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“Il nemico interno”. Anche in Italia i liberali gettano la maschera

Qualche giorno fa era stato Angelo Panebianco a rompere i freni inibitori e ad evocare in un editoriale sul Corriere della Sera la categoria del “nemico interno da battere” in un contesto di forte crisi internazionale.

Domenica, e non poteva mancare, è stato il direttore de La Repubblica, Molinari, a fare altrettanto, sottolineando “l’estensione della guerra segreta che, dal veleno sui social network ai piani di eliminazione fisica, Mosca ed i suoi alleati stanno conducendo dentro i confini dei nostri Paesi”. Ovviamente Molinari aggiunge qualche di nota di servizio pro domo ad Israele e contro l’Iran.

Per Panebianco “La crescita del «nemico interno» (le forze anti-sistema) può essere favorita da cambiamenti negli equilibri internazionali. Cambiamenti che innescano circoli viziosi: la governabilità è vieppiù compromessa, l’insoddisfazione degli elettori cresce, le forze anti-sistema guadagnano spazi e influenza”.

Per Molinari invece, il problema è certo la longa manu della Russia nei paesi occidentali, ma è anche il sostegno iraniano alle proteste anti-Israele in America che “descrivono i contorni della guerra segreta che Mosca ed i suoi alleati stanno conducendo sui territori del loro avversario: i Paesi democratici”.

Rispetto a Panebianco c’è parecchia malafede in più. Il primo appartiene alla generazione della Guerra Fredda per cui il nemico viene sempre da Est. Per Molinari – e i suoi mandanti – la estesa mobilitazione contro il genocidio dei palestinesi da parte di Israele è un problema forse ancora maggiore della contrapposizione con la Russia ed ha assunto sicuramente una dimensione e una influenza di massa superiore alle mobilitazioni contro la guerra in Ucraina.

Quali conclusioni trarre dai due editoriali dei due maggiori giornali liberali italiani?

E’ che coloro che si considerano gli unici titolari delle libertà sono prontissimi a vederle sopprimere nei confronti di quelli che loro considerano “il nemico interno” o un ostacolo al ristabilimento della “interrotta” egemonia sionista sulla narrazione della questione palestinese.

Ragione per cui chi manifesta contro la guerra in Ucraina e l’invio di armi italiane al fronte o in solidarietà con il popolo palestinese, non va considerato come una opzione politica con crescenti consensi nella società ma alla stregua di un nemico da colpire e neutralizzare, né più né meno dei fanti russi o dei combattenti palestinesi.

E’ probabile che gli editoriali di Panebianco e Molinari troveranno orecchie attente e disponibili nel governo della destra e nei suoi apparati repressivi. Anche sul piano della comunicazione e dell’informazione.

Del resto gli scenari che abbiamo visto delinearsi in Francia sono la conferma che i liberali preferiscono i fascisti ai comunisti e i guerrafondai ai pacifisti. Lo hanno detto e fatto sempre nella storia europea. Con i tragici esiti che abbiamo conosciuto dagli anni Trenta in poi.

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2 Commenti


  • Vannini Andrea

    panebianco e molinari sono due dei tanti agenti dell’ imperialismo e del fascismo italiota e internazionale che occupano i mezzi di informazione e comunicazione per diffondere il veleno del quale sono pregni. cos’ altro sono questi miserabili se non il nemico interno del popolo italiano?


  • Mauro

    Ho nostalgia degli anni ’70…

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