Anche a Torino la presentazione di Contropiano, rivista della RDC, sul tema dell’Organizzazione ha dato vita ad una discussione partecipata e densa. A confrontarsi, il 15 gennaio scorso presso la libreria Comunardi, i compagni della Rete dei Comunisti di Torino, Franco Turigliatto di Sinistra Anticapitalista, Gianluca Pittavino di Infoaut e Mauro Casadio della segreteria nazionale della RdC, insieme a diversi militanti di organizzazioni sindacali e politiche cittadine.
L’introduzione ha voluto rendere conto della strutturazione del numero, sgombrando il terreno da ogni metafisica dell’organizzazione e cercando di individuare la questione del rapporto storico e teorico tra le strutture organizzate e i cambiamenti del contesto, a partire dalle prime forme organizzative del movimento operaio per arrivare all’attuale configurazione della classe e alle possibili forme che ad essa dovranno corrispondere.
Sul tema dell’organizzazione, su alcuni nodi classici del dibattito comunista novecentesco hanno battuto tutti gli interventi, nella diversità di letture che hanno avuto il merito di non voler buttare il bambino con l’acqua sporca e di non liquidare gli esperimenti di transizione realizzati dai comunisti nel Novecento. Altri passaggi sono serviti a ricordare che la costruzione dell’organizzazione avviene nella concretezza delle lotte, vero luogo di formazione dei quadri comunisti.
L’intervento di Mauro Casadio ha esplicitato alcuni dei punti saldi dell’elaborazione della Rete dei Comunisti: l’ipotesi di gestione o riproposizione di un partito di massa si è scontrato, dalla fine dell’URSS, e si scontra, con le modificazioni della classe e soprattutto con i suoi livelli di coscienza; l’elemento dirompente e decisivo nella situazione attuale è la costruzione del polo imperialista europeo; ogni progetto politico deve confrontarsi nella sua dimensione strategica con questa questione e formulare delle ipotesi di rottura della morsa che le classi dirigenti continentali stanno stringendo nei confronti delle classi subalterne, in particolare dei paesi della periferia produttiva europea.
Su quest’ultimo punto si è verificata – a partire anche dagli interventi del pubblico – la maggiore necessità di approfondimento fra le forze che si confrontavano; la posizione della Rete dei Comunisti sostiene, assieme a Ross@, la rottura dell’Unione Europea e propone la nascita di un’area euro-mediterranea che guardi alla sponda nordafricana; altre posizioni ritengono che l’individuazione del nemico nell’Unione Europea rischi di essere un diversivo, un obiettivo troppo lontano, o il terreno di una pericolosa contiguità con le forze che chiedono una fuoriuscita nazionalistica dall’Europa.
Su questo ultimo punto dunque intendiamo coinvolgere nuovamente i nostri interlocutori – entrando ancora di più nel merito – organizzando la presentazione tra qualche settimana del prossimo numero della rivista, che riporterà gli atti del convegno organizzato dalla Rete dei Comunisti a Roma a fine novembre. Una discussione importante perché crediamo che la lotta contro l’Unione Europea possa essere – attraverso tutte le mediazioni necessarie rispetto al terreno sociale, sindacale e della rappresentanza politica – il vero elemento unificante e di ricomposizione delle lotte, e il terreno sul quale intendiamo confrontarci quotidianamente con i compagni di strada dentro Ross@ e con quelli delle diverse anime del movimento.
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