Si racconta di quella sera che al Teatro Brancaccio di Roma, Ettore Petrolini interruppe lo spettacolo, avanzò in proscenio verso la platea e rivolto alla galleria, dove uno spettatore aveva più volte disturbato la rappresentazione, gli disse: “Io non ce l’ho con te, ma con quello che ti sta a fianco che non t’ha ancora buttato di sotto”.
Quando oggi al il presidente del Senato della Repubblica, nata grazie alla irreversibile sconfitta del fascismo, ha pronunciato un comizietto da anziano missino, infarcito di retorica, di ipocrisia e di vera e propria mistificazione storica e politica, è risultato subito chiaro che non era colpa sua, ma di quegli sciagurati di Calenda e Renzi, il cui gruppo parlamentare ha permesso, con i suoi voti, che venisse nominato al ruolo di seconda carica dello Stato.
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Manlio Padovan
per arrivare alla imperdonabile ipocrisia di festeggiare la data in cui gli alpini che portarono la guerra in Russia alla faccia dell’art. 11 della Costituzione diventata, ora sì, puro pezzo di carta con tacito accordo del garante..