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I “limiti” di Letta

Due dichiarazioni diffuse dalle agenzie ci offrono uno spunto inquietante ma interessante per comprendere il paese e il momento storico in cui ci è toccato di vivere.

La prima è da “ordine pubblico”.

“Con gli scontri di ieri si è passato il limite e non credo che siano giustificabili in nessun modo le scene che abbiamo visto”. E “lo dico davanti a tante parole giustificazioniste ascoltate in questi mesi” ha affermato il premier Enrico Letta, a proposito delle manifestazioni contro il Tav nella Capitale di mercoledì pomeriggio. Letta, in conferenza stampa con Hollande, si è detto ”profondamente dispiaciuto” per gli scontri avvenuti a Roma. “Occorre condannare con fermezza gli scomposti e pericolosi atti di violenza, compiuti da persone senza scrupoli e prive di ideali, a danno delle Forze di Polizia” ha rincarato la dose il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. E infatti sono già scattate alcune denunce nei confronti dei manifestanti…

La seconda è di sostanza economica.

Eni, Stm e Enav per le partecipazioni dirette e Sace (Cdp), Fincantieri (Cdp), Cdp Reti (Cdp), Tag (Cdp) e Grandi Stazioni (Fs): queste le società che vedranno la dismissione di partecipazioni da parte pubblica” ha dichiarato il Presidente del Consiglio. “Le dismissioni arriveranno fino al 60% della quota per Sace e Grandi Stazioni; per Enav e Fincantieri è prevista una cessione del 40%; per Eni la cessione è del 3%” ha spiegato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.

Due dichiarazioni che raccontano un mondo, quello che ha in mente Enrico Letta, il suo governo e la classe dominante che rappresentano in Italia e nell’Unione Europea. Un mondo fatto di consegna ai privati – e soprattutto a quei soggetti privati ben organizzati in monopoli a livello europeo – di pezzi interi del paese, dei suoi beni collettivi, dei suoi interessi sociali, allo scopo di ricavarne una misera “benedizione” in sede di Eurogruppo, oggi.

Di fronte allo scempio delle decine di miliardi buttati nel Tav in Val di Susa piuttosto che su altre priorità del paese, a partire dalle emergenze sociali su lavoro, casa e tutela del territorio;

di fronte al dato, ormai acclarato, che grandi opere inutili come il Tav sono un’appropriazione privata in poche mani di un bene pubblico come il territorio, l’ambiente e i suoi abitanti;

di fronte al fatto che proprio le privatizzazioni hanno destrutturato, indebolito e svuotato i servizi pubblici, le banche e le aziende strategiche del paese… Enrico Letta manda a dire che chi avrebbe “passato il limite” sono i manifestanti che hanno cercato di uscire da una piazza completamente circondata da centinaia di agenti in assetto antisommossa?

Un rappresentante della tecnocrazia più cinica – quella che ha commissariato il nostro paese attraverso la troika, quella che, come il dott. Carlo Cottarelli, viene pagata quasi un milione di euro in soli quattro anni per decidere quante teste tagliare tra i lavoratori pubblici e quanta salute andrà cancellata dal servizio sanitario nazionale; quella che coscientemente sta svendendo ai privati i beni pubblici e i servizi strategici che sono di tutti noi – si permette di parlare di “persone senza scrupoli e prive di ideali”? A proposito di gente che rischia se stessa “a gratis” per difendere diritti e istituti conquistati in decenni di lotte sociali?

Se c’è un limite che è intollerabile veder passare è proprio questo…

 

 

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