Una delle più esilaranti parodie di Maurizio Crozza è quando, impersonando Flavio Briatore, gli fa dire che i poveri inquinano, perché le loro auto sono lente, consumano e creano ingorghi ai caselli autostradali. Mentre lui, che con le sue auto di lusso, da casello a casello ci mette un lampo e passa senza creare code, abbatte l’inquinamento.
Ecco prendete questa visione satirica del mondo reale, capovolgetela e avrete l’ultima trovata retorica di Meloni.
“Abbassare le accise favorirebbe i ricchi che di benzina ne comprano di più e quindi risparmierebbero di più di quelli che faticano ad arrivare a fine mese”.
Meloni è una che il ridicolo non si accontenta di sfiorarlo…. Lei il senso del ridicolo lo imbocca contromano a tutta velocità e gli si schianta contro.
Affermare che l’aumento del costo della benzina sia solo un problema della cilindrata di un’auto e non invece dell’intero sistema della grande distribuzione italiana è da dilettanti.
Se è vero che oltre l’80 per cento delle merci di largo consumo viaggia su gomma, l’aumento dei carburanti, combinato con l’aumento del prezzo dei pedaggi autostradali, significa l’automatico rincaro dei prezzi sulle bancherelle dei mercati, sugli scaffali dei supermercati, alla cassa del negozietto sotto casa, rincari che sono già enormi.
“L’impennata dell’inflazione pesa sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa dell’effetto valanga dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole”. Lo dice Coldiretti (https://italia-informa.com/coldiretti-inflazione).
Quei 13 miliardi sono all’incirca la metà della prima manovra finanziaria varata dal governo, che non ha voluto bloccare le accise sui carburanti.
La realtà sociale del paese sfugge ai ciarlatani della comunicazione di Palazzo Chigi, o per meglio dire glene importa poco. La verità sta nell’aumento medio del 9,1% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande nel 2022 rispetto all’anno precedente.
Secondo l’analisi Coldiretti/Censis il 72% degli italiani fa ormai solo acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.
Quella che costa più di tutto è la verdura, poi ci sono pane, pasta e riso, a seguire la carne e i salumi, al quarto posto la frutta che precede il pesce, poi il latte, i formaggi e le uova e infine l’olio e il burro. È proprio il famoso cibo made in Italy che tanto eccita la propaganda governativa.
Chissà se “er cognato”, ministro dell’agricoltura, è a conoscenza che – secondo la Coldiretti – l’intera filiera agroalimentare sta con l’acqua alla gola: l’agricoltura italiana subisce aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.
Dire roboanti castronerie è nel Dna della destra di origine fascista, come quando c’era Lui che voleva spezzare le reni alla Grecia o fermare l’invasione sul bagnasciuga (linea di galleggiamento dello scafo delle barche).
Però dire che bloccare le accise della benzina favorisce i ricchi è sensazionale. Dà l’idea di quello che ci si può aspettare dall’attuale governo.
Magari qualcosa di più serio e concreto della pezza che Giorgetti ha cercato di cucire per mettere una toppa alla toppata di Meloni.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Pasquale
Questa è gente che se ne fotte di tutti e tutto.