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I rottamatori di incantesimi. Dentro e oltre il 28 giugno

E’ noto che tutto ciò che “incanta”, cioè che fa credere a cose che non corrispondono alla realtà, può essere svelato se qualcuno si assume la responsabilità di rompere l’incantesimo. La manifestazione nazionale del 28 giugno e il Controsemestre popolare convocati in antagonismo al “semestre europeo a presidenza italiana”, contengono in sé sia i contenuti che le possibilità di rompere l’incantesimo allestito intorno al governo Renzi e ai suoi padrini europei ed internazionali.

Rompere l’incantesimo intorno a Renzi è una necessità urgente. Il “giovine fiorentino” continua a godere di consensi blindati e decisamente esagerati in tutti gli apparati politici e comunicativi gestiti dai poteri forti.

I giornali importanti e gli imprenditori, le televisioni e i banchieri, gli elettori e i dirigenti del Pd imbambolati e le signore dei salotti buoni, contribuiscono a rendere vivo un incantesimo che cela spudoratamente la realtà e avvolge anche i settori popolari, che già molto hanno perso e molto hanno da perdere dalle misure messe in campo dal governo Renzi e dalla sua subalternità all’Unione Europea.

La manifestazione del 28 giugno ha dichiarato che intende soffiare via questa cortina fumogena e rendere palesi i problemi, le contraddizioni e le soluzioni.

Il primo velo è quello steso sulle concessioni che Renzi starebbe strappando ai cerberi dell’Unione Europea. Lo sguardo bonario che Angela Merkel riserva al giovane premier italiano non deve confondere. A fare da contrappeso ci sono già artiglieri pesanti come il ministro delle Finanze Schauble e il presidente della Bundesbank Weidmann, che insistono nel perseguire le politiche di rigore economico che stanno uccidendo il malato (i paesi Pigs e le loro popolazioni).

Il secondo velo squarciato è che la maggiore flessibilità ventilata sui vincoli posti dai Trattati Europei è del tutto asimmetrica rispetto a quello che si pretende in termini di privatizzazioni, tagli al welfare, regressione dei diritti dei lavoratori e riduzioni salariali di fatto. Gli annunci alla vigilia del semestre europeo a guida italiana vanno letti bene e in controluce, senza farsi abbacinare dalle parole di miele.

Il terzo velo è rappresentato dall’occultamento dell’emergenza democratica che investe ogni singolo paese a fronte della gerarchizzazione dei poteri decisionali nell’Unione Europea. In Italia la questione viene resa ancora più pesante dalle controriforme costituzionali, su cui il governo Renzi intende procedere come un bulldozer in nome della “governabilità”. Nelle regole dell’incantesimo è fondamentale chiamarla con il più rassicurante acronimo di “governance”, ma la sostanza è una verticalizzazione di potere che liquidi definitivamente ogni residuo di democrazia rappresentativa.

Il quarto velo dell’incantesimo è quello sindacale. Il governo Renzi e le oligarchie dell’Unione Europea hanno in mente un solo modello di sindacato per i lavoratori: quello complice nei confronti degli interessi privati delle imprese. Un sindacato unico, diviso al massimo in settore pubblico e settore privato, impegnato a gestire i fondi pensione e sanitari, aziendali e privati, i primi legati all’andamento dei risultati di impresa, i secondi ai mercati finanziari. Un modo efficace ma diabolico per legare definitivamente i lavoratori ai loro padroni e al capitale finanziario.

Con questa consapevolezza, la coalizione politica, sindacale e sociale che ha convocato il Controsemestre popolare e la manifestazione nazionale del 28 giugno, ha dovuto agire indipendentemente dall’inerzia della sinistra elettoralista e dai residui di un certo movimentismo fine a se stesso, che rappresentano le due mentalità perdenti con cui fare i conti e da cui, possibilmente, liberarsi. Nei prossimi mesi sarà indispensabile mettere in campo non solo il conflitto sociale, ma anche un minimo o un massimo possibile di visione “lunga”, contro gli incantesimi del governo Renzi ma soprattutto contro i “mostri” dell’Unione Europea.

 

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