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“Non c’è situazione umana così miserabile che un poliziotto non possa peggiorare”

“There is no human situation so miserable that it cannot be made worse by the presence of a policeman” Non c’è nessuna situazione umana così miserabile che non possa essere peggiorata dalla presenza di un poliziotto. (Brendan Behan)

Rispetto allo stile militare della polizia italiana, le linee politiche di sicurezza britanniche possono sembrare modeste o misurate. Nella pratica, la Gran Bretagna ha una storia orgogliosa della sua legislazione ‘counter-terrorism’ draconiane, di omicidio extragiudiziale, di collusione con assassini, di tortura e di incarcerazioni politica. Infatti, le forze di sicurezza britanniche erano l’invidia di fascisti in tutto mondo.  Nell’aprile 1963, il ministero di giustizia sud africano B.J.Vorster, sostenitore del apartheid e del nazismo tedesco, ha rilasciato una dichiarazione in cui ammette che ‘avrebbe scambiato tutta la legislazione’ (sud africana) ‘per una clausola’ della la legge fatta dal governo britannico, la Northern Ireland Special Powers Act.

Sei anni dopo in Irlanda del Nord si assiste alla degenerazione della violenza in seguito alla repressione brutale e costante del movimento per i diritti civili, che reclama uguaglianza nel diritto di votare e nel accesso alla casa, al lavoro e all’educazione. L’esercito britannico quell’estate si è schierato, verosimilmente per proteggere la comunità cattolica/nazionalista di minoranza dalla violenza di un’ente della polizia nord irlandese lealista conosciuto come il Royal Ulster Constabulary o RUC (la polizia reale della regione di Irlanda del Nord). In realtà, quello che è capitato successivamente è stata un’operazione militare contro-insurrezione, con la polizia, l’esercito, il sistema giudiziario e i media, lavorando tutti insieme per minare il sostegno popolare alla Provisional IRA.

I seguenti trent’anni sono stati segnati dalla violenza politica, e la lotta armata della Provisional IRA è stato l’elemento più famigerato di questo periodo. Le azioni violente dello stato britannico, però, adesso, gradualmente vengono scoperte. In parte grazie alla rimozione del segreto sui documenti ministeriali (obbligatorio in Inghilterra dopo 30 anni), ma anche grazie a delle indagini giudiziali recenti. La narrativa accettata che le atrocità come ‘Bloody Sunday’ e l’omicidio di Pat Finucane sono state commesse da individui malaccorti con un salario dallo stato, ormai sta diventando screditata. Sempre di più, è riconosciuto che queste crimine sono state guidate politicamente e sancite a un livello ministeriale.

Nell’agosto 1971, l’esercito britannico ha arrestato centinai di terroristi sospettati dalla comunità cattolica/nazionalista e li ha incarcerati senza processo nei campi per prigionieri di guerra. Molti hanno subito brutalità, quattordici in particolare sottoposti a interrogatori pesanti, in cui sono state usate “le cinque tecniche”(incappucciare, fare rimanere a piedi, soggezione a rumore forte, privazione di sonno, privazione di cibo.) In un processo storico, il governo irlandese ha portato il Regnno Unito nella Commissione Europea dei Diritti Umani, con l’accusa di aver torturato questi quattordici uomini. La Commissione ha giudicato che il Regnno Unito ha usato tortura, però questa sentenza è stata rovesciata nel 1978 quando il caso è progredito alla CEDU. Questa infatti, pur riconoscendo che le cinque tecniche equivalevano a trattamento inumano e degradante, ha sancito che non si tratta di tortura, e l’esercito britannico, il governo e il RUC sono stati scagionati.

L’uso di queste tecniche da parte dell esercito britannico non è stato usato solo durante la guerra in Iralanda del Nord.. Nel 2003, un giovane iracheno chiamato Baha Mousa è stato ucciso dall’esercito britannico dopo di essere torturato con gli stessi metodi.

Altri esempi del mondo si sono serviti del caso inglese come precedente: dall’esercito israeliano nei confronti dei palestinesi, agli Stati Uniti nei confronti dei prigionieri di Guantanamo. In tutti questi casi, il matrattamento dei prigionieri, non costituisce tortura.

Il 2 di dicembre 2014, il governo irlandese ha deciso di chiedere alla Corte Europea di riaprire il vecchio caso, a fronte di alcune prove che indicano che il governo britannico ha ingannato la corte nel 1978. Secondo alcuni documenti ministeriali, il governo sapeva che la severità dell’interrogazione costituiva tortura, e in più, l’uso è stato approvato al livello ministeriale.

Un’altra dimostrazione di brutalità in Irlanda del Nord, che al momento è sotto indagine è la linea politica ‘shoot-to-kill’ (sparare con l’intento di uccidere) del RUC. Nel 1982, sette sospetti di terrorismo disarmati sono stati uccisi dalla polizia, in Irlanda del Nord. Sei sono morti e uno è sopravvissuto. Nessuna indagine è mai stata resa pubblica.

Trent’anni dopo, non siamo più vicini alla verità, anche se è stata oggi avviata un indagine della medicina legale su quei morti. Nel corso di questa nuova inchiesta, come atteso, intransigenza e non collaborazione sono gli atteggiamenti della polizia riformata dell’Irlanda del Nord (PSNI). A coronare il tutto, i documenti di una vecchia inchiesta, sono stati distrutti. Omicidio extragiudiziale eseguito dalla polizia, è l’accusa, e cio non è raro nel Regno Unito. Fra le vittime recenti sono Mark Duggan, Ian Tomlinson e Jean Charles De Menezes, e tanti altri che sono morti nella custodia della polizia. In tutti questi casi, gli agenti coinvolti non sono mai stati proseguiti per i loro crimini, come troppo spesso accade anche in Italia.

In merito alla repressione politica, tortura e shoot-to-kill sono praticati molto spesso dalle forze di sicurezza, l’esercito e la polizia, in concerto. Durante l’incarcerazione senza processo, sono stati agenti del RUC che hanno eseguito l’interrogazione sotto la supervisione dell’esercito. Anche quando i politici britannici affermavano in pubblico che l’uso delle cinque tecniche era stato fermato prima del 1978, alcune fonti confermano che il RUC ancora praticava tali brutalità nei centri di interrogazione, sotto la gestione del ‘Chief Constable’ del RUC, Kenneth Newman, nominato cavaliere dalla regina nel 1982. Mentre i suoi poliziotti torturavano i sospetti indipendentisti, Newman è diventato capo della polizia di Londra poco dopo le sommosse a Brixton, e guidato la militarizzazione della polizia.

L’illusione del ‘fair-play’ da parte dei britannici si sta gradualmente disintegrando e quanto più diventa scoperto, quanto più vediamo la continuità nelle pratiche dello stato britannico al di là della guerra in Irlanda del Nord. Prendiamo come esempi il ‘Battle of Orgreave’ (un giorno di scontri durante lo sciopero dei minatori nel 1984 in cui 8,000 poliziotti sono stati schierati), ‘the Hillsborough disaster’ nel 1989 (96 persone sono morte in uno stadio durante una partita di calcio a causa di cattiva gestione da parte dalla polizia), e anche i ‘riot’, le sommosse del 2011. In tutti questi casi la polizia britannica si è comportata un una maniera brutale, l’ordinamento giudiziale ha punito civili e protetto la polizia. Pubblicando le ingiustizie della guerra in Irlanda del Nord, oggi, diventa chiaro che le tradizioni dei britannici praticate in Irlanda del Nord, non sono cessate. Invece, sono state raffinate e continuano ancora.

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