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Palestina-Israele. Attenzione all’ultima scena

Israele, in generale, vedi nelle democrazie nel mondo arabo, un imminente pericolo per la la sua sicurezza se non per la sua esistenza. Forse per la certezza che ha, della avversità dei popoli arabi al piano coloniale israeliano, e alle pratiche criminale nei confronti del popolo palestinese e i suoi diritti, per ciò non hanno scelta che di essere contro Israele .

Nel suo discorso la settimana scorsa alla Knesset, Netanyahu ha annunciato che il suo governo, in breve tempo, esaminerà l’aumento del bilancio militare, in modo di poter rispondere alle nuove sfide regionali che Israele dovrà affrontare. Il primo ministro ha detto”ci sono realtà nuove in Egitto e Iraq” ed ha aggiunto”in meno di un anno finiremo il muro di sicurezza con l’Egitto .. per quanto riguarda l’Iraq, la situazione potrebbe rappresentare delle sfide a Israele da oriente, che non abbiamo mai affrontato da negli ultime decenni”. Bibi nel suo intervento ha accennato al pericolo nucleare iraniano e alla Libia dove il contro-bando di armi pericolosi, per concludere dicendo che la nova realta richiedi un aumento sostanziale nel bilancio militare.

Qualche settimana fa la commissione economica alla Knesset ha approvato un aumento di 200 milioni di dollari alle forze armate senza nessuna giustificazione, di questo oscuro aumento. Il ministero della sicurezza ha promesso di dare una spiegazione a questo aumento, senza precisare una data. Poco dopo sono state trasferiti altri 400 milioni di dollari dell’avanzo di altri ministeri, anche questi senza una giustificazione. La maggior parte degli aumenti al bilancio militare di questo anno sono rimasti oscuri gli obbiettivi; che potrebbero essere dei segnali, della presenza di un piano in preparazione, e forse le diverse dichiarazione sono solo di copertura, e non di insinuazione.

Alla fine del 2011 , la somma degli aumenti al bilancio militare ammonta a 2 miliardi di dollari, quando si discute concitatamente di ridurre tale spesa in favore alle richieste dei manifestanti contro il caro vita e il deterioramento della situazione economica delle classe medie e povere. E si parla di ridurre la spesa delle forze del ordine a favore dei servizi sociale, nel frattempo e gradualmente cresceva il bilancio militare, per non attirare l’attenzione dentro e fuori di Israele.

Si potrebbe dire che queste aumenti, si adeguano al bilancio di quello che Israele considera le nuove sfide, come è previsto di una raccomandazione della commissione “Broudet” che prevedi un investimento di 30 miliardi di dollari in 10 anni, circa 3 miliardi all’anno, che vengono dagli introiti della crescita economica e dagli aiuti americani.

Netanyahu non ha precisato a quanto ammonta l’aumento del prossimo anno, ma si quando parlava di ridurre,abbiamo visto che il bilanci militare si è aumentato a circa 5 miliardi di dollari nel 2011 (3 aumento continue e 2 nuovi ), allora ora che si parla di aumento per affrontare i nuovi pericoli in Egitto, Iraq,Iran e Siria, e prevedibile che sarà un aumento molto più massiccio di quello che si è visto nel 2011.

Forse la più importante conclusone israeliane dei cambiamenti nel mondo arabo è che il cosi detto campo moderato si è frantumato con gli sviluppi dei fatti in Egitto, Palestina, Gordania ed Iraq, e persino in Libia, Tunisia e Turchia. E da qui che l’industria decisionale in Israele, si lanciano dalla supposizione che le possibilità di un confronto militare si sono cresciute, anche se sembrano ridotti nel bervi periodo ma si sono aumentate nel medio e lungo raggio di tempo. Questo va in sintonia con la teoria di Netanyahu,”un popolo forte, un esercito forte e una economia forte” son le garanzie di un stato forte capace di vivere senza riconciliazione e senza pace.

Per anni l’elite israeliana si era convinta che uno stato forte po’ dare concessione per la pace, ed è capace a fare la pace. Netenyahu dice il contrario “uno stato forte non ha bisogno di pace”. Nel suo linguaggio dice non c’è possibilità per arrivare ad una conciliazione e che i pericoli si sono aumentati. Questo può vero, nel senso che nessun arabo o palestinesi può accettare le impossibile condizioni di Netanyahu per arrivare ad una soluzione che realizza “ lo stato palestinese di Netanyahu” che riconosca Israele come come stato ebraico,e che accetta di di vivere nella cosiddetta “pace” con Israele e senza Gerusalemme, senza il il diritto al ritorno, e senza i confine del 1967, e senza lo smantellamento degli insediamenti.

Netanyahu, non è uno stupido, sa perfettamente che il suo”stato palestinese” è una dichiarazione di guerra e non di pace. Da qui dobbiamo capire l’aumento del bilancio militare, in quanto una chiara prova delle intenzione israeliane, che vale molto di più delle vuote e insignificanti dichiarazione dei politici israeliani.

Il nuovo revolver che Netanyahu mette sul tavolo ci ricorda quello che diceva Anton Cechov che “la pistola che appare nella prima scena, deve sparare nella scena finale”. La prima scena israeliana, che era di nuove pistole e budget militare, in silenzio e senza rumore, non ci deve fare dimenticare che dopo la prima scena, ci sono molte scene e vi è certamente una ultima scena, secondo Cechov: Attenzione della scena finale …

dal sito Arab 48 del 3 gennaio

(traduzione di Bassam Saleh)

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