* Repubblica – 29/06/2012
Cambiano pelle. Riappaiono. Si trasformano, si mimetizzano, poi riemergono. E, come i loro gemelli europei, cavalcano l’onda populista che da un decennio monta sulle macerie della crisi economica, «nel nome della xenofobiae dell’anti-europeismo», come spiega il rapporto del think-tank indipendente inglese Demos, che ha studiato comportamenti e motivazioni delle nuove generazioni di “camerati” «attraverso l’osservatorio privilegiato dei social network». Perché i nuovi fascisti d’Italia fanno parte di una più ampia Internazionale Nera 2.0 che, tra risse, faide e successi, continua a fare proseliti e piazzare rappresentanti in Parlamento. Se li pesi in cabina elettorale, da noi, sono una piuma: sotto il 2%, nemmeno 500mila voti. Però occupano piazze, curve degli stadi, università e licei, puntellano consigli comunali e si mettono alla testa di un nuovo ribellismo sociale di ritorno: dai Forconi siciliani alla rivolta ultrà contro i rom di Pescara.
BANDE NERE E ITALIANE
Si dividono in conservatori e modernisti, istituzionali moderati, affaristi, nostalgici, stradaioli squadristi, movimentisti. Questi ultimi in leggero vantaggio sugli altri, ma poi neanche tanto se è vero che i numeri più importanti oggi li fa la Destra in doppiopetto di Storace alleata col Pdl: 7-8mila militanti, inglobando formazioni come la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli (quello che dichiarò: «Le camere a gas? Non sono certo che siano esistite»), il Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher e sigle del “laboratorio” romano vicine al sindaco Alemanno.
Ma anche quelli del Veneto Fronte Skinhead, che all’ultima “adunata di piazza” (3 marzo) hanno sfilato nel corteo di Storace, seppur con il proprio “servizio d’ordine”. In competizione con quel che è diventata CasaPound: duemila iscritti, diciotto sezioni in tutta Italia, l’anno prossimo il primo centro sociale di destra, oggi brand nazionale, festeggia i 10 anni e si è regalato un sindacato (BLU, blocco lavoratori unitario). Strategia politica e comunicativa all’insegna del mimetismo (o del fascismo “di sinistra”, sul modello di Terza Posizione)? Perché intanto recupero di spazi sociali abbandonati e iniziative di solidarietà (terremotati, senza casa, nuovi poveri, anziani) convivono con l’urlo violento degli scontri di piazza e dei pestaggi. Spinta a doppio binario adottata, recentemente, anche da Forza Nuova: il partito di Fiore – la più cattolica e oltranzista delle formazioni della destra radicale – si gioca la carta “sociale”: dopo la partnership con gli ultrà pescaresi insorti contro i rom, l’ultimo esperimento, un po’ acrobatico e per ora naufragato, è stato il tentativo di confluire nel movimento No Tav. «Non saremo più cacciati dalle piazze, faremo sollevare il popolo», ringhiano i forzanuovisti che continuano a organizzare prove di servizio d’ordine nei parchi (Verona), corsi di autodifesa “politica” (Reggio Emilia) e che, per recuperare il calo di consensi degli ultimi anni, stanno provando anche un gemellaggio con il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo (lo spot di un’iniziativa di Fn è stata ospitata sul sito del comico-blogger).
Ma altre sigle minori guadagnano terreno, tra Romae Milano. Militia, per esempio, attiva da qualche anno nonostante le operazioni di polizia come quella che – il 7 giugno 2011 – ha portato all’arresto del leader Stefano Schiavulli per sequestro di persona, rapina e lesioni: romani, anti-sionisti, si firmano con simbolo runico e ricoprono i muri della capitale con slogan inneggianti alla famiglia e minacce a “ebrei” e immigrati. Poi ci sono “quelli” di Contro Tempo: giovanissimi della Roma “bene”, si ispirano alla «sovranità nazionale d’annunziana, ai moti risorgimentali e a Roma, dove sono nati i diritti». Ai primi di marzo due studenti del liceo Righi sono finiti in ospedale col naso rotto dopo un’aggressione “firmata” ControTempo: intenzionati a far fare ai giovani dell’estrema destra un “salto di qualità” nella contrapposizione politica sono duri ma non “puri” come i milanesi di Lealtà e Azione. Costola degli Hammerskin, i temuti “martelli incrociati” con filiali in tutto il mondo, sono considerati la struttura più militante e organizzata dell’estremismo nero: un centinaio di aderenti “molto palestrati”, raccolgono l’eredità di Cuore Nero, esperimento di centro sociale affiliato a Casa Pound morto sul nascere. I punti di riferimento politici sono ex di An confluiti nel Pdl: Paola Frassinetti e il capogruppo in Provincia Mamo Turci, fotografato il 23 aprile al cimitero Monumentale in occasione dell’anniversario dei Fasci di Combattimento.
