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Il Giardino e la Jungla palesano la rottura del mercato mondiale

Il Forum “Il Giardino e la Jungla” che la Rete dei Comunisti ha organizzato a Roma per i prossimi 18 e 19 marzo, riapre un percorso di ricerca collettivo reso necessario dall’evidente cambiamento di fase storica che si sta palesando sotto i nostri occhi.

Il mondo egemonizzato dall’occidente capitalista vede ridefinirsi radicalmente la geografia economia e politica, ma è lo stesso Modo di produzione capitalista ad essere rimesso in discussione dai propri limiti e da quelli imposti oggettivamente dalla situazione.

In questo c’è un cambiamento radicale che per ora si manifesta come rottura o frammentazione di una economia mondiale (tema centrale della discussione anche al Forum Economico Mondiale di Davos) che ci si era abituati a considerare come unica e unificata dopo la dissoluzione dell’Urss nel 1991.

Ma questa rottura porta con sé anche accelerazioni delle crisi che si manifestano con la guerra in corso e quelle potenziali. Non solo. Tale rottura produce modifiche profonde anche nella composizione di classe e del lavoro salariato nei paesi dell’Occidente capitalistico che vanno indagate perché necessarie da capire per l’azione politica e sindacale dei comunisti in Occidente e le spinte alla trasformazione sociale del sistema oggi ancora dominante.

Le crisi interne negli Stati Uniti e nell’Unione Europea delineano e si intrecciano con una crisi di egemonia globale dell’Occidente capitalista che, appunto, cerca di salvaguardare se stesso come unico orizzonte progressivo dell’umanità (Il Giardino) da contrapporre a paesi e aggregazioni assai più eterogenei come identità e progetto politico (la Jungla).

Il Forum del 18 e 19 marzo è stato organizzato su quattro sessioni di discussione: Modo di Produzione Capitalistico e rottura del mercato mondiale; Militarizzazione e politicizzazione dello scontro tra blocchi; Le conseguenze sulla composizione di classe; La crisi interna di Stati Uniti ed Unione Europea. Le sessioni saranno aperte dalle relazioni elaborate dalla Rete dei Comunisti sui quattro termi e ai contributi e interventi esterni di diversi studiosi “militanti” interessati a confrontarsi e condividere questa discussione/ricerca collettiva.

Il Forum si terrà a Roma all’Hotel Hive in via Torino 6 per tutta giornata di sabato 18 arzo e la mattina di domenica 19 marzo.

I lavori saranno aperti sabato mattina da una relazione introduttiva che cerca di fissare in un quadro di insieme i temi che verranno approfonditi nelle varie sessioni del Forum.

Qui di seguito riproduciamo una sintesi della relazione introduttiva:

(….) “Ormai è chiaro che siamo entrati in un nuovo tornante storico dell’attuale modello di sviluppo aprendo prospettive indeterminate e non prevedibili. Di questo ne hanno contezza soprattutto le classi dirigenti e/o dominanti, a seconda del paese, che si trovano di fronte a scenari completamente inediti.

E’ a questo punto che ci si pone un nodo teorico relativo alle categorie da usare in questo tentativo di interpretazione dei processi in atto, certamente possiamo dire di essere in una accentuata competizione tra capitali che si riflette nelle politiche degli Stati e ne determina la tendenza al conflitto economico e di classe fino a quello bellico (….)

Ormai da tempo come RdC utilizziamo la chiave di lettura della dinamica del “Modo di Produzione Capitalista” che in una visione marxista va oltre l’analisi dei singoli capitalismi, imperialismi e dei fenomeni concreti ma tenta di interpretare le prospettive in base alle sue contraddizioni interne.

Dunque oltre gli specifici va individuato il meccanismo di fondo che prima ha generalizzato la produzione basata sullo sfruttamento e la circolazione delle merci ed ora ne generalizza la crisi; nel moto epocale del MPC il limite della produzione capitalistica è “il capitale stesso” a causa del contrasto tra lo sviluppo incondizionato della “forza produttiva del lavoro associato” e della “valorizzazione”, cioè della contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive ed i rapporti sociali di produzione.

