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La guerra e la rivoluzione

Conferenza – 14 (27) maggio 1917

…Dal punto di vista del marxismo, cioè del moderno socialismo scientifico, la questione fondamentale nel dibattito tra socialisti su come debba esser valutata una guerra e quale sia l’atteggiamento da assumere verso di essa, consiste nel determinare per cosa quella guerra venga condotta, da quali classi sia stata preparata e diretta.

Noi marxisti non facciamo parte del numero degli avversari incondizionati di ogni guerra. Noi diciamo: il nostro obiettivo è il raggiungimento di un assetto sociale socialista che, avendo soppresso la divisione dell’umanità in classi, avendo soppresso ogni sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo e di una nazione da parte di altre nazioni, sopprimerà immancabilmente ogni possibilità di guerra in generale…

Vi sono guerre e guerre. Bisogna raccapezzarsi sulle condizioni storiche da cui sia scaturita la data guerra, quali classi la conducano e in nome di cosa…

già circa 80 anni fa [Clausewitz] si batteva contro il pregiudizio meschino e inconsapevole secondo cui una guerra potrebbe essere staccata dalla politica dei relativi governi, delle relative classi, secondo cui una guerra possa mai considerarsi una semplice aggressione, che violi la pace, seguita poi dal ristabilimento di questa pace violata! Prima si azzuffano e poi si riconciliano!

Ogni guerra è indissolubilmente connessa con il regime politico da cui deriva…

per la comprensione della guerra attuale, dobbiamo innanzitutto gettare uno sguardo generale sull’insieme della politica delle potenze europee… per capire in che modo da questo sistema sia necessariamente e inevitabilmente scaturita questa guerra, bisogna prendere l’intera politica di tutto il sistema degli stati europei nei loro reciproci rapporti economici…

Assistiamo costantemente ai tentativi, soprattutto da parte dei giornali borghesi, sia monarchici che repubblicani, di conferire alla guerra attuale un contenuto storico a essa estraneo. Ad esempio, non c’è metodo più diffuso nella repubblica francese, di quello che consiste nel tentare di presentare questa guerra, da parte della Francia, come la continuazione, l’analogia delle guerre della grande rivoluzione francese del 1792.

Non c’è metodo più diffuso di inganno delle masse popolari francesi, degli operai francesi e degli operai di tutti i paesi, che la trasposizione nella nostra epoca del “gergo” di quell’epoca, di alcuni suoi slogan, oppure del tentativo di presentare le cose come se anche ora la Francia repubblicana difenda la sua libertà contro la monarchia.

Dimenticano la “piccola” circostanza che allora, nel 1792, la guerra era condotta in Francia da una classe rivoluzionaria, che aveva compiuto una rivoluzione mai vista prima, che con uno straordinario eroismo delle masse aveva distrutto dalle fondamenta la monarchia francese e che era insorta, contro l’Europa monarchica coalizzata, non con altri obiettivi se non quello di continuare la propria lotta rivoluzionaria.

La guerra in Francia era la continuazione della politica di quella classe rivoluzionaria che aveva fatto la rivoluzione, conquistato la repubblica, aveva fatto i conti coi capitalisti e i latifondisti francesi, con un’energia mai vista prima e che, in nome di quella politica e della sua continuazione, condusse una guerra rivoluzionaria contro l’Europa monarchica coalizzata.

Oggi invece abbiamo di fronte prima di tutto l’unione di due gruppi di potenze capitaliste. Abbiamo di fronte tutte le potenze capitaliste più forti del mondo, Inghilterra, Francia, America, Germania, tutta la politica delle quali, nel corso di un’intera serie di decenni, è consistita in un’ininterrotta rivalità economica per il dominio sull’intero mondo, nel soffocare le piccole nazionalità, garantirsi profitti triplicati e decuplicati del capitale bancario che ha sottomesso il mondo intero alle catene della propria influenza. In ciò consiste la reale politica dell’Inghilterra e della Germania…

Clausewitz… derideva il punto di vista secondo cui, ecco, vivevano i popoli in pace e all’improvviso si sono azzuffati! Come se fosse vero! È davvero possibile spiegare una guerra senza collegarla alla precedente politica di un dato Stato, di un dato sistema di Stati e di date classi?

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