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Chi vende petrolio e carburante ad Israele?

La guerra ha bisogno di idrocarburi, tanti idrocarburi.

Rifornire Israele di idrocarburi significa fomentare la guerra contro Gaza e il genocidio palestinese, caricando i serbatoi degli aerei militari e dei carri armati di Tsáhal.

Il documento che proponiamo oggi è un’analisi dettagliata – costruita da Data Desk per Oil Change International della catena di approvvigionamento israeliana di carburanti e petrolio greggio, con la mappa delle principali forniture.

Alcune non riservano sorprese, come le esportazioni dagli USA di carburante JP-8 per gli aerei, o il coinvolgimento delle solite British Petroleum, Chevron, ExxonMobil, Shell, TotalEnergies e la nostra ENI.

Altre risultano più singolari, come il petrolio greggio inviato ad Israele da (o tramite) paesi musulmani – dall’Azerbaigian al Kazakistan, Arabia Saudita, Egitto, Kurdistan iracheno – o da Brasile e Turchia, i cui governi declamano il pieno appoggio ai palestinesi.

Non manca la Russia, che recentemente si è dichiarata per la soluzione “due popoli due stati”, ma intanto rifornisce di petrolio l’aggressore.

L’inchiesta è corredata da interessanti tabelle e immagini satellitari che non possiamo mostrare perchè coperte da copyright, e per la cui consultazione rimandiamo all’articolo originale.

(Ecor.Network)

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I paesi e le imprese dietro le catene di approvvigionamento israeliane di petrolio greggio e carburante

Oil Change International

Nel febbraio 2024, Oil Change International (OCI) ha incaricato Data Desk di fornire una panoramica delle catene di approvvigionamento che attualmente stanno portando petrolio greggio e prodotti raffinati in Israele, concentrandosi sulle forniture di carburante alle forze armate del paese.
La ricerca arriva nel contesto dell’invasione israeliana della Striscia di Gaza nel 2023 e sulla scia di una sentenza del 2024 della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) secondo cui le azioni di Israele potrebbero aver violato i termini della Convenzione sul Genocidio.
L’obiettivo primario dell’analisi era quello di determinare:
• Quali sono i principali paesi che forniscono carburante a Israele?
• Quali sono le principali compagnie internazionali petrolifere e del gas che forniscono carburante ad Israele e ai militari israeliani?
I dati sono aggiornati all’8 marzo 2024.

Risultati principali

Israele continua a ricevere una notevole quantità di carburante JP-8 dagli Stati Uniti sotto forma di aiuti militari. Israele ha ricevuto dagli Stati Uniti tre petroliere di JP-8 Jet Fuel (specificamente formulato per jet militari) dall’inizio della guerra.

Una ha lasciato gli Stati Uniti prima della guerra, mentre due sono state inviate in seguito.

L’ultima spedizione sembra essere attraccata al terminal israeliano di Ashkelon il 6 marzo.

Le petroliere che consegnano carburante di recente sembrano aver spento i loro transponder AIS (Automatic Identification System) molto prima di raggiungere il paese, presumibilmente per motivi di sicurezza. Praticamente tutte le altre spedizioni di prodotti petroliferi raffinati in Israele si sono esaurite da ottobre (presumibilmente a seguito della più ampia crisi del Mar Rosso).

  • Oltre al carburante per gli aerei, l’esercito israeliano richiede quantità significative di diesel e benzina per i carri armati ed altri veicoli militari.
    Questa ricerca conferma che sono forniti dalle raffinerie di Israele, che si basano su importazioni regolari di petrolio greggio e materie prime da oltreoceano.

  • I principali paesi che hanno rifornito le importazioni di petrolio greggio di Israele da ottobre 2023 sono: Azerbaigian, Kazakistan/Russia, Gabon e Brasile.

  • Le principali compagnie petrolifere e del gas internazionali, complici nel facilitare queste forniture di petrolio greggio, includono: British Petroleum (BP), Chevron, ExxonMobil, Shell, Eni e TotalEnergies.

  • Il greggio azero viene consegnato tramite l’oleodotto Baku-Tbilisi Ceyhan (BTC) che termina a Ceyhan, Turchia, dove viene caricato su navi cisterna. BP è l’operatore e il principale azionista di BTC (con i partner di minoranza Equinor, Eni, TotalEnergies e Exxon) e produce parte del petrolio greggio consegnato dall’oleodotto nel Mar Caspio in collaborazione con la società petrolifera nazionale azera SOCAR.

