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Marx, Lenin e Gramsci nell’agire da Partito, sconfiggendo idealismo e movimentismo

Una attuale concezione organizzata dell’agire da Partito richiede forte e continua formazione politica con lo studio della teoria marxista e leninista ; bisogna essere in grado di far applicare nella pratica attiva politica la validità scientifica della teoria di Marx, di Lenin,di Gramsci, costruendo percorso di agire rivoluzionario per costruire il partito comunista nella coerenza col divenire storico nella oggettività , soggettività , e fondatezza dell’attualità del Che fare.
Questi aspetti contribuiscono a una comprensione approfondita delle dinamiche e delle sfide dell’intero vivere sociale nell’attuale essere del modo di produzione capitalistico.

Nell’era del cosiddetto capitalismo digitale, multinazionali come Google e i giganti del cosiddetto mondo Meta sfruttano i dati personali e l’esperienza degli utenti per generare profitto. Questo nuovo approccio si basa sull’utilizzo massiccio dell’intelligenza artificiale, consentendo alle multinazionali di raccogliere e sfruttare enormi quantità di dati personali per influenzare le scelte, manipolare i comportamenti e prevedere le azioni future degli individui, tutto per finalità strettamente economiche. In questo modo, si crea una dinamica in cui gli utenti diventano soggetti osservati, fornendo un plusvalore informativo ogni volta che interagiscono su Internet.
Inoltre, i moderni luoghi di lavoro sono soggetti ad una continua supervisione prevalentemente affidata alle tecnologie di sorveglianza.
Allo stato attuale degli studi e di ciò che rappresenta oggi lo sfruttamento della nostra società, noi possiamo sicuramente dire che il confronto-scontro di Marx con Proudhon ci dimostra la capacità di separare la scienza del movimento storico e sociale dai valori immaginari utopistici, che vogliono invece sovrapporsi a tale movimento per fermarlo. 

Il concetto quindi di socialismo scientifico è legato al movimento delle classi, all’organizzazione della classe nell’antagonismo, allo sciopero, all’interno del sindacato, con esiti politici che assumano il momento della costituzione di una nuova classe per sé.
I subalterni che vivono col sudore del proprio lavoro, i proletari impoveriti, non possono permettersi di acquistare tutto ciò che viene prodotto e proprio questo concetto si collega alla teoria del sottoconsumo; perciò, Marx sente necessario distinguere le interpretazioni della sovrapproduzione da quella sotto-consumistica keynesiana.

Confondere valori e dialettica significa non capire che Marx intende stabilire un nesso tra una prassi ideale e un’interpretazione scientifica della prassi, mostrando la sua non superficiale analisi dell’economia politica, che con il confronto con Proudhon abbia mostrato la sua capacità di separare la scienza dal movimento storico e sociale, dai valori immaginari che vorrebbero sovrapporsi e fermarlo e che il concetto di socialismo scientifico è legato al movimento delle classi e ai modi di organizzazione del proletariato, non significa che abbia tolto il male dal mondo, ma piuttosto la necessità di costruire una scienza della pratica che rafforzi la consapevolezza teorica delle radici che sanno combattere lo stato presente delle cose per superarlo.Così, la critica di Marx ha per effetto immediato quello di rendere materialistica la dialettica, che non è più un movimento del pensiero ma il movimento reale, il movimento della storia, cioè, come dice Engels, «il processo ininterrotto del divenire e della trasformazione».
Proudhon al contrario prende da Hegel proprio l’aspetto che Marx critica fortemente, la dialettica intesa come dialettica di pure idee, con il risultato che la conquista hegeliana viene depauperata, impoverita, perché non si coglie l’aspetto della negatività e della contraddizione.

Proudhon rimane intrappolato nell’aspetto speculativo della dialettica hegeliana, incapace di comprendere il profondo senso storico che costituisce la base del pensiero di Hegel, nonostante la sua forma astratta e speculativa, che però non impedisce a Marx di essere il primo a esporre consapevolmente le forme generali del movimento della dialettica stessa, riconoscendo nell’approccio hegeliano la forma fondamentale di ogni dialettica. Nel suo approccio a Hegel, Proudhon manca di cogliere la dialettica della negatività come motore della società, non riesce a raggiungere la dialettica scientifica e, di conseguenza, perde la sua carica rivoluzionaria.
Marx afferma la necessità di liberare la dialettica hegeliana dall’aspetto mistico speculativo, mostrando l’altrettanto bisogno di non prescindere da Hegel e dalla sua scoperta sul travaglio della contraddizione del negativo, cioè l’antagonismo della realtà.
Con questa visuale Marx conferma che la storia non ha inizio nell’ambito della società civile, ma in quello dell’umanizzazione della natura, dalla liberazione umana. 

