alla partecipazione di assessori o consiglieri comunali a quella assemblea popolare (tenutasi poi sulla scalinata). Una pessima ma significativa risposta.
Nelle settimane successive abbiamo proceduto a organizzare alcune assemblee popolari nei Municipi alle quali hanno partecipato – lì dove è stato possibile – anche gli amministratori municipali del M5S per articolare il confronto sui punti di programma anche sui territori, mentre i segnali che giungevano dalla giunta comunale in Campidoglio continuavano ad oscillare tra l’inerzia, lo scantonamento e la chiusura.
Riteniamo che il M5S a Roma oggi debba fare fino in fondo i conti con la giunta Raggi ma anche – e soprattutto – con le istanze sociali e popolari che da sei mesi chiedono che si dia attuazione al programma presentato dal M5S in campagna elettorale.
Ci sono alcuni punti che più di altri hanno la potenzialità di segnalare discontinuità con il passato e rottura con i comitati d’affari prosperati dalla collusione tra destra e Pd nelle amministrazioni comunali precedenti:
1) Mettere mano al debito del Comune di Roma separando quello reale da quello ereditato verso le banche da operazioni speculative (vedi i Punti Verdi Qualità) e procedere all’audit pubblico con la città. In secondo luogo rimettere in discussioni i vincoli del Patto di Stabilità imposto da governo e Unione Europea, che impediscono l’uso delle risorse disponibili per investimenti e provvedimenti finalizzati al benessere sociale;
2) Fermare le privatizzazioni delle aziende municipalizzate e reinternalizzare i servizi comunali esternalizzati che si sono rivelati molto più costosi ed hanno alimentato il verminaio degli appalti;
3) Revocare le convenzioni dei Piani di Zona che si sono dimostrati una speculazione privata con concessioni, terreni e fondi pubblici a danno delle famiglie alle prese con i problemi abitativi. In secondo luogo sanatoria delle case occupate e requisizione dell’immenso patrimonio immobiliare inutilizzato per far fronte all’emergenza abitativa;
4) Organizzazione del ciclo dei rifiuti attraverso il coinvolgimento dei lavoratori dell’Ama e della gente dei quartieri per gestire la raccolta differenziata e mettere fine al business su inceneritori e discariche;
5) Salvaguardare gli spazi sociali e culturali attivi nella città stoppando gli sgomberi che stanno desertificando sul piano sociale, culturale e associativo interi territori e avviando, come fatto a Napoli, una delibera che valorizzi e non monetizzi i beni comuni.
6) Avviare nei Municipi e a livello comunale meccanismi di vera partecipazione e coodecisione popolare sulle scelte che attengono alla città e ai territori, in un continuo confronto con gli amministratori. Solo così sarà possibile mettere il rilancio delle periferie al centro dell’agenda di governo di Roma.
Questi erano i punti che abbiamo discusso insieme al M5S nel giugno del 2015 in Campidoglio, questi sono i punti su cui si è attivata nella città una vastissima rete di comitati, associazioni, realtà sociali e sindacali di base, questi sono i punti su cui ci saremmo voluti confrontare con la giunta e i consiglieri comunali il 4 ottobre scorso.
Su questi punti intendiamo incalzare e confrontarci con la Giunta comunale. La Giunta Raggi fino ad oggi ha reso impossibile questo percorso. I personaggi di cui si era circondata confermano che non è stato solo per inesperienza. Chiediamo al M5S di Roma di essere parte attiva di questo confronto sia a livello comunale che nei territori. Se questo sarà un percorso possibile riteniamo che le esigenze popolari e democratiche nella nostra città ne trarranno beneficio. Se si sceglierà la strada della chiusura, vorrà dire che i Marra e i Muraro hanno vinto e la possibilità del cambiamento ha perso.
Riteniamo che la “buona amministrazione” non basti. Solo una alleanza tra amministratori e le organizzazioni sociali degli abitanti e dei lavoratori può veramente cambiare il passo, il volto e le scelte decisive di questa città. Senza più fare sconti a nessuno.
Roma, 19 dicembre 2017
https://carovanaperiferie.wordpress.com/
Foto di Patrizia Cortellessa
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa