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L’Unione Europea ha partorito mostri

Diceva un autorevolissimo protagonista del XX Secolo che “Gli Stati Uniti d’Europa o saranno reazionari o non saranno”. Traduzione: se le borghesie europee uniranno i loro stati possono farlo solo dentro un progetto reazionario.

La profezia di Vladimir Ilic Ulianov (più noto come Lenin), sembra essersi avverata pienamente sotto i nostri occhi, anche se per compiersi si è mascherata – ed è stata spacciata per anni – da progetto progressista.

La fotografia che l’intera architettura dell’Unione Europea sta restituendo nel XXI Secolo, è quella di un contraddittorio blocco reazionario, suprematista e guerrafondaio in tutte le sue articolazioni.

Oggi c’è la foto della galleria dei mostri, quelli invitati da Salvini a Firenze per unire le forze più razziste e retrive dello scenario europeo. Forze che però stanno viaggiando con il vento in poppa. Ampiamente disponibili – e grati – all’accordo con i liberali di destra ma ostili ai liberali di “sinistra” e soprattutto ai comunisti. Esattamente come già accaduto in Europa, quando fu spianata la strada del potere ai fascisti e ai nazisti.

Qualche giorno fa c’è stata un’altra fotografia inquietante: quella del Von der Leyen che interviene alla Conferenza della Difesa europea (vedi articolo in altra parte del giornale) affermando che le spese militari devono aumentare anche in tempi di recessione come questi, perché bisogna sostenere l’Ucraina a vincere la guerra la Russia e perché agli scenari di guerra la Ue deve prepararsi.

Nei mesi scorsi abbiamo visto l’algido volto della presidente delle BCE, Lagarde, annunciare misure strozza-famiglie e imprese con sistematici aumenti dei tassi di interesse in nome di una lotta all’inflazione che è l’ossessione costituente – e spesso fuorviante – della stessa banca centrale.

E poi c’è la foto del “socialista” Borrell, rappresentante della politica estera della Ue, che si è rivelato uno dei peggiori guerrafondai europei sull’Ucraina, più prudente – ed anche ipocrita – sul mattatoio scatenato da Israele a Gaza, ma platealmente suprematista nei confronti del resto mondo quando lo ha diviso in “un giardino (l’occidente) e la Jungla (tutti gli altri)”.

La galleria di foto della leadership e della politica europea è dunque un insieme di mostri che sprizzano istanze reazionarie, belliciste, suprematiste da tutti i pori. Se ne salvano – ma solo una parte – alcuni europarlamentari della sinistra europea. Altre e altri dello stesso gruppo sono dentro fino al collo alla logica eurocentrista.

Era un destino inevitabile? Per molti aspetti si.

Nei decenni precedenti in troppi si sono rifiutati di vedere la natura reazionaria del progetto che ha portato alla costituzione dell’Unione Europea, ammantandolo di un carattere progressivo esauritosi nel 1991 per “mancanza di funzione” e inverato da quello che era nelle sue corde: liberista in economia, liberale in politica, reazionario e guerrafondaio nelle ambizioni.

Quando abbiamo sostenuto la necessità della “rottura” di questo progetto, indicando semmai una alternativa euromediterranea all’Unione Europea come progetto alternativo, eravamo ben consapevoli che la natura del “mostro europeo” non avrebbe tardato a manifestarsi.

L’accelerazione della crisi sistemica in economia e di quella di civiltà in politica, appena si è incrociata con i venti di guerra in Europa e nel Mediterraneo, non ha tardato a svelare la sua vera natura, mettendo in fila uno dietro l’altro tutti i protagonisti di una galleria degli orrori che da tempo intendono sostituire la democratura ad una democrazia svuotata da troppo tempo di capisaldi fondamentali, ma con la pretesa di rappresentare una supremazia politica e morale verso il resto del mondo.

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