L’IDENTIKIT DELL’EURO-CAMERATA
Fin qui, l’Italia. Ma come funziona il collegamento tra estremisti italiani ed europei? «Oltre la politica, l’ideologia e gli stadi, sono la musica e il web a costituire i nuovi veicoli internazionali di comunicazione tra gruppi dell’estrema destra radicale europea», riconosce il tedesco Bodo Becker, portavoce dell’Ufficio Federale della Protezione della Costituzione (Bundesamt fur Verfassungsschutz). «Il web è cruciale, perché è lì che si riconoscono e aderiscono, si organizzano, si tengono in contatto e riescono a mobilitarsi», aggiunge Kinga Goncz, parlamentare europea ed ex ministro degli Esteri ungherese. «A differenza dei vecchi partiti, queste nuove organizzazioni sono brave a usare Internet. Li aiuta anche la maggiore conoscenza dell’inglese da parte dei più giovani». E sono proprio le decine di migliaia di militanti di gruppi e partiti – da CasaPound Italia al National Front, da Dansk Folkeparti e Sverigedemokraterna al Front National, fino ai loro omologhi austriaci, tedeschi, finlandesi, fiamminghi e spagnoli – che nello studio firmato Demos tracciano il ritratto del camerata europeo 2.0: «Giovane, sotto i trent’anni, in prevalenza maschio, cultura media, spesso “sotto-occupato”, si identifica nei valori dell’organizzazione di appartenenza e cita la “difesa” nei confronti dell’immigrazione straniera come motivo di militanza.
Non crede nel sistema giudiziario, né nell’Unione Europea che accusa di “non far nulla contro l’immigrazione”, ma sostiene esercito e polizia. Afferma di votare e non esclude il ricorso alla violenza per “difendere” i propri diritti o la patria dalla “minaccia islamica” che prevale come nemico rispetto agli antichi bersagli dell’estrema destra».
A questo proposito il rapporto cita un momento cruciale: giugno 2009, un gruppo finoa quel momento sconosciuto – English Defense League – scende in strada a Luton (estrema periferia londinese) per manifestare in modo violento contro i musulmani. Da lì a un anno, il “Partito della libertà” olandese avrebbe ottenuto il 16% alle elezioni, gli estremisti svedesi di Sverigedemokraterna sarebbero entrati per la prima volta in Parlamento, mentre in Ungheria continuava la trionfale marcia degli xenofobi di Jobbik (14,7% alle Europee del 2009, quasi 17% alle politiche del 2010). Fino al 18% sfiorato alle presidenziali dal Front National di Marine Le Pen e il 7% (prima volta in Parlamento) dei neonazi di Alba d’Oro in Grecia.
«Senza dimenticare quel che da anni succede in Italia, con lo sdoganamento dell’estrema destra realizzato da partiti di governo, così come in Slovacchia e Romania», avverte Kinga Goncz. «Le urne ultimamente hanno premiato i partiti socialdemocratici e quelli di estrema destra, perché i cittadini cercano soluzioni politiche, ma anche i colpevoli. Penso all’intolleranza nei confronti dei Rom oltre che degli arabi. Il pericolo esiste, lo dimostrano i programmi razzisti e xenofobi di questi partiti di estrema destra: sono contro l’Europa, restano una minoranza, ma bisogna vigilare». Perché le nuove bande nere «attualizzano le gesta del primo movimento fascista ma evolvono anche verso il neonazismo, assumendo riferimenti storici, miti simboli tratti dalla storia del Terzo Reich», spiega Saverio Ferrari, dell’Osservatorio sulle nuove destre. Anche quando l’ideologia si confonde e i nuovi gruppi radicali «mischiano idee politiche mutuate dall’estrema sinistra, così come dall’estrema destra, individuando nelle banche e nell’Europa i responsabili della crisi», ricorda il rapporto di Demos. Così entrano in gioco nuove sigle, nuovi atteggiamenti. «Gli Autonomi Nazionalisti, per esempio», segnala da Berlino Maik Baumgaertner, studioso dell’estrema destra. «Copiano simboli e stile dagli “autonomi” e dagli anarchici del Black Bloc, cercando di apparire più contemporaneie raccogliere consensi nelle sottoculture giovanili, tanto che ora in Germania esiste anche un gruppo di estremiste di destra hiphop».
