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Convivere con il virus. Come?

Gli scenari della pandemia di Covid 19 nei prossimi mesi presentano molte incognite, ma anche qualche certezza che sarà bene non sottovalutare.

In primo luogo le misure di sicurezza elementari vanno adottate e rispettate, sia singolarmente che collettivamente e qui, chi ha più responsabilità,  deve assumersele fino in fondo.

Se è doveroso chiedere ad ogni individuo di indossare la mascherina e usare prudenza nei contatti sociali, è altrettanto doveroso che i meccanismi che regolano flussi e assembramenti siano pensati in modo serio, non occasionale e poi anche disciplinati severamente.

Per esempio. E’ stato giusto svuotare discoteche e altri eventi estivi in cui non venivano rispettate, o non si poteva farlo, le  misure di sicurezza minime. Ma quando vedremo autobus, metropolitane, treni pendolari strapieni di gente che va a lavorare o a scuola, l’ipocrisia del doppio standard diventerà visibile e insopportabile a molti.

E’ già accaduto nelle prime settimane della pandemia, quando la pressione della Confindustria, per evitare le chiusure nei primi focolai pandemici nella sola Lombardia, ha fatto sì che si accumulassero ritardi criminali fino a decretare la “zona rossa” e la quarantena in tutto il paese. Lasciando però aperte gran parte delle fabbriche a forza di “deroghe” e furbate sui “codici Ateco”…

Isolare davvero e soltanto i primi focolai, come fatto in Cina sarebbe stato forse sgradito a Confindustria,  ma sicuramente più efficace. Anche sul piano economico, con perdite più limitate.

In secondo luogo, tutti i dati e soprattutto le loro tendenze, ci dicono che il Covid-19 sarà ancora tra noi a lungo e in modo diffuso. I virus hanno questa caratteristica e non cessano la loro azione per decreto, ma solo quando si trovano finalmente vaccini efficaci e a disposizione di tutta la popolazione.

Dovremo quindi attrezzarci davvero per “convivere con il virus”. Ma in questo caso delle due l’una:

– o si accetta la logica suicida/omicida dell’effetto gregge “per via naturale”, teorizzato dai Johnson, Trump, Bolsonaro (si ammalano o periscono i più deboli perché i costi della salute collettiva sono considerati “uno spreco”)

– o si rimette in primo piano la salute pubblica, subordinando a questa l’economia e la vita sociale. Ossia riorganizzando tutto con quest’altra logica.

Chi minimizza o ridicolizza il virus Covid-19 fa seri danni a tutta la collettività, dunque a ciascuno di noi, oltre che a se stesso. Non ci sono infatti solo i casi letali, ci sono anche le conseguenze sugli organismi umani che sopravvivono e, da quanto risulta, sono spesso piuttosto pesanti.

In tal senso diventa inaccettabile e insopportabile la concezione del tutto individualista di chi pensa solo se stesso.

C’è chi minimizza enfatizzando il fatto che, fortunatamente, molti contagiati sono asintomatici, traendone la conclusione che “allora non sono malati“. In medicina si dice invece che sono portatori sani.

Essere un portatore sano e dunque individualmente immune è comunque un problema collettivo. Ovvero di tutti noi.

E’ bene ricordare che viene definito portatore sano un individuo contaminato da un agente patogeno o portatore di una malattia genetica recessiva, ma di cui lui non manifesta i sintomi e magari ne è totalmente inconsapevole. Benché dunque lui non sia “malato”, il portatore sano può trasmetterla ad altri, se infettiva, o ai discendenti, se genetica.

E’ evidente che l’infezione da virus può essere trasmessa in qualsiasi luogo dove ci “si ammassa”; in discoteca come su un autobus o sul posto di lavoro. Ritenere che sia un problema solo la prima è una ipocrisia inaccettabile. Ma soprattutto un falso dettato da precisi interessi economici.

Dunque ci sono responsabilità individuali e collettive nell’affrontare questa seconda fase della pandemia.

Se nei prossimi mesi si presenteranno emergenze e focolai sarà doveroso intervenire per isolarli rapidamente, sia che si manifestino in una scuola o una fabbrica o un magazzino della logistica.

Il chiagne e fotti di imprenditori e furbetti del fatturato non è più accettabile. Perché ha conseguenze su tutti noi.

Fino a quando non ci sarà un vaccino in quantità sufficienti per tutti, dovremo convivere con il Covid 19 e dovremo farlo al meglio delle possibilità di una società consapevole della propria dimensione collettiva e individuale, rovesciandone dunque la priorità. Che non può più essere il profitto di pochi.

