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Fuori la Nato dalla Sicilia, no al Muos, no alla guerra imperialista

La complessa e progressiva militarizzazione della Sicilia, spacciata dalla stampa borghese per necessità difensiva se non addirittura per opportunità economica, non serve le classi lavoratrici ma è una conseguenza dell’imperialismo USA e serve esclusivamente le sue esigenze belliche e di dominio. 

Con Sigonella, il MUOS, le basi aeree e i centri di comunicazione, la Sicilia smette di essere terra per i popoli e diventa portaerei del Mediterraneo: un potenziale bersaglio militare in guerra, lo scudo umano d’Europa. Un rischio bellico a cui si aggiunge il rischio per la salute della popolazione, esposta alle radiazioni elettromagnetiche, e il rischio ambientale. 
La priorità data alla servitù militare blocca gli altri settori di sviluppo economico e culturale, in una terra che già soffre di una forte disoccupazione, che vede il proprio tessuto sociale disgregarsi a causa di una preoccupante ripresa della piaga dell’emigrazione, che verte in un disastroso stato delle infrastrutture e dei servizi sanitari, scolastici etc. Il MUOS, il sistema di antenne costruito a Niscemi, non servirà a difendere l’Italia da fantomatici attacchi dell’ISIS, ma ad aumentare l’efficacia bellica dell’esercito statunitense. Non è un caso che il sito scelto per il posizionamento del sistema di comunicazione sia attiguo a Sigonella, la base USA capitale mondiale dei droni, che proprio dal Muos verrebbero controllati. Alla popolazione locale rimarrebbe solo il disastro ambientale, con le sue ripercussioni economiche sul territorio in termini di costi e perdita di opportunità, e l’incremento dell’incidenza dei tumori in un’area già colpita dall’inquinamento elettromagnetico, a causa di ulteriori antenne precedentemente collocate in contrada Ulmo. Il dominio imperialista è tutt’altro che una necessità per la Sicilia,  è un costo sociale, uno strumento di controllo e repressione.

Ma il MUOS non è una questione di natura locale. In questa fase storica stiamo assistendo a una recrudescenza dell’imperialismo USA e delle potenze alleate del patto atlantico. Con la nuova politica internazionale di Obama l’imperialismo occidentale può attaccare contemporaneamente su più fronti, destabilizzando  governi, muovendo guerre o aggredendo economicamente i paesi, attraverso sanzioni e speculazioni finanziarie. La guerra in Libia, le destabilizzazioni in Venezuela, Siria e Ucraina, l’aggressione economica alla Grecia e agli altri paesi dell’Europa meridionale fanno parte della stessa strategia  interna al conflitto che la classe dominante internazionale muove alle classi proletarie in ogni parte del mondo. In questo senso la militarizzazione fa della Sicilia un fronte aperto della guerra imperialista. Dalla Sicilia sono partiti e partiranno i missili, i droni e i bombardieri dei conflitti attuali e futuri dell’aerea mediterranea. 

La lotta contro il muos che gli abitanti di Niscemi conducono da anni, non è solo una lotta per la salute, per l’ambiente, ma è soprattutto la lotta contro l’imperialismo di un popolo resistente. E’ un momento fondamentale per fermare l’avanzata della guerra imperialista.

Per questa ragione, come Comitato catanese di solidarietà con l’Ucraina antifascista chiediamo ai comitati a sostegno del Donbass presenti in tutta Italia e alle strutture antifasciste e antimperialiste, di unirsi alla lotta del movimento No Muos, aderendo al campeggio presso il presidio permanente di contrada Ulmo dal 6 al 9 agosto e partecipando al corteo nazionale di sabato 8 agosto.
Contro l’imperialismo e la sua guerra, contro le basi NATO sul nostro territorio, la solidarietà militante è un’arma, usiamola!

Comitato catanese di solidarietà con l’Ucraina antifascista

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