Mi sono messa a leggere il giornale:
“Arriva al governo nominato dal Quirinale senza passare per le elezioni. È il più giovane presidente del Consiglio della storia d’Italia (ha solo 39 anni). È diretto fino alla sgradevolezza, tattico e volitivo al tempo stesso. Dice che vuole fare una rivoluzione. È appoggiato dai poteri forti, editori di giornali e dalla finanza che conta. Odia vecchie e superate categorie come destra e sinistra. Vuole fare in fretta una riforma elettorale maggioritaria che lo blindi in Parlamento.”
Non mi sono accorta di nulla finché non ho guardato la data: 30 ottobre 1922.
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