Un sistema economico/sociale fondato sull’individualismo, come quello occidentale e capitalista, si è dimostrato quello meno capace di affrontare questa sfida.

Sistemi diversi da questo, non hanno solo dimostrato la loro dimensione “disciplinare”, ma anche un maggiore senso della collettività e, se volete, della razionalità necessaria per fare fronte alle emergenze dell’umanità.

Le scene in foto, dalla discoteca-piscina di Wuhan – di Wuhan! – non sono perciò una “manifestazione di irresponsabilità” come quelle del Billionaire o del Twinga.

Sono la meritata festa dopo una faticosa vittoria collettiva.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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9 Commenti


  • Walter

    Tutto pienamente condivisibile, seppure anche mantenere i popoli in una condizione di panico perenne sia altrettanto discutibile, oltre che, forse, funzionale ad altri obiettivi.
    Però, un’osservazione: se è vero come è vero che il virus non si sconfigge per decreto o per campagna mediatica, allora forse anche la festa di Wuhan è stata un azzardo in un momento in cui è ancora presto per cantare vittoria.


  • Nico

    Leggo quotidianamente questo giornale e alcuni autori come Barontini che scrive in modo gradevole, ma di molte firme non conosco impegni, studi vita è il caso dell’autore di questo editoriale che condivido politicamente ma allo stesso tempo le sue certezze sul virus e sul vaccino da dove gli vengono?


  • Maria Concetta Tassone

    Sul vaccino non mi sarei tanto sbilanciato. Davvero è un argomento controverso data la natura mutevole del virus.


    • Redazione Contropiano

      Sta nella prassi storica: i virus – qualsiasi sia la loro struttura e complessità – si battono solo con la creazione di vaccini. L’altro metodo (pre-moderno) è lasciarlo girare, far morire quanti “devono morire” e far finta di niente. La seconda è la linea che unisce Confindustria a Salvini e Trump, via Bolsonaro. E i risultati si vedono…


  • Fabrizio

    Peccato che è stato già dimostrato che di Covid ci si può riammalare e quindi l’immunità nei suoi confronti è soltanto passeggera. Quindi mi chiedo che senso abbia investire tanti soldi nella vaccino profilassi, quando si potrebbe dirottare questi fondi sulle cure farmacologiche.


    • Redazione Contropiano

      “dimostrato” è un solo caso al mondo.
      “immunità passeggera”, come per l’influenza annuale, è comunque meglio di nessuna immunità (senza la quale ci si ammala in una certa percentuale di casi e al limite si muore)
      se non comprendi l’utilità della profilassi, basta studiare un po’, anche perché l’investimento nella ricerca di un vaccino è poca roba rispetto al guadagno sociale che se ne può trarre (quello privato, invece, o lo si limita per legge o si intascano tutto loro)


  • Maurizio

    H o molti dubbi sul discorso vaccini in genere ( per le porcherie che ci buttano in mezzo, metalli pesanti ecc…, per le enormi speculazioni delle case farmaceutiche, vi ricordate del ministro sacconi e dei vaccini contro l’aviaria?) e ancor di più per
    ” i coronavirus ” che secondo alcuni esperti del campo dicono siano virus in continua mutazione.


    • Redazione Contropiano

      I vaccini hanno salvato l’umanità da malattie ed epidemie mostruose (per sofferenze e numero di morti).
      I vaccini hanno arricchito le società farmaceutiche e sono occasione di speculazione infame.
      E’ la contraddizione che presenta il capitalismo. Ha sviluppato “la civiltà”, ma l’ha fatto a vantaggio del profitto di pochissimi, con qualche ricaduta positiva anche per l’umanità in genere (se c’è più cibo in produzione e circolazione, si aumenta anche di numero; così come, se si è vaccinati in numero sufficiente, si riduce il numero di morti ad ogni epidemia, foss’anche di semplice influenza).


  • Maurizio

    Sono d’accordo con voi sul fatto che i vaccini hanno salvato l’umanità da epidemie mostruose per sofferenze e numero di morti ( vaiolo, polio ecc…) sull’oggi, epoca neoliberista , mantengo i miei dubbi e sicuramente andrebbero fatte attualmente delle chiarificazioni sulla funzione e reale valenza della scienza. Comunque avverto sicuramente il senso di incertezza e impotenza rispetto a questa situazione incombente.

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