  • Il petrolio kazako viene consegnato tramite l’oleodotto Caspian Pipeline Consortium (CPC), in cui Chevron ha la partecipazione più grande tra le major petrolifere internazionali, seguita da Exxon, Shell e Eni. Queste società, insieme alle società russe e kazake, hanno partecipazioni sia nei campi petroliferi che alimentano l’oleodotto, che nell’oleodotto stesso.

  • Due spedizioni di greggio brasiliano per un totale di 260.000 tonnellate sono state consegnate a Israele dall’inizio dell’invasione israeliana di Gaza. Uno è arrivato nel dicembre 2023 e l’altro nel febbraio 2024. Questo greggio è stato fornito da giacimenti offshore di proprietà di Shell e TotalEnergies insieme alla brasiliana Petrobras. In qualità di importante fornitore di petrolio per Israele, il presidente brasiliano Lula, che è stato molto critico nei confronti di Israele, ha l’opportunità di contribuire a portare un cessate il fuoco perseguendo un embargo petrolifero.

  • Israele riceve anche spedizioni relativamente piccole ma regolari di petrolio greggio attraverso l’oleodotto SUMED. L’oleodotto riceve petrolio greggio dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi Uniti (EAU) e dall’Iraq e dall’Egitto, il paese attraversato dall’oleodotto. Tutti questi paesi hanno condannato le azioni di Israele a Gaza. Il greggio viene caricato sulle petroliere ad ovest di Alessandria per fare il breve viaggio in Israele.

  • La Russia continua a fornire un flusso costante di vacuum gas oil (VGO) per una delle principali raffinerie di Haifa. Il VGO è generalmente raffinato in benzina e diesel.

CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO ISRAELIANE DI GREGGIO E CARBURANTE

Questo documento è un’analisi di base della catena di approvvigionamento fornita da Data Desk per Oil Change International (OCI).

Fonti dei dati

Le principali fonti utilizzate per questa analisi sono: i dati del sistema di identificazione automatica (AIS) sulle posizioni delle navi e i dati aggregati sui flussi commerciali di materie prime dall’app del London Stock Exchange Group (LSEG); documenti doganali e polizze di carico di Sinoimex Global Trade Monitor; e le immagini satellitari di Planet Labs e del satellite Sentinel-2 dell’ESA.

Mentre esempi ed evidenze dettagliate sono forniti solo per i flussi più significativi in termini di volume, il Data Desk può fornire informazioni più dettagliate sugli altri flussi menzionati su richiesta.

I dati della cargo app del LSEG rappresentano il migliore modello di stima del commercio marittimo globale di petrolio e prodotti raffinati, basato su dati dell’AIS, database sulle raffinerie e porti di carico e scarico del petrolio, attrezzature per petroliere, allineamenti portuali, informazioni provenienti dai partecipanti al mercato e analisi di esperti.

Le spedizioni identificate in questi dati devono essere incrociate con i dati provenienti da altre fonti (ad esempio registri commerciali e immagini satellitari) prima di essere citate nei risultati pubblicati.

Le infrastrutture petrolifere israeliane

Israele importa petrolio greggio per alimentare le raffinerie di Ashdod e Haifa.
Importa anche prodotti raffinati, che vengono consumati internamente come combustibili e in alcuni casi riesportati, sfruttando la posizione strategica del paese all’estremità settentrionale del Canale di Suez.

I principali porti per le consegne sia di petrolio greggio che di prodotti raffinati sono Ashkelon, Ashdod e Haifa. A causa dei disagi ad Ashkelon legati al conflitto in corso a Gaza, il porto di Eilat – collegato ad Ashdod da un oleodotto – è stato utilizzato negli ultimi mesi anche per le importazioni di greggio.

Dato il suo isolamento politico regionale, Israele è fortemente dipendente dalle importazioni via mare, in mancanza di infrastrutture di gasdotti che colleghino il paese ai suoi vicini.

Essendo un piccolo paese con un esercito e un’aviazione relativamente grandi, in Israele c’è anche una significativa sovrapposizione tra le catene di approvvigionamento di carburante civili e militari.

