Sulla RAI è andata in onda la propaganda di guerra di Zelensky, che solo una cosa ha detto con chiarezza: nessuna mediazione, no anche a quella del Papa, nessuna trattativa di pace prima della vittoria in guerra. Armi e guerra, guerra e armi.
Attorno al presidente ucraino la stampa italiana a reti e giornali unificati, belante e guerrafondaia al tempo stesso. Belati di guerra.
Uno spettacolo indegno anche per una democrazia largamente compromessa come la nostra. Un show da vomito che dimostra semplicemente che tra viltà e menzogne ci stanno portando dritti dritti alla terza guerra mondiale.
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Andrea Vannini
Abbiamo, per ora, solo una arma per contrastare la guerra voluta dall’ U-ccidente: firmare per il referendum e moltiplicare e radicallizzare le mobilitazioni e le lotte. I fascisti ucraini e usa nato ue vogliono la guerra. Per una trattativa, una tregua, una soluzione diplomatica bisogna essere in due. Non esiste. Bisogna auspicare la vittoria russa. Come nel 1945: hitler si suicidò e Berlino dovette essere distrutta.
Eros Barone
La foto è eloquente: mostra il gladiatore assieme ai lanisti. Manca però l’imperatore che, oltre ad essere colui per il quale combatte il gladiatore e si affaccendano i lanisti, è colui che ha commissionato l’allestimento dello spettacolo armando il primo e mobilitando i secondi affinché lo spettacolo riesca nel modo più sanguinoso e più istruttivo. Sta di fatto che l’arroganza da ‘miles gloriosus’ del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha superato ogni limite: non si accontenta più di dettare l’agenda politica della Ue e del Vaticano (straordinario quel Papa che, al termine di un’udienza durata solo quaranta minuti, gli ha donato un ramoscello di ulivo…), ma pretende di orientare, lui che è solo una mosca cocchiera, l’intera politica dell’Occidente. Del resto, Volodymyr Zelensky è un filo-nazista, non perché così è stato bollato da Putin, ma perché una parte del suo popolo è tale, anche se in modo tacito, mentre i miliziani del battaglione Azov sono filo-nazisti apertamente, essendo inglobati nell’esercito regolare ucraino e costantemente magnificati dal loro presidente. Non a caso, pochi mesi fa il suo governo ha votato contro l’annuale risoluzione Onu che condanna l’esaltazione del nazismo: l’aveva già fatto l’anno precedente, insieme agli Usa, mentre in quest’ultimo caso Kiev ha ottenuto il consenso dei principali Paesi europei, Italia inclusa. Sennonché il gladiatore, come prevede il copione, è lì per ‘combattere’ e i lanisti sono lì per allenarlo e sostenerlo. Sarà bello vedere che cosa accadrà quando committenti e manutengoli vari si accorgeranno che i popoli europei non sono disposti a pagare qualsiasi prezzo per assistere allo spettacolo.
Pantera
Il nazista Zelensky durante la sua visita in Italia e in Vaticano, ieri ha indossato una felpa nella quale era raffigurato il tridente con la spada, simbolo dei nazifascisti dell’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) durante la Seconda Guerra Mondiale e dei neofascisti di Pravyj Sektor.
“Se si fa attenzione si nota che quello sulla maglia di Zelensky non era il tridente simbolo nazionale ucraino. Nel simbolo nazionale ucraino non c’è la spada, che invece caratterizza il simbolo dei filonazisti dell’OUN, riabilitati dopo Euromaidan, e in quello dei neofascisti di Pravyj Sektor”, fa notare Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista S.E.
“Zelensky ha scelto una maglia nera col simbolo neonazista come omaggio a Giorgia Meloni? Al Presidente Mattarella chiedo se non si sente offeso dall’ostentazione di un simbolo fascista?”, continua Maurizio Acerbo.
Credo che a pochi tra i commentatori mpegnati a raccontare la visita del leader di Kiev che ci ha deliziato della sua presenza sia venuto in mente di far notare che il vessillo sfoggiato sulla sua felpa non era lo stemma ucraino ma quello di una formazione nazista. Forse erano troppo attenti a riportare correttamente il suo verbo per notare questo particolare.