La preoccupazione di vedere le cose obiettivamente costituisce la scusa legittima di questa politica d’immobilismo. Ma l’atteggiamento classico dell’intellettuale colonizzato e dei dirigenti dei partiti nazionalisti non è, in realtà, obiettivo. Di fatto, essi non sono sicuri che quella violenza impaziente della masse sia il mezzo più efficace per difendere i propri interessi. Senza dire che sono convinti dell’inefficacia dei metodi violenti.
Secondo loro, non è permesso alcun dubbio, ogni tentativo di pressare l’oppressione coloniale con la forza è un comportamento suicida.
Il fatto è che, nel loro cervello, i carri armati dei coloni e gli aerei da caccia occupano un posto enorme. Quando gli si dice: bisogna agire, vedono bombe riversarsi sullo loro testa, autoblindo avanzare lungo le strade, la mitraglia, la polizia… e restano seduti.
Sono perdenti in partenza. La loro incapacità a trionfare con la violenza non ha bisogno di essere dimostrata. essi la assumono nella vita quotidiana e nelle loro manovre.
Sono rimasti alla posizione infantile che Engels adorava nella sua celebre polemica con quella montagna di puerilità che era il Dühring *:
«Giacché Robinson ha potuto procurarsi una spada, possiamo altrettanto ammettere che Venerdì compaia un bel mattino con una rivoltella carica, e allora tutto il rapporto di “violenza” si rovescia: Venerdì comanda, e Robinson è costretto a sgobbare… Dunque, la rivoltella trionfa sulla spada e anche il più puerile amante degli assiomi capirà certo che la violenza non è un semplice atto di volontà, ma esige per la sua messa in atto condizioni preliminari molto reali, in particolare strumenti, di cui il più perfetto ha il sopravvento sul meno perfetto; che inoltre questi strumenti devono venire prodotti, il che significa anche che il produttore di strumenti di violenza più perfetti, grossolanamente parlando, delle armi, ha il sopravvento sul produttore di strumenti meno perfetti e che in una parola la vittoria poggia sulla produzione di armi, e questa a sua volta sulla produzione in generale, dunque… sulla “potenza economica”, sull’ordine economico, sui mezzi materiali che sono a disposizione della violenza». (Frantz Fanon, “I dannati della terra”, Einaudi).
* Friedrich Engels (1820-1895), “Anti-Dühring, pubblicato nel 1878. – da Beh, Buona Giornata
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