L’aver trasformato i quotidiani in rotocalchi ha spesso aspetti grotteschi, come quando s’investiga sui Rolex che una subrette avrebbe fatto sparire per dispetto del calciatore da cui si sta separando.
Stavolta invece il fatto è grave, perché riguarda una giovane donna di cui si fa nome e cognome, si indica l’età, il nome della madre, il nome di un fratellino nato da una relazione della madre, il luogo in cui vive, e, in pieno stile da giornale scandalistico, si pubblica addirittura una sua foto.
Il fatto che sia la figlia di un superlatitante – che tanto latitante pare proprio non sia mai stato, ed è su questo che l’attenzione della stampa si dovrebbe concentrare – non autorizza nessuno a violare la sua privacy.
Che vada o non vada a trovare in carcere il padre biologico sono problemi suoi. Anche se ci andasse la cosa non avrebbe nessuna rilevanza. Anche se avesse aiutato il padre durante la latitanza non sarebbe reato, perché i famigliari non sono imputabili di favoreggiamento.
Nel caso poi che la giovane donna di cui si fanno solo pettegolezzi stia vivendo un dramma interiore sulla figura non certo pregevole del padre, questa intrusione nella sua vita è da considerarsi alla stregua di una molestia, di stalking a mezzo stampa, che non fa certo onore alla redazione di Palermo di un noto quotidiano nazionale.
Se è questo il modo per incrementare le vendite locali, siete davvero disperati.
Piantatela. Lasciatela in pace.
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