“La messa in discussione del mondo coloniale da parte del colonizzato non è un confronto razionale dei punti di vista.
Non è un discorso sull’universale, ma l’affermazione tumultuosa di un’originalità posta come assoluta.
Il mondo coloniale non è un mondo manicheo. Non basta al colono limitare fisicamente, vale a adire con l’aiuto della sua polizia e della sua gendarmeria, lo spazio del colonizzato.
Come a illustrare il carattere totalitario dello sfruttamento coloniale, il colono fa del colonizzato una specie di quintessenza del male. La società colonizzata non è solo descritta come società priva di valori.
Non basta al colono affermare che i valori hanno abbandonato, o meglio non hanno mai abitato, il mondo colonizzato.
L’indigeno viene dichiarato impermeabile all’etica, assenza di valori, ma anche negazione dei valori. Egli, osiamo confessarlo, è il nemico dei valori. In questo senso, è il male assoluto.
Elemento corrosivo, che distrugge tutto ciò che l’avvicina, elemento deformante, che travisa tutto quel che si riferisce all’estetica o alla morale, depositario di forze malefiche, strumento inconscio e irrecuperabile di forze cieche”.
*da “I dannati della terra”, Einaudi. – Segnalato in Beh, Buona Giornata

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