Sono un professore ordinario di protezione delle radiazioni al Politecnico di Torino, ed insieme al collega Massimo Coraddu di Cagliari siamo da due anni consulenti del comune di Niscemi per il problema del Muos. La nostra prima Relazione, prodotta nel 2011, ha messo in evidenza le gravi mancanze della precedente procedura autorizzativa rilasciata dalla giunta Lombardo, ed ha convinto la Regione Siciliana a revocare quelle autorizzazioni lo scorso marzo. A seguito di un incontro avutosi a Roma con le massime autorità statali e regionali, si è affidato all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) il compito di valutare i rischi del Muos. A scopo di confronto, è stato istituito un tavolo tecnico presso l’Iss per il quale la Regione Siciliana ha indicato la partecipazione di tre tecnici, fra cui io stesso. Notevoli divergenze proprio sugli aspetti legati all’inquinamento elettromagnetico del Muos e delle attuali antenne Nrtf hanno portato ad affiancare la Relazione Finale Iss con una Nota di otto pagine scritta dai tecnici della Regione Siciliana, M. Palermo e M. Zucchetti. Questa Nota è stata inviata dallo stesso Iss alla Regione Siciliana il 12 luglio, mentre dal 21 nella posta certificata di Presidenza e Assessorati competenti della Regione è giunta una versione allargata della precedente Nota, lunga ben 155 pagine, a cura di un gruppo di lavoro composto da tecnici e scienziati noti a livello nazionale ed internazionale.
Tutto questo materiale è stato apparentemente ignorato dalla stessa Regione Siciliana, quando poche settimane fa ha deciso di «revocare la revoca», dando via libera di fatto al Muos. Nonostante il nostro motivato contributo scientifico confermi a tutto tondo l’esistenza dei rischi connessi al Muos ed alle antenne Nrtf di Niscemi. I campi elettromagnetici (Cem) emessi fin dal 1991 dalle antenne Nrtf a Niscemi hanno valori di poco inferiori, prossimi o superiori ai livelli di attenzione stabiliti dalla Legge italiana, come si evince da misurazioni effettuate da Arpa Sicilia negli anni, che sono in motivato contrasto con la recente campagna di misurazione effettuata da Ispra. Sia per le antenne che per il Muos manca tuttora un modello previsionale atto a determinare la distribuzione spaziale dei Cem, come previsto dalla Legge. Valutazioni teoriche approssimate effettuate per il Muos, seguendo la normativa italiana, indicano che il rischio dovuto agli effetti a breve e lungo termine del Muos è rilevante e ne sconsigliano l’installazione presso Nrtf Niscemi: effetti a breve termine dovuti ad incidenti, effetti a lungo termine dovuti ad esposizione cronica, interferenza con apparati biomedicali elettrici, disturbo della navigazione aerea. La procedura autorizzativa del 2011 era completamente al di fuori delle prescrizioni della Legge ed è stata giustamente revocata. Ogni proponimento d ripresa dei lavori deve essere a valle dell’eventuale esito positivo di una nuova procedura autorizzativa. La letteratura scientifica recente conferma la sufficiente evidenza degli effetti dei Cem a lungo termine, soprattutto se si prende in considerazione quella indipendente e non viziata da conflitti di interesse. Il Rapporto del Verificatore del Tar supporta pienamente la sentenza che parla di priorità e assoluta prevalenza del principio di precauzione (art. 3 dlg. 3.4.2006 n. 152), nonché dell’indispensabile presidio del diritto alla salute della Comunità di Niscemi, non assoggettabile a misure anche strumentali che la compromettano seriamente. Il Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità, nelle parti riguardanti l’inquinamento chimico proveniente da Gela e lo stato di salute della popolazione, conferma l’assolta inopportunità della installazione del Muos presso la base Nrtf di Niscemi.
* Il manifesto del 10 agosto 2013
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