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Elezioni amministrative, la costruzione di una rappresentanza politica

Ci avviciniamo alla scadenza elettorale amministrativa del prossimo 3-4 Ottobre.

Nelle principali aree metropolitane del paese e in una importante regione del Sud Italia, la Calabria, è in corso una campagna elettorale la quale – al di là degli abituali riti e liturgie che accompagnano questo momento – riflette oggettivamente la particolare situazione politica e sociale del paese.

Abbiamo alle spalle i duri mesi della Crisi Pandemica dove – drammaticamente – si sono palesati tutti i limiti e la brutalità dei vigenti rapporti sociali capitalistici i quali, sul piano globale ma, di riflesso, anche sul versante locale hanno rimodellato i livelli di sfruttamento nella società, di crescente aggressione alla natura, di impoverimento generale e di ulteriore distruzione di ciò che ancora residua del vecchio compromesso sociale tra Capitale e Lavoro.

Una complessa dinamica antisociale in corso nel nostro paese, come nell’intera Unione Europea, la quale avrà conseguenze pesanti nel governo dei territori e nei dispositivi delle prossime soglie di governance metropolitana.

Non a caso la questione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è al centro degli appetiti, delle promesse e delle strategie di Confindustria, Associazioni Datoriali, Banche e delle loro dirette controfigure elettorali interessate a questi possibili canali di finanziamento che, seppur a vario titolo, arriveranno nelle città e nei territori.

E’ utile precisare – a fronte delle devianti mistificazioni che ascoltiamo in questa campagna elettorale – che non siamo in presenza di un ritorno al ruolo centrale dello Stato o del Pubblico ma, in realtà, assisteremo e subiremo l’uso privatistico dello Stato e delle risorse collettive a beneficio esclusivamente delle grandi imprese e delle banche.

Per cui non è azzardato prevedere, nel prossimo periodo, il configurarsi materiale di una nuova polarizzazione sociale attraverso un aumento delle diseguaglianze, delle differenze Nord/Sud e l’approfondimento di tutte le fratture salariali e sociali.

Altro – quindi – che Rinascita del paese o nuovo e virtuoso ciclo di benessere collettivo!

Gli interessi dei settori popolari e la Rappresentanza Politica

E’ oramai evidente – nel passaggio elettorale e nella concreta realtà sociale che stiamo attraversando – l’esaurimento di quell’elemento di novità politica che, da versanti diversi, aveva caratterizzato, in questi anni, l’emergere e l’azione dei 5 Stelle e della Lega.

Queste forze politiche – particolarmente all’indomani della catastrofe politica e culturale della Sinistra – avevano agglutinato ed intercettato le spinte al cambiamento che, seppur confusamente, pervenivano dai settori popolari in direzione di un vero cambio di marcia.

A distanza di poco tempo queste forze hanno consumato e tradito tali aspettative, hanno progressivamente diluito i loro contenuti programmatici più avanzati e si sono arenate dentro una svolta governista a tutti i costi.

Le cronache politiche dell’ultimo anno culminate con il varo del Governo Draghi e la conseguente accettazione supina dei dogmi del Mercato, della centralità dell’Azienda/Italia e del complesso delle politiche dei poteri forti sono il suggello, anche attraverso una nuova blindatura autoritaria delle forme di relazione e contrattazione sociale, di questa autentica deriva.

Ancora una volta, quindi, consistenti settori popolari e pezzi di cosiddetto ceto medio colpito e disorientato dall’incidere dei generali fattori di crisi si ritrovano senza una Rappresentanza Politica – sia pur limitata al piano elettorale ed istituzionale – dei loro interessi.

In questa condizione assume rilevanza politica la sfida che Potere al Popolo ha ingaggiato in queste elezioni attraverso programmi e candidati indipendenti e sottraendosi – ancora una volta – da ogni perniciosa suggestione circa improponibili unità delle sinistre o riedizioni di fantomatici centro/sinistra e/o campi progressisti.

Il rilancio organizzato e la riqualificazione dell’intervento politico e sociale nelle periferie delle grandi aree metropolitane, l’uso dello strumento dell’Inchiesta a proposito delle nuove forme dello sfruttamento e la spinta alla connessione con le diversificate espressioni del dissenso e del conflitto sono le modalità e l’attitudine con cui Potere al Popolo approccia al complicato terreno elettorale.

La Rete dei Comunisti sostiene questo tentativo politico ed organizzativo con il suo diretto contributo militante e con l’azione politica – propria di una Organizzazione Comunista a tutto tondo – nei posti di lavoro, nei territori e nella società.

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