Incontro con Raúl Zibechi
«Fare secessione non significa rompere con il territorio nazionale ma con la geografia esistente e disegnarne un’altra, discontinua, intensiva, come un arcipelago – e dunque andare incontro ai luoghi e ai territori che ci sono vicini, anche se bisogna percorrere 10.000 chilometri».
Raúl Zibechi, nato a Montevideo, è conosciuto a livello mondiale soprattutto per la sua attività di giornalista, ma è anche uno scrittore che studia, racconta e accompagna il cammino dei nuovi movimenti de los de abajo in tutta l’America Latina. Nei suoi scritti più recenti, occupandosi sia di lotte indigene che di lotte prettamente metropolitane, ha individuato alcuni nodi che, a nostro avviso, concernono tutte le lotte che, ovunque, oggi, per combattere il capitalismo, si misurano con la questione del territorio e delle forme di vita.
Nell’ipotesi di Zibechi a noi sembra che sia il territorio ad essere il “soggetto” delle lotte poichè non è pensato e vissuto in maniera neutra, ma in quanto abitato da una fitta rete di relazioni, affetti e modi di organizzare la vita che, quando entrano in resistenza, costruiscono mondi eterogenei alla realtà capitalista. Sono queste forme di vita che allo stesso tempo costituiscono le forme di organizzazione della lotta e che, perciò, si possono dire autonome.
Da tempo aspettavamo l’opportunità di un viaggio di Zibechi in Italia per incontrarci e capire insieme cosa significa nei nostri territori pensare e praticare un’ ipotesi di lotta territoriale che abbia al centro non una serie di semplici rivendicazioni, ma quello che in Centro e Sud America si chiama buen vivir. E’ evidente che per noi non si tratta di cercare ispirazione in un modello, ma di qualcosa che sentiamo ci riguardi da vicino.
Giovedì 3 settembre avremo finalmente questa possibilità. L’incontro, pubblico, aperto a tutti, si terrà in piazza Persiani Nuccitelli, un luogo che cerchiamo di sottrarre al consumo e di usare come spazio di convivialità. A seguire abbiamo organizzato una grande cena a sottoscrizione libera per conoscerci, immaginare e continuare a discutere.
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