Una intervista rilasciata al giornale della sinistra alternativa tedesca “Junge Welt” sulla situazione in Italia dopo gli eventi che hanno messo fuori gioco Berlusconi. Qui di seguito il testo dell’intervista in italiano e in tedesco (più sintetica quella su Junge Welt. Una versione più ampia è sul sito della sinistra sindacale www.labournet.de ).
Quale futuro vedete per il governo italiano? Sarà come il vecchio oppure sarà un nuovo governo inventato da Napolitano)?
Il governo Letta non durerà affatto poco tempo. L’obiettivo intermedio è arrivare comunque a giugno 2014 quando l’Italia assumerà la co-presidenza del semestre europeo. Nulla esclude che , dopo la resa di Berlusconi, il governo di coalizione (che in Italia chiamano di “larghe intese”) duri fino alla fine del mandato ricevuto da Napolitano.
Questa è la fine definitiva del Cavaliere oppure può avere ancora delle prospettive?
Con la sconfitta di Berlusconi sulla continuità del governo Letta è stata sancita la fine politica di Berlusconi. Lo attendono poi altre misure giudiziarie che prevedono anche il carcere. Berlusconi ha giocato il tutto per tutto come un giocatore d’azzardo ma ha compreso che aveva preso quando venticinque dei suoi senatori avrebbero comunque votato a sostegno del governo. Si possiamo dire che siamo al tramonto di Berlusconi.
Dopo 20 anni di lotta contro Berlusconi si potrebbe cantare adesso vittoria. Ma tu hai parlato della “trappola dell’Antiberlusconismo”. Perché?
Berlusconi è stato un classico esempio della anomalia italiana. Un capitalista entrato in politica per difendere i propri interessi privati contro gli interessi privati di un gruppo editoriale-finanziario concorrente: quello che esprime il giornale La Repubblica e un finanziere come De Benedetti. Per quasi venti anni lo scontro tra questi due gruppi editoriali-finanziari ha condizionato la vita politica e lo scontro politico nel paese. Il problema è che mentre tutti concentravano la loro attenzione contro Berlusconi (suggestionati in questo da La Repubblica e dal suo network politico-editoriale-finanziario), nel nostro paese, in nome del ridimensionamento ad ogni costo del potere di Berlusconi, è passata la più profonda operazione di riorganizzazione capitalista e neoliberista della società italiana: subalternità totale e fideista ai diktat dei Trattati dell’Unione Europea, privatizzazioni, tagli ai servizi sociali e ai salari, riduzione dei diritti sindacali e sociali, controriforme istituzionali e costituzionali. Fino ad arrivare ad accettare una sorta di golpe nato dalla lettera di Draghi e Trichet del 5 agosto 2011 e ai blitz di Napolitano nella costituzione prima del governo Monti e poi del governo Letta. E’ difficile dimenticare che un intellettuale di sinistra come Alberto Asor Rosa era arrivato ad invocare un colpo di stato contro Berlusconi (un po’ come successo in Egitto). E il colpo di stato – per fortuna senza sangue – infatti c’è stato.
Nelle prossime settimane ci saranno grande mobilitazioni contro la politica del palazzo, l’austerità e lo stravolgimento/revisione della Costituzione (sia da parte dell’USB che da Landini / Rodota) e si sente già aria di intimidazioni. Che cosa c’è in programma e com’è la tua valutazione delle manifestazioni?