HATE MUSIC E NAZI-SKIN
In Italia non si arriva ancora a tanto, ma è proprio CasaPounda vantare crescenti contatti europei,a cominciare da quelli con i francesi del Bloc Identitaire, per continuare con i luoghi dove la band simbolo del movimento, gli Zeta Zero Alfa di cui Gianluca Iannone è cantante, è stata invitata a suonare in questi anni. Olanda, Spagna. «E anche Germania, dove affascina il loro modo di proporsi, soprattutto tra le nuove generazioni», aggiunge Baumgaertner, «perché sono molto bravi a usare il web e attenti nel non utilizzare vecchi simboli e slogan: questo li rende interessanti, direi quasi non convenzionali».
Più “tradizionale” è invece l’approccio del Veneto Fronte Skinhead, formatosi negli anni Ottanta sull’onda della degenerazione “nazi” di una parte del movimento skinhead che si era prodotta in Inghilterra, per iniziativa di una band- Skrewdriver-e del suo leader – Ian Stuart – affiliato al National Front. Più tradizionale perché legato al tifo ultras (Hellas Verona)e alla cosiddetta” hate music “, la musica dell’odio appunto, trasfigurazione dell’ oi! music, storica colonna sonora skinhead: dal circuito Rock Against Communism, avviato proprio dagli Skrewdriver, al conseguente “Blood & Honour”, network europeo di band musicali neonaziste o comunque votate all’intolleranza violenta (dai veneti Peggior Amico agli inglesi Brutal Attack, i tedeschi Lunikoff Verschworung, Oidoxie, Endstufe, Kraftschlage Blitzkrieg,e ancora gli italiani Legittima Offesa e Timebombs), che ha recentemente trovato un “referente” romano negli Spqr Skins subentrati a Casa Pound Italia nell’occupazione della casa di Colle Verde dove organizzano concerti. Senza dimenticare che «nelle province di Bolzano e Verona, appartenenti al Veneto Fronte Skinhead hanno partecipato in questi anni a manifestazioni in favore di criminali nazisti, organizzate dai tedeschi dell’Npd», come rivela una fonte investigativa italiana.
Esiste poi un livello “politico” di questi collegamenti europei, che vede particolarmente attivo il ruolo di Forza Nuova: ogni mese decine di militanti del partito di Roberto Fiore, che nel 2002 – insieme alla Falange spagnola e allo scopo di «sviluppare una piattaforma politica comune di orientamento cristianoe identitario»- ha costituito il “Fronte Nazionalista Europeo”, raggiungonoi camerati di Alba d’Oro in Grecia, ma anche quelli del tedesco Npd, del Narodowe Odrodzenie Polski in Polonia o quelli di Noua Dreapta in Romania. Ed è già storia il “gemellaggio” del partito di Fiore con gli xenofobi ungheresi di Jobbik, se ne trovano tracce nella comune organizzazione di convegni, così come nel materiale di scambio presente nelle relative sedi. Perché la rete dei camerati 2.0è composta da una moltitudine di siti web per comunicare (1.000 nella sola Germania), oltre che da decine di concerti e raduni per stringere gemellaggi ideologici e alleanze politiche. Tra parate militarie “corsi di difesa”.
Ma cosa si può fare per controllaree fermare questa deriva? «Ci vogliono direttive e leggi europee contro i rigurgiti di razzismo e fascismo», sostiene Kinga Goncz. «Serve un’Europa più forte e condivisa, espressione di valori democratici e diritti umani. Ma anche un maggiore coordinamento tra le diverse polizie, per fronteggiare questi fenomeni eversivi».
Dal fronte investigativo risponde infine Bodo Becker: «Allo stato attuale tutto ciò che possiamo fare è passare le informazioni ai nostri colleghi oltre confine, ogni volta che i soggetti da noi “attenzionati” perché appartenenti a organizzazioni e gruppi pericolosi si spostano, ma certo non è abbastanza». No, non è abbastanza.
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