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Ma la lista Tsipras, si fa o no?

La seconda parte della risposta di Aldo Giannuli ai speranzosi nella “lista Tsipras”. Difficile aggiungere altro….

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Concludendo: la lista Tsipras si fa o no?

E veniamo alla questione della fattibilità della lista Tsipras, sulla quale a te Luciano, pare che io sia pessimista e contraddittorio. Pessimista perché non ci credo, contraddittorio perché dico che uno spazio per una forza di sinistra anticapitalista c’è. Confermo: solo che lo spazio c’è teoricamente. Perché diventi spazio attuale, occorre che ci sia qualcuno pronto ad occuparlo e questo qualcuno non c’è.

Un soggetto politico non è un qualsiasi gruppi di onesti cittadini che si alzi di buon ora e si inventi come tale: troppo facile. Un soggetto richiede una cultura politica, una conseguente linea, una articolazione organizzativa, un tasso di riconoscimento sufficiente da parte di altri… Tutte cose di cui non c’è l’ombra.

Da trenta anni la sinistra –e quella radicale più di quella opportunista- non produce un grammo di cultura politica ma solo rimasticature di slogan, penose analisi prive di fondamento servite con linguaggio da imbonitore di fiera, discorsi che rivelano solo una profonda straccioneria intellettuale (e non dire che sono troppo duro, perché sai perfettamente che ho ragione e potrei documentare parola per parola quello che dico).

Da venti anni, la sinistra radicale è stata soffocata da un ceto politico cialtrone ed arrivista, che ha impedito che potesse nascere qualsiasi alternativa a sé e per fare questo ha impedito meticolosamente che ci fosse qualsiasi dibattito, qualsiasi iniziativa di formazione, qualsiasi centro di produzione di idee che non fosse un gruppo di “amici degli amici”.

Il danno peggiore, che rende tutto ancor più difficile oggi, è l’azione dei vari Ferrero, Vendola, Migliore, Diliberto ecc. ha provocato un devastante “effetto di sputtanamento” (per essere delicati) dell’idea stessa di sinistra radicale. Di conseguenza, quello spazio è stato occupato da altri che, se non altro, hanno mostrato maggiore iniziativa politica e fantasia comunicativa, anche se, sul piano della cultura politica, magari, hanno poche e ben confuse idee.

E nessuno di questi ineffabili dirigenti che accenni ad un minimo di autocritica. Per cui, questo ceto politico non va rottamato: va pattumierizzato. Dove vuoi andare in compagnia di Vendola o Ferrero? Chi vuoi che ti prenda sul serio?

Ma, mi dirai tu, la lista Tsipras nasce proprio dall’idea di superare questo ceto politico con una iniziativa che parta dalla società civile o, se preferiamo, sinistra diffusa. Benissimo: solo che qui non c’è nell’una né l’altra, se non come auspicio. Queste cose non si fanno in così poco tempo, Totò direbbe “E che ssò? Fiascki che si gonfiano?”

Siamo pratici (sai che io tendo alla concretezza), qui le cose stanno in questo modo: o al progetto aderisce Sel (o gran parte di Sel), ed allora la lista si fa ed ha qualche probabilità di fare il 4%, ma diventa una appendice di Sel, oppure Sel non aderisce e voi non riuscite manco a presentare la lista.

Ti ricordo che ci vogliono 75.000 firme autenticate (e questo è il meno) e che in ogni regione ce ne devono essere almeno 3.000. Mi dici come fate a raccogliere 3000 firme in Val d’Aosta dove il totale degli elettori è di 102.000? Per non dire di Molise e Basilicata. Bene che vada, ce la farete solo un due o tre circoscrizioni. La raccolta delle firme può essere evitata da chi abbia un parlamentare europeo o nazionale, che, per ora non mi pare che abbiate. Dunque, la soluzione è Sel che ha i deputati (oltre che un po’ di spicci per la campagna elettorale e un magro gruzzoletto di voti da mettere in comune).

Però, capisci che, a questo punto, loro sono i padroni di casa e voglio vedere come fanno Flores, Camilleri, Spinelli, viale ecc. a dire “Voi mettetevi da parte che le liste le facciamo noi”. C’è un’altra soluzione: che prescindendo da Sel, riusciate a trovare un deputato europeo o nazionale che firmi per la lista (magari un fuoruscito dei 5stelle). In questo caso avrete evitato la tagliola delle firme, ma il problema si ripropone in campagna elettorale, perché Sel non scompare nel nulla: se è con voi detta legge, se si presenta da sola vi elidete a vicenda e non prendete un accidenti nessuno dei due.

C’è poi un problemino da nulla: siamo a 4 febbraio e non si sa ancora se questa cosa si fa, con chi e come. Si vota il 27 maggio, esattamente fra 112 giorni, durante i quali dovreste (firme a parte):

a- mettervi d’accordo sul simbolo, sulle modalità di formazione della lista e sul programma politico

b- fare le liste, trovando i candidati e sbrigando le incombenze burocratiche

c- trovare un minimo di fondi per una campagna elettorale minimamente decente

d- fare la campagna elettorale facendo conoscere in poche settimane un simbolo mai presentato prima ed una proposta politica nuova.

Ancora una volta: se c’è Sel potete farcela (forse), ma la lista è solo poco più di Sel con il belletto, se non c’è siete automaticamente fuori conto.

Io vi auguro fraternamente di farcela, anche se so che, anche in caso di vittoria, la momentanea aggregazione si squaglierebbe in venti secondi, ma, sinceramente, come fai a dire che questa non è l’ennesima ribollitura di una zuppa rancida già troppe volte servita (Dp, Nsu, S.Arcobaleno, Sc)?

E non ti dà nessun sospetto il fatto che la cosa non convinca neppure uno come me, che è sempre stato di questa area, che ha militato per anni in questi partiti, che tuttora si dichiara militante comunista e cerca di mantenere rapporti con il movimento?

Carlo Luciano, auguri, sinceramente auguri..
Aldo Giannuli

 

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