Le manifestazioni del 18 e 19 ottobre sono nate dai movimenti sociali che si battono per il diritto alla casa (con occupazioni di case, picchetti contro gli sfratti etc.) perché il problema delle abitazioni è diventata una pesantissima emergenza sociale. I movimenti hanno incontrato sulla loro strada i sindacati di base (Usb, Cub, Cobas) che stavano discutendo lo sciopero generale e così si è deciso di fare una mobilitazione unitaria in due giorni. Il 18 ci sarà il corteo nazionale dei sindacati per lo sciopero generale. Il corteo occuperà Piazza San Giovanni tutto il pomeriggio e la notte. Il giorno dopo il corteo dei movimenti sociali partirà dalla stessa piazza per dirigersi verso i ministeri competenti per le varie emergenze sociali e ambientali (infatti si sono aggiunti anche movimenti come i no Tav, i no Muos etc). Saranno due giornate di mobilitazione sociale, sindacale e politica importanti non solo per le forze della sinistra antagonista ma anche per settori sociali importanti come i lavoratori, i senza casa, gli studenti, i comitati territoriali. Il 12 ottobre, invece, esattamente una settimana prima di queste giornate nazionali di mobilitazione, è stata convocata una manifestazione a difesa della Costituzione con un appello lanciato da un giurista democratico come Rodotà e dal segretario della Fiom-Cgil Landini. I contenuti della manifestazione in parte sono condivisibili, anche se manca qualsiasi denuncia di come i Trattati Europei abbiano giù stravolto la Costituzione italiana e non si denunciano le responsabilità concrete del presidente Napolitano nelle riforme contro-costituzionali. La manifestazione potevano farla anche un mese dopo ma hanno scelto di farla ridosso delle altre per far vedere che c’è una sinistra democratica e una sinistra estremista.
Come Rete dei Comunisti siete impegnati nella costruzione di Ross@. In quale misura si distingue questo progetto di altri tentativi di unire la sinistra italiana (come Arcobaleno, FdS, Rivoluzione Civile, ALBA…)?
Ross@ ha adottato pubblicamente l’idea della rottura con l’Unione Europea ed ha una ipotesi di costruzione del movimento anticapitalista che non prevede alleanze o subalternità al Pd. Le altre opzioni in campo della sinistra escludono tutto questo.
Avete avanzato la proposta di una cooperazione dei paesi “PIIGS” fuori della zona Euro. Di che cosa si tratta in poche parole?
In poche parole è difficile. La proposta della Rete dei Comunisti è quella di un processo di rottura e transizione dell’Unione Europea dei paesi che lo stesso Fmi considera ormai periferici, i paesi Piigs. Uscire dall’UE, costruire una nuova area economica e monetaria sulla base delle possibilità e delle risorse di questi paesi e non dei diktat e dei parametri imposti dalle oligarchie, dalle multinazionali e dalle grandi banche europee. E’ un proposta di lotta che viene avanzata alle forze sociali, sindacali e progressiste di Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, Europa dell’est, Irlanda, cioè di tutto quei paesi che sono stati massacrati dalle misure imposte dalla trojka Bce-Ue-Fmi. Non solo è una proposta di cooperazione solidale anche per i paesi del Mediterraneo sud (il Maghreb) per mettere fine al neo-colonialismo e al colonialismo di ritorno delle varie potenze europee, Francia innanzitutto. A novembre faremo una conferenza internazionale in Italia di carattere politico e scientifico per illustrare e aprire il confronto su questa proposta strategica. Ovviamente sono invitati anche gli anticapitalisti tedeschi.
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“Wir erleben Berlusconis Untergang”
Die Ende des Unternehmers und Politikers ist auch das Ergebnis eines Streits innerhalb der Bourgeoisie. Ein Gespräch mit Sergio Cararo
Interview: Raoul Rigault
Sergio Cararo ist führendes Mitglied des Rete dei Comunisti (Netzwerk der Kommunisten), das in der außerparlamentarischen Linken Italiens eine bedeutende Rolle spielt, und Direktor ihrer Zeitung Contropiano
Italienische Regierungen genießen üblicherweise keine lange Lebensdauer. Wieviel Zukunft hat Enrico Lettas Kabinett nach der gewonnenen Vertrauensabstimmung Ende September?
Die Regierung Letta wird alles andere als eine kurzlebige Angelegenheit. Mittleres Ziel ist es, in jedem Fall den Juni 2014 zu erreichen, wenn Italien für ein halbes Jahr die EU-Präsidentschaft übernimmt. Es ist aber nicht ausgeschlossen, daß diese Koalition nach Berlusconis Kapitulation bis zum Ende der Legislaturperiode hält.
Ist dies das definitive Ende des »Cavaliere« oder gibt es für ihn noch eine Perspektive?