Per esempio:

  • Raffineria di Ashdod: secondo la relazione finanziaria Q4 2023 (p. B-3) del Gruppo Paz [la principale compagnia petrolchimica israeliana], la sua controllata Paz Aviation Services detiene un contratto attivo per il rifornimento di aeromobili in sette basi aeree militari in Israele, che sembra coprire la maggior parte del patrimonio dell’aeronautica militare israeliana.
    Secondo lo stesso rapporto (p. A-14), la raffineria di Ashdod – che è stata scorporata dal gruppo Paz nell’ottobre 2023 – ha prodotto 262.000 tonnellate di carburante per aerei tra gennaio e giugno 2023, l’11% della sua produzione complessiva.

  • Raffineria di Haifa: il personale militare israeliano è autorizzato a rifornire i propri veicoli in una qualsiasi delle circa 400 stazioni di servizio di proprietà delle società Delek e Sonol, in base a un contratto assegnato nel 2021. Secondo il sito web della Sonol, il carburante per le sue stazioni di rifornimento proviene dalla raffineria di Haifa. Dettagli dal rapporto annuale 2020 del Gruppo Delek (pp. A 281-82) suggeriscono anche che si rifornisca di carburante per le stazioni di rifornimento dalla raffineria di Haifa. In un recente post su LinkedIn, il gruppo Bazan, proprietario della raffineria di Haifa, parla di “fornire energia continua ai veicoli, all’esercito e all’intera economia energetica“.

Fonti di petrolio greggio e materie prime

Le importazioni israeliane di petrolio greggio e materie prime sembrano non essere state influenzate dagli eventi attuali, rispetto alle importazioni di prodotti raffinati.

Il grafico sottostante mostra i volumi di greggio importati nel tempo, suddivisi per macroregione di origine.

Con l’eccezione dei flussi dal Kurdistan iracheno – che sono stati interrotti nella primavera del 2023 a causa di una disputa tra l’Iraq, il governo regionale del Kurdistan e la Turchia, non correlata con la guerra a Gaza – ci sono stati pochi cambiamenti negli ultimi mesi.

La maggior parte del greggio delle raffinerie israeliane è costituito dal petrolio della regione del Mar Caspio, in particolare dal greggio dell’Azerbaigian che passa attraverso l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTC) e dal greggio del Kazakistan e della Russia che viaggia attraverso la rotta del Caspian Pipeline Consortium (CPC).

Insieme, queste fonti hanno storicamente rappresentato una maggioranza significativa del greggio che entra in Israele ogni mese.

La mappa [visibile qui] mostra i percorsi sia dell’oleodotto BTC (rosso), che termina al porto di Ceyhan in Turchia, sia dell’oleodotto CPC (verde), che termina a Novorossiysk sulla costa russa del Mar Nero, insieme alle rotte tipiche delle petroliere verso Israele (tratteggiate in bianco).

Oltre a questi principali fornitori regionali, Israele si rifornisce di greggio anche da paesi più lontani, in particolare dal Gabon e dall’offshore brasiliano. I flussi gabonesi non sembrano essere stati toccati dal conflitto a Gaza, con cinque carichi di greggio arrivati dal 13 ottobre 2023, data del primo raid dell’esercito israeliano.

Guardando al Brasile, Israele ha ricevuto 260.000 tonnellate di greggio prodotto da giacimenti di proprietà congiunta di Shell e Petrobras dal 13 ottobre [vedi qui la tabella delle spedizioni].

Le spedizioni dal Brasile sono state effettuate tramite petroliere che hanno spento i loro transponder AIS nella zona STS di Port Said, prima di raggiungere Israele.

Ad esempio: il 29 novembre 2023 una petroliera chiamata Freud (IMO 9804461) carica per la prima volta un carico di greggio nella zona di trasferimento ship-to-ship di Santos, al largo del Brasile, chiaramente visibile nei dati grezzi dell’AIS come una variazione del pescaggio da 9,3 metri a 16,3 metri.

La nave che scaricava il carico era la nave cisterna Windsor Knutsen (IMO 9316115).

L’ultima posizione AIS registrata dalla Freud prima di raggiungere Israele è stata alle 07:57 UTC del 21 dicembre 2023, a latitudine 31.9886 e longitudine 34.1987, in direzione di Israele a una velocità di 12,6 nodi.

