La carovana delle periferie parte da Tor Sapienza. 10 gennaio 2015 ore 11 assemblea in viale Giorgio Morandi
È da Tor Sapienza che parte l’atto d’accusa delle periferie della capitale al sistema affaristico, malavitoso e parassitario che sta affamando gli abitanti della città. La Torre che dà il nome al quartiere, anticamente si chiamava Sapienza Nuova ed era stata affidata ad un gruppo di studenti. Questo angolo della città nasce quindi come centro di cultura e di sapere. Poi negli anni venti del secolo scorso un ferroviere antifascista realizzò la Cooperativa Tor Sapienza dell’Agro Romano e costruì le prime abitazioni popolari.
Tor Sapienza vanta un’origine di centro culturale, costruito da lavoratori e cresciuto sui valori dell’antifascismo. Nelle scorse settimane invece è stato descritto come un quartiere razzista che dà la caccia all’immigrato e sostiene le esibizioni odiose della destra xenofoba. I media hanno partecipato alla costruzione di questo stereotipo e la politica si è preoccupata di spostare il centro di accoglienza, tornando a dimenticare il quartiere per le sue tante sofferenze. Poi l’inchiesta giudiziaria su Mafia Capitale ha messo in luce come il sistema degli affari sui centri di accoglienza fosse collegato agli stessi attori che promuovevano le proteste, in un circolo infernale che favorisce la guerra tra poveri e lascia le periferie abbandonate a sé stesse.
Non solo. Proprio sul disagio sociale, sulle tante difficoltà e povertà che crescono nella periferia romana, che è ormai più del 70% della città, si lucrano affari milionari. Più la gente sta male e più crescono i guadagni del sistema affaristico e parassitario. Emergenza abitativa, servizi alla persona, protezione dei rifugiati, raccolta dei rifiuti, lavori di pulimento sono tutte attività su cui si sono ottenuti incredibili guadagni, mentre chi ci lavora porta a casa salari di fame e i servizi per i cittadini sono spesso di pessima qualità.
In questa città spremuta, sfruttata e nello stesso tempo abbandonata si cala poi la paradossale scelta del governo Renzi di mettere in vendita tutto il patrimonio di case popolari. Piove sul bagnato, non solo non intervengono a combattere disagi ed esclusione sociale, ma ci cacciano di casa. La misura è colma, la periferia non può rimanere a guardare.
È ora di mandare un avviso di garanzia a chi governa la città, una notifica formale che gli abitanti delle periferie stanno indagando su di loro. Non sono gli aspetti giudiziari che ci appassionano. Ci interessa mettere in evidenza come le privatizzazioni dei servizi, la politica degli appalti (spesso al massimo ribasso), la precarizzazione del lavoro, i bassi salari, gli sfratti e i costi altissimi degli affitti, la perdita del lavoro si traducano ormai in una condizione inaccettabile di vita nelle tante periferie della città. Una condizione alla quale ci avete portato con il vostro malaffare e la connivenza con il mondo che sta in alto, quello dei costruttori, della finanza e della rendita.
Per uscire da questa situazione ci propongono le Olimpiadi. Una nuova scelta lontana dagli abitanti della città e solo finalizzata a far soldi, a costruire altro cemento inutile per attirare aziende che arrivano a Roma, prendono tutto quello che possono e poi volano altrove.
Noi, abitanti delle periferie di Roma, diciamo Ora Basta! Basta con altra speculazione, basta con altri comitati d’affari, basta con altre promesse di rilancio che si traducono sempre, come i Mondiali di calcio, come il Giubileo, come i Mondiali di Nuoto, in una rapina ai danni della città.
Vogliamo costruire la ribellione delle periferie che obblighi a mettere le periferie al centro della città e della sua agenda di cose da fare. La rabbia che coviamo da anni vogliamo trasformarla in una grande forza di massa per costruire una mobilitazione della città di sotto. Un movimento che metta insieme i quartieri e le piattaforme sociali che chiedono rigenerazione urbana, servizi e lavoro. Sappiamo che l’Europa ha stanziato Fondi per affrontare queste disparità territoriali e sociali e non sopportiamo che a gestirli sia ancora una volta il Mondo mezzo.
Vogliamo partire da Tor Sapienza. Cominciare da lì la carovana e il processo. La carovana delle periferie ed il processo al governo della città. Questo movimento deve unire i quartieri e le persone, deve rompere l’isolamento ed accumulare forza. Deve mettere in moto un’onda impetuosa destinata ad abbattersi su un sistema ormai senza alcuna credibilità. Il processo deve servire a raccogliere tutti gli atti d’accusa che ogni territorio scriverà contro chi governa ed ha governato Roma.
Partiamo da Tor Sapienza che volevano far diventare simbolo della rabbia razzista e che invece rappresenta il punto di partenza del riscatto delle periferie. È lì che celebriamo la prima udienza del processo e il primo grido di indignazione.
#romaripartedatorsapienza
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