Mit Berlusconis Niederlage beim Votum über die Regierung Letta ist sein politisches Ende besiegelt. Ihn erwarten darüber hinaus noch weitere Justizverfahren, die auch Gefängnisstrafen vorsehen. Berlusconi hat Alles oder Nichts gespielt, wie ein Glücksspieler. Man kann also durchaus sagen, daß wir Berlusconis Untergang erleben.
Nach zwanzig Jahren Kampf gegen den Medienzaren und dreimaligen Ministerpräsidenten könnte man jetzt jubeln. Sie sprechen jedoch von der »Falle des Anti-Berlusconismus«. Warum?
Berlusconi war ein klassisches Beispiel für die italienische Anomalie: ein Kapitalist, der in die Politik ging, um die eigenen Privatinteressen zu verteidigen etwa gegen den konkurrierenden Finanz- und Verlagskonzern von Carlo De Benedetti, dem die große Tageszeitung La Repubblica mehrheitlich gehört. Fast zwei Jahrzehnte lang bestimmte der Kampf zwischen diesen beiden das politische Leben und die politische Auseinandersetzung. Währenddessen fand in der italienischen Gesellschaft eine tiefgreifende neoliberale Umgestaltung und eine Unterwerfung unter die Diktate der EU-Verträge statt: Privatisierungen, Kürzung von Löhnen und sozialen Diensten, Abbau gewerkschaftlicher und sozialer Rechte sowie institutionelle Gegenreformen und Verfassungsänderungen.
Diese Vorgaben der EU haben einen Teil des mittleren und Kleinbürgertums Italiens, das von den alten Systemen abhängig war, in eine ernsthafte Krise gestürzt. Deshalb ließen sie sich von Berlusconi vertreten. Es gab also einen Machtkampf zwischen zwei Sektoren der italienischen Bourgeoisie, einem rückständigeren und einem globaler agierenden.
In den kommenden Wochen finden große Mobilisierungen gegen die Kürzungspolitik der Regierung und gegen die Verletzung der Verfassung statt. Was ist geplant, und wie beurteilen Sie diese Demonstrationen?
Die Entscheidung für die Demonstrationen am 18. und 19.Oktober entstand aus den sozialen Bewegungen, die mit Hausbesetzungen und Blockaden von Zwangsräumungen für das Recht auf Wohnen kämpfen, weil das Wohnproblem zu einem gravierenden sozialen Notstand geworden ist. Die Bewegungen trafen dabei auf die Basisgewerkschaften USB, CUB und Cobas, die über einen Generalstreik diskutierten, und so wurde beschlossen, eine gemeinsame Mobilisierung auf die Beine zu stellen. Am Freitag, den 18., den Generalstreik und am 19. die Demo für das Recht auf Wohnen.
Für den 12. Oktober hingegen wurde eine Manifestation zur Verteidigung der Verfassung angesetzt, mit dem Aufruf eines demokratischen Juristen wie Stefano Rodotà und des Generalsekretärs der Metallergewerkschaft FIOM-CGIL, Maurizio Landini. Die Inhalte kann man bis zu einem gewissen Punkt teilen, auch wenn darin jedwede Kritik an den EU-Verträgen und am Vorgehen des Präsidenten Napolitano fehlt. Diese Kundgebung hätten sie auch einen Monat später machen können. Doch es wurde beschlossen, sie kurz vor den anderen abzuhalten, um zu verdeutlichen, daß es eine demokratische und eine extremistische Linke gibt.
Rete dei Comunisti engagiert sich für den Aufbau von Ross@. Inwiefern unterscheidet sich dieses Projekt von anderen Versuchen, die italienische Linke zu einen?
Ross@ tritt öffentlich für einen Bruch mit der Europäischen Union ein und strebt eine antikapitalistische Bewegung an, die keine Bündnisse und keine Unterordnung unter die Demokratische Partei (PD) will. Die anderen Optionen, die es innerhalb der Linken gibt, schließen all dies aus.
http://www.jungewelt.de/2013/10-07/041.php
* redattore del Junge Welt
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