La posizione successiva è stata segnalata alle 12:22 UTC del 27 dicembre 2023, navigando nella direzione opposta a 9,4 nodi. Poco dopo, il suo pescaggio è sceso a 9,3 metri, suggerendo che la nave aveva scaricato il carico [qui la mappa del percorso della Freud].

Tra queste due date, la petroliera sembra aver ormeggiato al terminal della Europe Asia Pipeline Company (EAPC) a sud di Ashkelon, da cui gli oleodotti riforniscono le raffinerie di Haifa e Ashdod, come indicato qui nelle immagini satellitari Sentinel-2.

Una consegna più recente sulla Milos (IMO 9746619) segue esattamente lo stesso schema, con la nave che preleva un carico tramite STS (in questo caso dalla Lena Knutsen) e spegne l’AIS il 9 febbraio 2023 all’incirca alla stessa distanza dalla costa israeliana.

La nave, con il suo caratteristico ponte chiaro, è facilmente individuabile nello stesso posto della Freud al terminal EAPC in un’immagine del pianeta del giorno seguente, visibile qui.

Un flusso molto più piccolo sembra provenire dall’Arabia Saudita, attraverso l’oleodotto Sumed.
Utilizzando i suoi porti del Mar Rosso, l’Arabia Saudita può esportare petrolio a nord verso Israele senza dover inviare navi attraverso il Golfo di Aden [evitando la rotta soggetta agli attacchi degli Houti]

Questi flussi appaiono nei dati del LSEG come spedizioni [dirette ad Israele] da Sidi Kerir, capolinea settentrionale dell’oleodotto vicino ad Alessandria d’Egitto [vedi qui la tabella delle spedizioni].
Nel frattempo, le spedizioni al punto di ingresso meridionale dell’oleodotto appaiono come consegne ad Ain Sukhna, nel Mar Rosso settentrionale.

Sebbene la stragrande maggioranza del petrolio consegnato ad Ain Sukhna provenga dall’Arabia Saudita, riceve anche spedizioni da altri paesi della regione, tra cui lo stesso Egitto ma anche gli Emirati Arabi Uniti e l’Iraq [vedi qui la tabella delle spedizioni].

Oltre al petrolio greggio, Israele importa alcuni prodotti petroliferi intermedi (o “sporchi”) come materie prime destinate ad un’ulteriore raffinazione. Un prodotto chiave qui è il vacuum gas oil (VGO) russo, che viene regolarmente spedito dai porti di Novorossiysk e Taman sul Mar Nero, probabilmente per la raffinazione come carburante per aerei e diesel tramite hydrocracking.

Come altre forniture di materie prime, questo flusso non sembra essere stato influenzato dai recenti eventi, con quattro carichi che sarebbero arrivati dal 13 ottobre 2023.

Vale la pena notare che i flussi di VGO russi verso l’Europa sono stati significativamente influenzati da un divieto dell’Unione Europea sulle importazioni di prodotti raffinati russi entrato in vigore nel febbraio 2023, con il conseguente eccesso di offerta che ha portato al probabile riciclaggio attraverso la Turchia.

In quanto tale, il ruolo di Israele come consumatore di VGO russo è ancora più importante del solito e gli acquirenti potrebbero essere stati in grado di assicurarsi prezzi migliori rispetto al 2022 [vedi qui la tabella delle spedizioni].

Aiuti militari USA

Israele continua a ricevere una notevole quantità di carburante JP-8 dagli Stati Uniti sotto forma di aiuti militari. La principale fonte esterna di carburante militare di Israele – e di prodotti raffinati in generale – sono gli Stati Uniti, che inviano circa ogni due mesi una petroliera a medio raggio (MR) di carburante per aerei JP-8 attraverso l’Atlantico e il Mediterraneo.
Prima di ottobre, Israele riceveva regolarmente spedizioni di gasolio dalla raffineria indiana di Jamnagar. Dopo l’invasione di Gaza, questo significativo flusso di carburante raffinato sembra essersi completamente esaurito, presumibilmente a causa della più ampia crisi del Mar Rosso.

