Secondo il ministro degli esteri Antonio Tajani, “L’Italia è per la soluzione due popoli e due Stati, ma il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele”.
Secondo la presidente del consiglio Giorgia Meloni, “Il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, può addirittura essere controproducente per l’obiettivo”.
Visto che il popolo palestinese, sia a Gaza che in Cisgiordania, è sottoposto ad un neanche troppo lento genocidio, la posizione del governo può essere così sintetizzata: “Quando non ci sarà più un palestinese vivo saremo pronti a riconoscerli, ma solo se l’ultimo – prima di morire – avrà riconosciuto il diritto di Israele a massacrarli”.
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In effetti la “soluzione a due Stati” è l’ultima foglia di fico dietro cui si nasconde l’Occidente; ora che Gaza è distrutta e la Cisgiordania completamente occupata dai coloni Israeliani si fa rinascere una prospettiva impossibile; non so vedere dove e come si possa costituire uno Stato Palestinese senza pensare di usare la forza delle sanzioni e l’isolamento economico e militare contro Israele; era una prospettiva che andava realizzata molti anni fa, oggi è una foglia di fico. La verità è che l’Occidente non vede l’ora che il genocidio dei Palestinesi e la forzata espulsione dalle loro terre avvenga. Allora allargheranno tristi e sconsolati le braccia e diranno: “abbiamo fatto tutto il possibile ed ora non c’è più niente da fare” (ma dentro di sé, penseranno “finalmente ci siamo tolti il problema”); la loro speranza è che tutti dimentichino presto, ma per tutti coloro che sono restati umani (come invitava Vittorio Arrigoni) sarà difficile dimenticare. Spero che non sia così, ma non riesco ad essere ottimista.