Al Cairo prosegue il lento processo di riconciliazione tra Hamas e Fatah. Nell’incontro di mercoledì in Egitto, alla presenza del presidente Morsi, il capo dell’ufficio politico del movimento islamista Khaled Meshaal e il presidente dell’ANP Mahmoud Abbas hanno ufficialmente deciso di riprendere il dialogo.
Dopo i tentativi falliti nel corso degli ultimi due anni, le due principali fazioni palestinesi ci riprovano. Nella tarda notte di mercoledì, Azam al-Ahmed del Comitato Centrale di Fatah ha detto ai reporter di Euronews: “Stiamo facendo ripartire i negoziati, volti a formare un governo indipendente di unità nazionale sotto la leadership di Mahmoud Abbas”.
Il portavoce di Hamas, Ezat al-Rashq, ha aggiunto: “I due partiti si sono accordati per chiedere l’unità di tutte le fazioni palestinesi e implementare l’accordo di riconciliazione. La questione delle elezioni sarà l’oggetto di un accordo tra tutti i partiti. Discuteremo anche della questione dello status dell’OLP e del ruolo della commissione elettorale“.
Resta ora da vedere se le due fazioni implementeranno tale accordo, molto simile a quelli stretti nel 2011 e nel 2012 in Egitto e in Qatar e mai resi effettivi. Litigi e scaramucce tra le parti hanno continuamente bloccato la creazione di un governo di unità. Ultima in ordine di tempo la decisione di Hamas di boicottare le elezioni locali dello scorso ottobre nei Territori per la mancanza di regole elettorali certe ed eque.
Mercoledì al Cairo si è riparlato di voto. Dal 2006 non si tengono le elezioni nazionali in Palestina, nonostante il mandato dei due governi de facto di Cisgiordania e Gaza sia scaduto da oltre un anno. “Abbas intende riavviare il lavoro della commissione elettorale – ha detto il portavoce di Hamas, Ezat al-Rashq – Dopo che la commissione avrà terminato il suo lavoro e ci sarà consenso intorno al governo di unità, potremo indire le elezioni“.
Da parte israeliana, però, la reazione è stata immediata. Ieri il premier israeliano Netanyahu ha accusato il presidente dell’ANP, Abbas, di voler porre fine al processo di pace stabilendo negoziati con il nemico Hamas, considerato da Tel Aviv associazione terroristica. “Abu Mazen incontra e abbraccia il leader di un’organizzazione terroristica [Khaled Meshaal, ndr] che solo un mese fa ha detto che Israele dovrebbe essere cancellato dalle mappe. Questa non è certo la condotta di qualcuno che vuole la pace”.
da Nena News
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