Dall’inizio dell’invasione, Israele sembra aver ricevuto tre carichi di carburante per aerei JP-8 dagli Stati Uniti.
Uno è partito prima dell’invasione, a bordo della Overseas Santorini (IMO 9435909). Sembra che altri due siano stati inviati dopo l’invasione, uno a bordo della stessa nave e un altro sulla Overseas Sun Coast (IMO 9862944), con l’ultimo arrivato nella prima settimana di marzo.
Tutti provengono dalla raffineria Bill Greehey di Valero a Corpus Christi, in Texas.
La migliore prova disponibile per la prima spedizione è rappresentata dai dati delle polizze di carico statunitensi, che mostrano la partenza da Corpus Christi per Ashkelon il 21 settembre 2023 e confermano che l’esportatore è elencato come “US GOVERNMENT DEFENSE FUEL SUPPLY” [vedi
qui la tabella delle spedizioni].
Mentre i dati AIS mostrano chiaramente la partenza dalla raffineria di Bill Greehey il 22 settembre, la petroliera sembra aver spento il transponder il 19 ottobre 2023, a sud di Creta, presumibilmente per proteggersi dagli attacchi missilistici dalla Striscia di Gaza [vedi
qui la mappa del percorso della Overseas Santorini]. Pertanto, non sono disponibili dati che mostrino che la petroliera stia effettivamente attraccando in Israele.

Un secondo viaggio sembra essere stato effettuato dall’Overseas Santorini quasi immediatamente dopo il primo, e appare anche nei dati delle polizze di carico statunitensi.
I dati AIS mostrano la nave in partenza dalla raffineria di Bill Greehey il 6 dicembre 2023, con il segnale perso nel Mediterraneo appena a ovest di Creta il 28 dicembre.
Il 4 gennaio, la nave è riapparsa vicino a Cipro, con un pescaggio significativamente inferiore, coerente con l’aver scaricato il carico.
[Per la cronaca: al momento della pubblicazione di questo articolo, la Overseas Santorini è nuovamente al largo di Creta. Per chi volesse seguire gli spostamenti delle petroliere si rimanda al sito di
Marine Vessel Traffic. NdR].
Il terzo viaggio sembra essere iniziato il 9 febbraio 2024.
La petroliera ha fatto scalo a Gibilterra il 27 febbraio 2024, ma senza che sia stata registrata una modifica significativa nella misurazione del pescaggio, indicativo del fatto che non ha scaricato il carico.
Il segnale AIS della Overseas Sun Coast è stato perso appena a est della Sicilia il 2 marzo 2024, con la nave che si dirigeva verso est a 13,4 nodi.
Un’immagine satellitare del 6 marzo 2024 di Planet (sotto) mostra una petroliera che corrisponde alla stessa descrizione ormeggiata
all’ormeggio Number 2 Multibuoy presso il terminal EAPC di Ashkelon.
Sappiamo che la spedizione è, ancora una volta, etichettata come JP-8 jet fuel su una piattaforma concorrente del LSEG, sebbene le informazioni sulla polizza di carico non siano ancora disponibili sul Sinoimex Global Trade Monitor [vedi
qui la mappa del percorso della Overseas Sun Coast].
Secondo l’ultima
autorizzazione disponibile del Dipartimento di Stato americano, dal 2020 anche le spedizioni di gasolio e benzina fanno parte degli aiuti militari forniti dagli Stati Uniti, ma i dati delle polizze di carico non mostrano alcuna spedizione di gasolio da marzo 2023 e non mostrano spedizioni di benzina.

Coinvolgimento di compagnie petrolifere internazionali

Le compagnie petrolifere internazionali (IOC) hanno un coinvolgimento significativo nella catena di approvvigionamento del greggio israeliano.

BP e Chevron sono cruciali per rifornire Israele di greggio attraverso gli oleodotti Baku-Tbilisi Ceyhan (BTC) e Caspian Pipeline Consortium (CPC).

Anche ExxonMobil, Shell, Eni e TotalEnergies hanno partecipazioni in questi oleodotti e/o giacimenti petroliferi che li riforniscono:

  • BP è l’operatore e il maggiore azionista dell’oleodotto BTC (con i partner di minoranza Equinor, Eni, TotalEnergies ed Exxon), mentre Chevron detiene la maggiore partecipazione tra le imprese occidentali nel CPC. La linea BTC trasporta un mix di greggio proveniente dalle attività della [azera] SOCAR e della BP. I due maggiori spedizionieri di petrolio attraverso l’oleodotto CPC sono la Tengizchevroil – una joint venture kazaka (JV) di cui Chevron possiede il 50% ed ExxonMobil il 25% – e la Karachaganak Petroleum Operating BV, un’altra joint venture che coinvolge Eni, Shell e Chevron.

