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Il “diritto alla censura” nell’informazione su Cuba

I cablogrammi ora resi noti hanno evidenziato due delle tesi che il governo cubano sostiene da anni: che i gruppi anticastristi sono finanziati dal governo USA e che il cosiddetto ‘giornalismo indipendente cubano’ esaltato dall’esterno è solo un altro dipartimento di collaborazione con i governi che aggrediscono la rivoluzione cubana. In uno dei documenti, con data 31 luglio 2008, si richiedono fondi destinati a una dei portavoci delle cosiddette ‘damas de blanco’. Nello stesso si chiede inoltre denaro per un’istituzione educativa con l’obiettivo di continuare il suo lavoro di aggressione alla rivoluzione. Un altro cablogramma, del 15 settembre 2008, contiene la richiesta di 5000 dollari destinati a una ‘agenda di transizione’ con i dati di Martha Beatriz Roque, Vladimiro Roca e Elizardo Sánchez, che era quello che aveva dato alla stampa straniera accreditata a Cuba presunte liste di ‘prigionieri politici’ con dentro dei calciatori boliviani, un pittore del secolo XVIII e pallavoliste peruviane.
 
Ma forse il cablogramma più curioso di tutti è quello che vede protagonista la ‘blogger’ Yoani Sánchez. In esso si rivela che l’intervista che avrebbe fatto al presidente Barack Obama nel 2009, e che le diede una grande spinta giornalistica dai grandi media mondiali, fu una montatura. Le domande e le risposte, comprese le congratulazioni di Obama per il premio María Moors Cabot dell’Università della Columbia, furono redatte da funzionari dell’ufficio diplomatico degli USA a L’Avana. Sapere una cosa del genere avrebbe significato la fine della carriera di qualunque giornalista, ma nel caso di Yoani Sánchez, al contrario, è stata messa sotto silenzio dal giornale dove scrive e che sapeva dell’inganno, El País. E se non bastasse, ora lavora per la Radio Nazionale di Spagna.
 
Un altro cablogramma USA rilasciato da Wikileaks e messo sotto silenzio dai media riguarda il plauso dell’ex-capo dell’ufficio di interessi di Washington a L’Avana, Michael Parmly, all’allora corrispondente del giornale El País, Mauricio Vicent. Si tratta del cablogramma 08HAVANA329 dove Parmly afferma che Vicent “è in generale considerato tra i migliori, se non il miglior informato dei corrispondenti stranieri in città. Vicent è ben conosciuto dalla SINA (è stato invitato a cenare alla COMR – residenza del capo della SINA – all’inizio di questa settimana, mostrando un’insolita curiosità in materia di migrazioni) e ha dimostrato di essere di fiducia su informazioni anteriori riguardo a imminenti ‘cambi’ di Raúl (Castro)”.
 
È necessario insistere sul fatto che tutto questo sono state informazioni che avevano da mesi a disposizione i cinque grandi media alleati di Wikileaks e che censurarono all’opinione pubblica mondiale. Ora, quando si diffondono tutti i cablogrammi, questi ‘difensori della libertà di stampa’ emettono un comunicato dove condannano la pubblicazione senza censura. Ed è che, ancora una volta, quello che rivendicano è il diritto alla censura, non alla libertà di stampa.

http://www.cubainformacion.tv/index.php?option=com_content&view=article&id=24783%3A-el-derecho-a-la-censura-sobre-la-informacion-de-cuba&catid=98&Itemid=200077

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