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Solidarietà con i lavoratori e i comunisti tunisini


L’assassinio del dirigente comunista tunisino Chokri Belaid è un atto di terrorismo politico contro il popolo tunisino e contro le forze sociali e politiche dei lavoratori tunisini. La Rete di Comunisti esprime la sua solidarietà al popolo tunisino, ai compagni del Fronte Popolare e alla famiglia del compagno Belaid .

Il suo omicidio è un crimine che ricade sulle spalle del governo tunisino e delle forze islamiche e reazionarie che rispondono con  la politica del terrore alla crescita del movimento di protesta  popolare  contro le leggi anti popolari e antidemocratiche  dell’esecutivo di Hamadi Jebali .  

Choukri Belaid è una figura storica della sinistra di classe araba e tunisina, quella che ha visto  generazioni di uomini è donne combattere e morire, a causa del regime poliziesco di Ben Alì o per mano dei fascisti islamici, nelle repressioni degli anni ’80 e ’90.  Il compagno Belaid era il segretario del Partito dei Patrioti Democratici e portavoce del Fronte Popolare, la coalizione delle forze della sinistra di classe, laiche e progressiste  che sono state il motore della “rivoluzione” del 2011 .

A due anni di distanza dalle proteste popolari che portarono a cacciata di Ben Ali, il proletariato tunisino non ha mai smesso di battersi e rivendicare giustizia sociale e libertà. Ieri , il popolo tunisino si scontrava contro un sistema di governo poliziesco e corrotto che consentiva alle imprese straniere  di  saccheggiare le ricchezze del paese, oggi si batte contro il liberismo in versione  islamica. Lo testimoniano le ripetuti rivolte dei disoccupati le cui aspettative sono state disattese dal governo islamico. Il governo di coalizione guidato dalla islamica Ennahda   in perfetta continuità con il passato,  impone  i diktat del FMI e della BCE, che continuano ad impoverire la Tunisia e consentono alle imprese straniere, italiane e francesi in primo luogo,  di  sfruttare sempre di più i lavoratori tunisini. Il capitalismo islamico con il suo modello corporativo, non tollerando  nessuna manifestazione o interesse di classe,  risulta essere molto funzionale al modello produttivo capitalistico. Ma di fronte alle proteste e alla risposta organizzata della classe lavoratrice tunisina riscopre  i più classici strumenti della repressione e del terrorismo di Stato. La protesta economica, non si è mai scissa dalla richiesta di emancipazione politica e di difesa dei diritti e delle conquiste civili, si è creato così  un fronte popolare  sociale e politico molto ampio in aperta contrapposizione con il Governo guidato da islamaci  liberisti e reazionari di Ennhda.

Contro  il consolidarsi dell’opposizione popolare, il governo ed Ennahda, ha scatenato non solo la repressione poliziesca ma ha armato  la mano dei gruppi paramilitari islamici reazionari come la “Lega per la protezione della rivoluzione”.  Kairouan, Gabes, Tunisi, Sfax, Kebili, sono ormai decine gli assalti e le aggressioni che hanno visto i fascisti di Ennahda e i Salafiti come protagonisti. Prima del compagno Belaid , il 18 ottobre del 2012 a Tataouine era stato vigliaccamente massacrato a colpi di bastone Lotfi Naguedh un esponente di Nidaa Tounes.

A questa barbarie,  sottomessa agli interessi della nascente borghesia islamica e funzionale agli interessi del FMI e della BCE, il popolo tunisino ha reagito con grande forza e coraggio ed ha nuovamente riempito  le piazze  con le sue parole d’ordine . Il dolore per la morte di Choukri Belaid si trasformato in rabbia come per la morte del giovane Mohamed Bouazizi  del dicembre di due anni fa.

L’omicidio del compagno Belaid, in quanto eliminazione di dirigente politico rappresenta un salto di qualità pericoloso,  è a tutti gli effetti una dichiarazione di una guerra senza quartiere che contempla l’eliminazione fisica dell’avversario.  Sarebbe sbagliato pensare che questa è una vicenda tunisina ,  la normalizzazione della Tunisia ha interessi qui in Europa, nell’UE di  Bruxelles e nelle industrie che si avvalgono dei distretti produttivi tunisini, nelle finanziarie che grazie alle  privatizzazioni fanno ottimi affari in Tunisia.

Per queste ragioni e per l’internazionalismo che ci unisce ai lavoratori, al popolo tunisino, ai compagni del Pcot e del Fronte Popolare,  la Rete dei Comunisti aderisce ed invita a partecipare alla manifestazione  convocata dalla sezione del Fronte Popolare Tunisino per domenica 10 febbraio alle ore 10.00 davanti all’Ambasciata della Tunisia (via Asmara 6) per protestare contro il governo tunisino responsabile del barbaro assassinio del dirigente del Fronte Popolare Chokri Belaid.

A Milano Il presidio si terrà dalle 10.30 alle 14 in piazza Carbonari, angolo Viale delle Marche (MM3 metro Zara/Mascichini e tram 5)

La Rete dei Comunisti

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