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Il 28 giugno in piazza: rompere l’Unione Europea, basta sacrifici

La Rete dei Comunisti invita i lavoratori e le lavoratrici, le organizzazioni sindacali e sociali, i movimenti di lotta, le forze democratiche e antagoniste a scendere in piazza il prossimo 28 giugno a Roma e a mobilitarsi fin da subito per la riuscita della manifestazione nazionale contro la gabbia dell’Unione Europea e per l’inizio del controsemestre di lotta contro i diktat antipopolari della troika, applicati in Italia dal governo Renzi.

La recente vittoria elettorale del PD e del suo blocco di potere non eviterà l’adozione da parte dell’esecutivo di misure draconiane contro il lavoro, i diritti sociali, i meccanismi di partecipazione politica e democratica già ampiamente imposte in questi anni agli altri paesi sottoposti alla dittatura di classe dell’Unione Europea, delle sue istituzioni e dei suoi meccanismi coercitivi.

Sono sufficienti gli espliciti e pesanti rimbrotti indirizzati dai poteri forti europei a un già ridimensionato Renzi, per chiarire quale sarà il reale scenario dei prossimi mesi al di là della propaganda rassicurante del Partito Democratico e dei mass media collaterali al governo.

E questo mentre il presidente della Banca Centrale Europea – Mario Draghi – continua a regalare miliardi di euro a quelle stesse banche che da anni vampirizzano lavoratori e cittadini.

In questo quadro è necessaria una immediata e vasta mobilitazione politica, sociale e sindacale contro le misure di cosiddetta austerity, ma soprattutto contro l’entità e i meccanismi di integrazione e gerarchizzazione sovrastatali che le partoriscono e impongono contro la volontà dei popoli e dei settori sociali svantaggiati: l’Unione Europea. 
Agli attacchi provenienti da una borghesia europea sempre più aggressiva e gestiti dai governi ‘nazionali’ non si può oggi che rispondere con una parola d’ordine chiara e netta – rompere la gabbia dell’Unione Europea – che dia un senso e una prospettiva a tutte le rivendicazioni e le vertenze espresse dai diversi settori della società e dai territori.
La proposta strategica di rottura e fuoriuscita dall’Unione Europea ha tutta la credibilità per rappresentare oggi il centro dell’iniziativa politica e sociale dei comunisti e di tutte le forze antagoniste. Occorre contrastare e indebolire l’imperialismo europeo che sta alimentando – talvolta in alleanza, talvolta in competizione con gli Usa –  seri pericoli di guerra nell’Europa Orientale e nel Mediterraneo.
Lo spessore delle questioni che oggi l’avversario ci pone con la costruzione dell’Unione Europea rappresenta una sfida per tutto il movimento di classe, una sfida il cui obiettivo principale non può che essere un processo ricompositivo non solo dei settori e delle organizzazioni politiche ma anche e soprattutto di quel blocco sociale oggi penalizzato dal processo di integrazione e gerarchizzazione europeo. 
Questa è stata la strada sperimentata con successo nelle due giornate di mobilitazione del 18 e 19 Ottobre dello scorso anno e che oggi ripropone tutta la sua necessità. 
All’incalzare di una repressione frontale e generalizzata contro gli attivisti e i movimenti di lotta occorre rispondere con la costruzione di vaste alleanze sociali e con parole d’ordine che parlino non tanto al ceto politico sempre più in balia degli eventi e dei tatticismi, ma ad ampi settori popolari colpiti dalla gestione autoritaria della crisi economica.

Rete dei Comunisti, 6 giugno 2014

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