La classe politica che ha governato l’Italia negli ultimi trent’anni ha portato il Paese sull’orlo del collasso.
Un’evidente accelerazione di questa catastrofe lo si è avuta negli ultimi anni con la gestione fallimentare dell’emergenza pandemica (tutt’altro che risolta) in tutto l’Occidente, e più recentemente con le scelte guerrafondaie prese con l’escalation bellica in Ucraina che hanno tra l’altro messo in luce la demenziale politica energetica nel non volere sviluppare per tempo la transizione ecologica.
In questa situazione di crisi sociale pesa come un macigno soprattutto la scelta di qualsiasi governo degli ultimi 30 anni di procedere alla dismissione di qualsiasi regia pubblica sull’economia e dell’azzeramento delle garanzie sociali complessive.
Queste politiche hanno avuto una doppia matrice a cui si sono conformate tutte le formazioni: l’Unione Europea a trazione franco-tedesca che ha fatto gli interessi delle oligarchie continentali e reso l’Italia un Paese sempre più vulnerabile, la NATO a guida nord-americana che vuole salvaguardare la scricchiolante egemonia statunitense e mina alla radice – per l’Italia – la possibilità di avere una politica indipendente, o semplicemente meno servile nei confronti degli USA.
Questo doppio cappio euro-atlantico, a cui tutte le formazioni politiche istituzionali che sostenevano il governo Draghi – insieme all’opposizione di facciata di Fratelli d’Italia – porgono il collo, non potrà che strozzare le legittime aspirazioni di una popolazione che vede ogni giorno peggiorare le proprie condizioni di vita, rendendo molto limitata la sovranità del nostro Paese.
Non vi è nessuna ricetta seria per curare questo malessere da parte della trama di poteri che ci ha governato se non navigare a vista affidandosi a qualche “uomo della Provvidenza” che verrà indicato da Bruxelles e Washington: ieri Monti, oggi Draghi, domani un loro clone alfiere del neo-liberismo gradito a Confindustria.
Per questo il 25 settembre solo un voto che sanzioni la peggiore classe politica della storia Repubblicana, e lo sviluppo della mobilitazione popolare su obiettivi non più procrastinabili, sono le uniche possibilità per tentare di cambiare e non subire passivamente la crisi che vorrebbero farci ulteriormente pagare.
Come Rete dei Comunisti abbiamo contribuito in questi anni alla costruzione di un movimento politico indipendente come Potere al Popolo, forza costitutiva dell’Unione Popolare, che il 25 settembre sarà presente sia alla Camera sia al Senato in tutti i collegi con propri candidati.
Il voto all’Unione Popolare è l’unico voto utile, per rompere con questa cappa di rassegnazione e aprire un orizzonte diverso per le classi popolari nel nostro Paese.
All’interno della campagna in sostegno all’Unione Popolare ci battiamo in particolare per:
- Una forte opposizione alle guerre che l’Occidente euro-atlantico promuove in varie zone del pianeta attraverso la NATO e l’Unione Europea. Solo la messa in discussione della nostra adesione alla NATO ed uno sganciamento dall’edificio Unione Europea può porre le basi per una politica estera indipendente ed una vera Cultura della Pace
- La fine dell’uso di fonti inquinanti che rendono l’infarto ecologico del pianeta sempre più vicino e minano la nostra indipendenza energetica, per una transizione ecologica che abbia come perno una pianificazione pubblica in cui il nucleare non sia una opzione praticabile
- L’applicazione di misure di emergenza sociale come Il blocco dei prezzi al consumo di prima necessità, l’introduzione del salario minimo a 10 euro, un reddito di cittadinanza che permetta a tutti una vita dignitosa, e l’investimento massiccio nei servizi sociali (Sanità, Istruzione, Edilizia Pubblica, tra gli altri) ed in generale una pianificazione economica a regia pubblica.
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