L’Italia non è un paese, è un sogno. O forse un incubo. Comunque qualcosa che esiste solo in una realtà parallela al comune senso del ridicolo.
Alfredo Cospito, da 103 giorni in sciopero della fame, dimagrito di oltre 40 kg, ormai incapace di alzarsi in piedi, verte in una condizione che lo rende incompatibile con il regime di carcere duro al quale è sottoposto.
Gli appelli in favore di un intervento umanitario si moltiplicano, il governo la butta in cagnara evocando il terrore anarchico che dilaga per le strade. Che fa l’autorità penitenziaria?
Da Sassari, dove era detenuto, decide di spostare Cospito nel carcere milanese di Opera perché lì ci sono le strutture sanitarie che, in caso di bisogno, potrebbero salvargli la vita.
O allungargli l’agonia, visto che il detenuto Cospito ha detto ormai in tutte le lingue che rifiuterà ogni forma di alimentazione forzata.
Una situazione paradossale e orrenda, che se fosse capitata in Turchia, in Russia o in un altro paese che ci sta sul cazzo avremmo appeso striscioni fuori da tutti i municipi.
* da Facebook
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ANNA
o in Venezuela, Cuba….
Manlio Padovan
Ciò che mi meraviglia è di sentire notizie su Cospito, ma mai sul fatto che né stato condannato per “strage” senza che alcuna strage ci sia mai stata.
Non capisco. E non mi pare che sia argomento di secsndaria importanza.