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Il suprematismo stronzo

Non è complicatissimo, in fondo, capire quale sia la postura imperiale statunitense dopo il secondo insediamento di Donald Trump. Basta non utilizzare gli schemi logici e verbali del mainstream “liberal-democratico” – che per 30 anni ha steso un velo di retorica nauseabonda su crimini e stragi di proporzioni bibliche, dall’Iraq a Gaza – e tutto diventa limpido, visibile, chiarissimo.

La situazione attuale appare confusa solo perché le vecchie abitudini servili nei confronti degli Usa stanno cercando un modo di dipingere l’attuale gruppo dirigente degli States come “un problema”, certo, ma in fondo “temporaneo”, non tale da invalidare la “narrazione” e l’immagine dell’America faro di democrazia e libertà. Se leggete i vari “Rambini” o ascoltate i molti Mentana potete farvene un’idea…

Poi però si devono leggere o ascoltare le “voci vere”, quelle che senza alcun freno vengono dall’interno della Casa Bianca. E che raccontano un’altra realtà, decisamente più brutale e sanguinaria.

L’errore da non fare è quello di prendere le varie dichiarazioni come, appunto, “solo chiacchiere” che non diventeranno fatti, oppure verranno ridimensionate.

Abbiamo visto in pochi giorni distruggere il fondamento delle relazioni internazionali, ovvero il riconoscimento pieno dell’indipendenza nazionale di tutti gli stati esistenti. Canada, Groenlandia, Panama sono trattati come asset patrimoniali che possono passar di mano a colpi di quattrini e/o di minacce.

Ma è certamente sui palestinesi che la nuova “cultura di governo” Usa esce fuori per quel che è.

Faremo di Gaza una nuova Costa Azzurra”, mandando via due milioni mezzo di persone. Che dovranno essere ospitate da altri paesi (Egitto, Giordania, Arabia Saudita, più altri nomi presi a caso – avevano cominciato con l‘Indonesia, ricordiamo…), anche se questi non hanno alcuna intenzione di riceverle. Ma che comunque si cominciano a minacciare fin da subito, per ammorbidirne la contrarietà…

Compreremo Gaza e la gestiremo noi”, come se “la proprietà” fosse di qualcun altro, non del popolo che ci vive da migliaia di anni (“palestine” deriva in fondo da “filistin”, i filistei di cui si parla anche in presunti “libri sacri”).

Il mio piano non prevede alcun diritto al ritorno dei palestinesi”, infine, ha chiarito che per l’America – proprio come per i sionisti genocidi di Israele – “gli arabi” sono “materiale” da trattare e se possibile smaltire in discarica, non esseri umani in grado di pensare, volere, sognare. Battersi.

Mettetevi per un attimo nei panni dei gazawi. Venite da 80 anni di occupazione israeliana, fatta di omicidi mirati, bombardamenti, sopraffazioni quotidiane di ogni tipo, distruzione delle infrastrutture e dei servizi essenziali, specie sanitari.

Da sedici mesi vivete correndo sotto le bombe da una parte all’altra della Striscia; i vostri miliziani – dodici organizzazioni diverse, capaci però di cooperare in battaglia – vivono e combattono dentro e fuori i tunnel; gli aiuti in cibo e medicine vengono bloccati dal nemico e voi egualmente riuscite a nutrire persino i prigionieri (“ostaggi”, per i media di qui), anche se certo non secondo le “razioni standard” che pure per voi sono un lusso o un sogno.

Non appena scatta un cessate il fuoco tornate di corsa là dove era la vostra casa. Che non c’è più, polverizzata dalle bombe (Usa) scaricate da Israele. Ma lo stesso piantate le tende o qualsiasi altra cosa pur di restare sulla terra vostra da sempre.

Poi vi tocca sentire un truffatore miliardario sentenziare che “vi darà alloggi migliori e quindi non avrete più voglia di tornare lì”, dove nel frattempo benestanti, occidentali e non, avranno cominciato a gozzovigliare sulle tombe e sui vostri resti.

Altrimenti sarà l’inferno”, aggiunge pure…

A voi che in quell’inferno ci state da sempre…

L’unica cosa che si può dire è che le minacce, arrivati a questo punto, non spaventano più. Ma rivelano chiaramente il tipo di bestia che abbiamo di fronte.

La “cultura” di Trump o Netanyahu non contiene nulla di realmente nuovo. E’ la mentalità di Pizarro o Cortez the killer, dei soldati Usa che distribuivano coperte infette di vaiolo ai pellerossa, così da provocarne la scomparsa, delle truppe inglesi (e francesi, olandesi, italiane, ecc) in Africa, India, Australia.

E’ il colonialismo razzista di sempre, il suprematismo bianco che era rimasto chiuso in piccole riserve stigmatizzate nella seconda parte del Novecento, dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Quel suprematismo per cui “gli altri”, i “non bianchi”, sono esseri inferiori, “animali in forma umana” (parole dell’ex ministro della difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant), da sterminare se e quando rappresentano un problema.

L’unica vera differenza “culturale” con il nazismo del ‘900 sta nell’aver “reintegrato tra i bianchi” – e quindi tra i superuomini dotati del diritto di predare – anche “il popolo di Israele”. Qualche nazista old style non l’ha ancora capito e insiste con l’antico sciocchezzaio antisemita (“i protocolli dei savi di Sion”, “il complotto demo-pluto-giudaico”, ecc), ma non conta più un tubo.

Non può stupire che il suprematismo torni ideologia della classe dominante proprio quando questa si restringe ad un pugno di miliardari (tecno o classic, fa poca differenza) che trovano non più necessaria la “mediazione sociale”. E non soltanto quella “socialdemocratica”, che costringeva gli Stati a spendere in servizi, edilizia, sanità, istruzione, pensioni.

Considerano ormai superflua anche la mediazione “liberal-democratica”, fatta di istituzioni “spot” fondate sulla finzione di “eguaglianza formale” tra componenti decisamente diseguali quanto a forza, peso, ricchezza. Dall’Onu a tutte le sue agenzie, dalle Corti internazionali alle camere di compensazione commerciali (do you remember il “Wto?).

Insomma, la democrazia formale, sia a livello internazionale che interno.

Purtroppo per le ambizioni egemoniche imperiali non può esistere un “suprematismo perbene”, educato, presentabile, “moderato”, “attrattivo”. Il suprematismo “reale” vuole imporsi e lo dice senza giri di parole. Ride delle convenzioni e del “politicamente corretto”, piazza gli stivali sul tavolo e seppellisce le preoccupazioni per ambiente e clima, sputa in faccia a tutti e se ne vanta. Contano solo i soldi e chi comanda. Il resto si fotta, perché – come sono tornati a dire apertamente – la ricchezza è un premio di dio” (anche se viene dalle rapine)

L’unico suprematismo possibile, insomma, è quello integralmente stronzo che abbiamo davanti agli occhi.

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2 Commenti


  • Pasquale

    Nazisti terroristi conclamati, il bibi e ciuffo giallo. Presto si sentirà il grande tonfo e tutto il mondo aspetterà seduto sulla sponda del fiume.


  • giovanni

    E quando il tonfo del ” capitalismo debitore” arriverà ( non manca molto…) , i Brics , con il resto del mondo , assisteranno alla auto-distruzione di ciuffo giallo , fetido benny e sudditanze sparse….

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