  • Secondo i dati del LSEG, dal 13 ottobre 2023 diverse spedizioni attraverso il BTC e il CPC sono state noleggiate dalle società commerciali Oilmar e Petraco, quest’ultima con sede a Guernsey [paradiso fiscale delle Isole del Canale]. Citando fonti anonime, la pubblicazione commerciale Energy Intelligence ha riferito nel novembre 2023 che i principali fornitori di greggio di Israele includevano anche le società commerciali internazionali Vitol e Glencore.

  • Mentre il petrolio del BTC proviene quasi interamente dall’Azerbaigian, il petrolio del CPC è una miscela composta da petrolio proveniente dai principali giacimenti all’interno e intorno alle sezioni kazaka e russa del Mar Caspio, nonché da giacimenti onshore più piccoli nel sud della Russia.
    La maggior parte è kazaka e ai carichi viene assegnato un certificato di origine kazako o russo in proporzione complessiva alle quantità di petrolio che vengono spedite attraverso il sistema da ciascun paese (indipendentemente dall’esatta composizione di un singolo carico).

  • Come hanno dimostrato gli eventi del 2022, l’infrastruttura per il carico di petrolio greggio sulle petroliere all’estremità occidentale dell’oleodotto CPC è altamente vulnerabile alle interferenze del governo russo. Detto questo, l’importanza del petrolio e del gas del Mar Caspio per le imprese statunitensi ExxonMobil e Chevron – e la mancanza di rotte alternative praticabili per l’esportazione – ha finora salvato il sistema CPC dalle sanzioni occidentali, e non c’è motivo di sospettare che questo cambierà nel prossimo futuro. Allo stesso modo, mentre la posizione del governo turco sull’invasione di Gaza è stata ostile a Israele, non è chiaro se i funzionari potrebbero intervenire a Ceyhan per bloccare spedizioni specifiche senza rischiare di danneggiare le relazioni della Turchia con l’Azerbaigian e la sua posizione strategica come paese di transito per il petrolio e i prodotti raffinati dalla Russia e dal Caucaso.

  • Guardando alle spedizioni dal Brasile, il LSEG registra consegne di greggio dai giacimenti di Berbigao, Sapinhoa, Tupi, Iracema Norte, Iracema Sul e Buzios nel 2023 e nel 2024. Di questi, i giacimenti di Berbigao, Sapinhoa, Tupi, Iracema Norte e Iracema Sul sono tutti parzialmente di proprietà della Shell, mentre TotalEnergies ha anche una partecipazione nel giacimento di Berbigao. La Shell ha acquisito le attività attraverso l’acquisizione del BG Group nel 2016.

  • In Gabon, le attività produttive sono di proprietà della Perenco e di una società chiamata Assala Gabon a seguito di disinvestimenti su larga scala da parte di TotalEnergies e Shell negli ultimi anni.

Tratto da:

Oil Change International, Investigating the countries and companies behind Israeli crude oil and fuel supply chains, marzo 2024, pp. 2.
Oil Change International,
Israeli crude and fuel supply chains, 8 marzo 2024.
Traduzione di
Ecor.Network.

Immagini:

1) Ashkelon, by david55king. Licenza CC BY 2.0.
2)
Location of Baku–Tbilisi–Ceyhan pipeline, by Charles. Licenza CC BY-SA 4.0.
3)
PikiWiki Israel 5905 haifa oil refinery, by אבישי טייכר. Licenza CC BY 2.5.
4) Forniture di petrolio greggio a Israele, 2022/24. Fonte: app LSEG ‘CARGO’. Tratto dall’articolo originale.
5) Key oil and natural gas infrastructure in Egypt. Fonte:
U.S. Energy Information Administration.
6)
Israeli Air Force Fly-by 67, by Zachi Evenor. Licenza CC BY 2.0.
7)
Location of Caspian Pipeline Consortium, by Guido Grassow. Free Licence, Wikimedia Commons.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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