Questo limite, che agisce sempre in quanto contraddizione fondamentale del MPC, si rivela concretamente, materialmente, a partire da un certo grado di diffusione e maturità del suddetto modo di produzione e si manifesta anche nelle crisi economiche.

Per questo aspetto le crisi sono modi di regolazione del processo, “risoluzione violenta” di aspetti “violentemente” entrati in contrasto, premesse di un nuovo ciclo di valorizzazione. Ma la dimensione sempre maggiore e la tendenzialità epocale del movimento del capitale avanza verso l’inadeguatezza della autoregolazione complessiva mediante il valore che è il suo unico orizzonte processuale.

I limiti del MPC individuati:

a)Limite dato dalla tendenza storica della caduta tendenziale del saggio di profitto prodotta dall’aumentato peso della tecnologia e della scienza nella produzione e la drastica riduzione del lavoro vivo cioè di quella parte che produce valore

b) Limite dei mercati mondiali che non possono ulteriormente svilupparsi se non per porzioni inadeguate alla massa di capitale circolante a livello mondiale

c) Limite all’uso della leva finanziaria che manifesta sempre più un carattere di sovrapproduzione di capitale con rischi di esplosione di bolle speculative.

d) Limite dato alla compressione ormai quarantennale dei salari diretti, indiretti e differiti che hanno prodotto a livello mondiale diseguaglianze sociali profonde, crisi delle istituzioni e della politica in generale quali strumenti dell’egemonia della classi dominanti.

e) Limite ambientale come dato oggettivo nonostante i tentativi di usare la crisi ambientale per ricostruire i livelli di profitto con maggiori investimenti in tecnologie “green

f) La pandemia Covid e la guerra in Ucraina che nascono dalle contraddizioni accumulate nel decennio precedente.

La pandemia come incapacità di un sistema mondializzato basato sul profitto di gestire gli effetti sociali di uno sviluppo irrazionale, appunto la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e rapporti sociali. La guerra come effetto della competizione che spinge le forze imperialiste a conquistare nuovi spazi dove incrementare la valorizzazione.

(…) Andiamo, perciò, incontro ad una frammentazione del mercato mondiale in quanto i limiti descritti nel precedente paragrafo più gli altri che si sono aggiunti nel frattempo, quali la pandemia e la guerra guerreggiata diffusa, stanno producendo una “implosione” della cosiddetta globalizzazione con una ripresa della competizione tra capitali in base a quello che abbiamo definito funzione/conflitto come una  manifestazione del processo del MPC.

La definizione dei “confini” tra i blocchi economici principali segnati dalla moltiplicazione delle sanzioni e dei dazi, quello Euroatlantico ed Euroasiatico, la costituzioni di altri aggregati economici, da quello dei paesi arabi attorno all’Arabia Saudita a quello ancora potenziale dell’America Latina, possiamo dire che il “nuovo” stia effettivamente nascendo.

(…) Nell’occidente capitalista il conflitto di classe è naturalmente più arretrato in quanto condizionato dal ruolo imperialista dei propri Stati ma tende ad emergere nella dimensione produttiva e della circolazione ed anche a livello sociale e politico ma con forme anomale e spurie rispetto alla storia del movimento operaio in particolare in Europa.

Questa tensione verso il conflitto tracima anche nella dimensione bellica; la vicenda Ucraina è probabilmente un evento che ne prepara altri e con un segno ben diverso da quello avuto dalle guerre a cavallo del secolo dove USA/UE/NATO la facevano da padroni con il silenzio e l’assenso del resto del mondo (….)

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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4 Commenti


  • matteo

    Spero che pubblicherete i vari interventi su youtube per chi non potrà essere a Roma.


    • Redazione Contropiano

      Ci sarà una diretta, probabilmente su Facebook…e su youtube


  • Giancarlo staffo

    La diretta va benissimo ma la. pubblicazione cartacea è sctitta è insostituibile per lo studio e l’orientamento per i militanti e tutti i compagni


    • Redazione Contropiano

      quella, come sempre, arriva dopo… 🙂

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