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Dal 18 ottobre molto è cambiato

Il 18 Ottobre ha rappresentato una giornata importante che di fatto ha modificato e ancor di più modificherà nei prossimi mesi, il quadro e gli equilibri sindacali del paese.

 

In questo contesto non rientriamo nella valutazione più che positiva in termini sociali e politici che diamo della manifestazione del 19 Ottobre che ha visto scendere in piazza il movimento per il diritto all’abitare e per la difesa del territorio e i sindacati di base. Molto si è già detto e molto ci sarà da valutare e valorizzare per riuscire a saldare i nuovi e i vecchi bisogni che si sono mescolati e positivamente contaminati nelle due giornate del 18 e 19 ottobre e dare quindi chiavi di lettura diverse per una prospettiva di reale alternativa in questo paese.

 

Vogliamo però concentrarci ora sul 18 Ottobre, sullo Sciopero Generale che ha evidenziato una partecipazione molto più alta dei soliti scioperi del sindacalismo di base, sulla manifestazione che è stata importante e che ha visto una coda nel pomeriggio e nella serata con incontri, dibattiti e infine con un po’ di svago e di musica offerta da quei musicisti che così hanno offerto il loro contributo allo sciopero generale.
Ma vogliamo altresì ricordare che migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno scioperato e manifestato il 18 ottobre, si sono poi ritrovati nelle strade di Roma anche il giorno seguente.

 

Per la prima volta Cgil, Cisl e Uil hanno accusato il colpo dello sciopero e la paura di perdere pezzi di organizzazione ha spinto questi ex-sindacati – soprattutto la Cgil – a dichiarare uno sciopero nazionale di 4 ore solo dopo alcune ore dal termine dello sciopero generale.   Sicuramente il loro è uno sciopero finto, ma è paradossale che solo alcune settimane fa annunciavano scioperi e mobilitazioni in difesa della “stabilità” e della “governabilità” di Letta e soci ed ora tuonano (si fa per dire) contro la legge di stabilità partorita dalla stessa maggioranza di governo.

 

Evidentemente lo sciopero generale del 18 ottobre ha segnato una svolta sia nella testa e nel cuore di tante lavoratrici e tanti lavoratori che vedono ora la possibilità di una vera alternativa sindacale, sia nel ventre molle di ex-sindacati che con terrore vedono apparire all’orizzonte la possibilità di uno tsunami sindacale senza precedenti.

 

Ed i segnali concreti ci sono: in questi ultimi mesi si sono moltiplicati i gruppi di lavoratori e di loro rappresentanti di base che soprattutto dalla Cgil, ma non solo, si sono avvicinati ad USB, hanno cominciato a lavorare sindacalmente scoprendo con entusiasmo un nuovo modo di vivere ed interpretare il ruolo sindacale e la democrazia.

 

Sta ora a noi spingere ancor più forte verso l’alternativa sindacale, aggredire in modo sempre più incisivo le burocrazie e le consorterie di Cgil, Cisl e Uil. Lo faremo con atti concreti, con le mobilitazioni e le vertenze che agiamo quotidianamente, con le denunce pubbliche di come questi sindacati hanno contribuito alla distruzione sociale di questo paese, cancellando il conflitto dal loro vocabolario, privilegiando le compatibilità economiche, il sindacato degli enti bilaterali e la “collaborazione” con le controparti e con i governi.

 

Il 18 ottobre senza dubbio tutti hanno visto e riconosciuto che USB è l’organizzazione sindacale maggioritaria e prevalente tra quelle indipendenti, conflittuali e di base. Questo ci conforta perché evidentemente il progetto di unificazione nato quattro anni fa è vissuto oggi da tanta gente e da tanti settori sociali come una possibile alternativa a Cgil, Cisl e Uil.
Questo ci consegna però anche maggiori responsabilità: USB è consapevole di ciò e sarà sicuramente in grado di assumere su di se questo ulteriore carico di lavoro.

 

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