Ecco perché il caro maestro Mazzone con riproduzione sociale complessiva intendeva spiegare che senza la struttura e la sovrastruttura non si realizzano la riproduzione di quei rapporti di produzione che trasformano le forze produttive.

È da qui che derivano tutti i cambiamenti e le trasformazioni. 

La novità in Marx, in riferimento alla genesi e alla formulazione della sua dottrina, sta nell’avere accettato il materialismo statico di Feuerbach e di averlo trasformato in dinamico, cioè nell’aver conferito alla dialettica che Hegel attribuiva all’Idea: se per Hegel la dialettica, cioè il movimento di tesi-antitesi-sintesi è prerogativa dell’Idea, o Spirito, o Pensiero, per Marx, invece, essa è prerogativa della materia, o economia, o mezzi/modi di produzione.

Lenin riprende l’analisi del rapporto tra essere sociale e coscienza affermata da Marx nelle Tesi su Feuerbach, quando sottolinea che “le circostanze sono modificate dagli uomini e che l’educatore stesso deve essere educato” [ K. Marx, “Tesi su Feuerbach”,  in K. F. Engels, Opere, V,  Editori Riuniti, Roma, 1972, p. 4.].
Questa concezione del rapporto tra condizione oggettiva e prassi rivoluzionaria Lenin la approfondirà nelle diverse declinazioni nel testo che più di ogni altro condanna l’economismo: il Che fare.Per trarre delle conclusioni che pongano al centro il problema che la classe operaia superi la società del profitto è necessario capire che l’avvenire deve seguire una direzione che va al di là delle teorie riformiste delle compatibilità di sistema.

La comunicazione e pratica social liberista è quella della rappresentanza istituzionale che va veicolando consenso all’immutabilità e non superabilità del modo di produzione capitalistico, e che quindi determina la passività alla lotta per il potere da parte dei lavoratori che introiettano in tale maniera subdola che non sia possibile cambiare la situazione attuale se non attraverso la finta lotta nelle compatibilità istituzionali.
Il tutto viene motivato in maniera subdola e trasfigurante con la questione del modo nel tempo e del tempo ( esempi : non è come a quei tempi ….; non sono maturi i tempi per ….; in questo tempo si deve o non si deve fare …; aspettare le condizioni e la maturità del tempo …).Secondo Vladimir Lenin, “quanto più forte è l’influenza dei riformisti sugli operai, tanto più deboli sono gli operai, quanto più dipendono dalla borghesia, tanto più facile è per la borghesia ridurre a nulla le riforme attraverso vari sotterfugi”.

Si tratta invece di agire immediatamente nel moto dello spazio , nel trasferimento degli spazi , nei luoghi diversi , da rivoluzionari in processi di trasformazione che sviluppino teoria ,in cui la direzione non può essere quella erronea dell’utopia idealista, che altro non è che comoda teoria nelle compatibilità del modo di produzione capitalistico.

Gramsci sottolinea con fermezza la questione della partecipazione politica attiva di ogni militante del partito. Il partito comunista deve essere una entità viva in cui si centralizzi “spontaneità e direzione consapevole” [Q 328]. e “che in qualsiasi situazione […] tutti i membri del partito, ognuno nel suo ambiente, siano posti in grado di orientarsi, di saper trarre dalla realtà gli elementi per stabilire una direttiva” ” [Introduzione al primo corso della scuola interna di partito, 1925].

Per Vladimir Lenin, solo i comunisti sanno porsi come avanguardia cosciente del movimento di classe, presentando un’analisi concreta della situazione concreta e, quindi, una comprensione scientifica della realtà e mostrando senza mediazioni e concessioni alle compatibilità sistemiche nella illogica e antistorica eternità del modo di produzione capitalistico, la necessità irrinunciabile del rovesciamento dell’ordine borghese costituito.

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1 Commento


  • R.P.

    Propongo un cambio di nome.
    Da “capitalismo” a qualcosa d’altro.
    Le imprese leader oggi non sono tali per il loro capitale, trovare finanziamenti oggi è relativamente facile.
    Lo stesso Marx, riposi in pace!, oggi avrebbe intitolato il suo famoso saggio in modo diverso.
    Come? ¿Quièn sabe?
    Cordialità. R.P. NW

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