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16 aprile. Napoli e Pisa contro la guerra

Appello per una manifestazione nazionale il 16 aprile a Napoli

Alla favola che con le bombe si va a portare la democrazia, la difesa dei diritti, la difesa dei rivoltosi oppure per ragioni umanitarie oramai non ci crede più nessuno.

Tutti sanno, anche perché non si fanno nemmeno tanti sforzi per nasconderlo, che in Libia stiamo mandando i nostri aerei per mettere le mani sulle immense ricchezze del sottosuolo di quel paese, per difendere gli affari delle grandi aziende e della grande finanza, che sono anche in feroce concorrenza fra di loro. Eppure non riusciamo ad indignarci sufficientemente, a gridare la nostra rabbia per questi crimini commessi dai governi e dagli eserciti dei nostri paesi, che continuano a definirsi civili e che in nome di tale presunta superiorità si arrogano il diritto di invadere altri paesi, con le scuse più puerili.
Alla favola che con le bombe si va a portare la democrazia, la difesa dei diritti, Anche chi aveva pensato che le aggressioni alla ex-Jugoslavia, all’Iraq e all’Afghanistan, fossero delle eccezioni dovute alla particolarità di quelle situazioni, deve riconoscere, con la nuova missione militare contro la Libia, che oramai la guerra è entrata nella nostra quotidianità è diventata normale amministrazione.

Ma ciò è possibile solo a condizione che queste guerre siano sempre a senso unico, ovvero delle aggressioni portate dagli eserciti più potenti del mondo e dotati delle più micidiali armi di distruzioni di massa, contro paesi che non hanno la possibilità di difendersi e di ricambiare con la stessa moneta gli invasori. Solo in questo modo la guerra può diventare una fiction, come tanti programmi televisivi che guardiamo distratti mentre comodamente consumiamo i nostri pasti. Perché siamo sicuri che nessun missile intelligente, nessuna bomba “umanitaria” piena di uranio impoverito, che seminerà morte anche per molti anni dopo la sua esplosione, potrà piombarci sulla tavola mentre guardiamo quegli eventi lontani.

Al massimo siamo indotti dalla propaganda razzista di stato ad essere infastiditi e preoccupati dal pensiero del flusso dei tanti migranti che queste invasioni militari e le politiche di rapina che le hanno precedute, provocano verso le nostre coste, come se i due fenomeni non fossero strettamente legati da una relazione di causa ed effetto.

Ma se la campagna mediatica in atto punta a farci vedere questa nuova missione come una difesa dei nostri interessi nazionali, per evitare gli aumenti dei prezzi delle materie prime in primis la benzina, essa ci riguarda per ben altri motivi: alla politica di aggressione verso l’esterno corrisponde puntualmente una ulteriore restrizione dei nostri diritti, della possibilità di difendere le nostre condizioni di vita e di lavoro, in pratica un ulteriore svolta verso l’autoritarismo e la militarizzazione dei territori in nome della competitività italiana e delle missioni militari in corso. Inoltre non si può essere complici di tali crimini, commessi anche in nostro nome, ed essere percepiti da questi popoli come un’unica massa indistinta coalizzata per portare avanti la rapina delle loro risorse, ed imporre un supersfruttamento meritandone il sacrosanto odio contro chi va a seminare morte e distruzione nei loro paesi.

Per tale motivo la denuncia e la lotta contro queste guerre di stampo neocoloniale, deve procedere di pari passo con la mobilitazione per la difesa dei nostri diritti e contro i tentativi di scaricarci addosso i costi di questa interminabile crisi provocata dalla sete di profitti di quegli stessi soggetti che oggi ci invitano a plaudire a questa nuova guerra. Una guerra per cui spendono miliardi di euro che tolgono alla scuola, alla sanità, agli altri servizi sociali, al reddito di tutti noi.

La città di Napoli svolge un ruolo decisivo in questa nuova missione militare, poiché qui si concentrano il comando Nato di Bagnoli che coordina questa aggressione, ed altri importanti insediamenti militari da cui partono le azioni militari, come a Capodichino.

La risposta in questa città deve essere perciò ancora più incisiva, insieme a tutto il movimento contro la guerra, per di affermare che non esistono interessi “nazionali”, ma solo gli interessi degli sfruttati e dei dominati di tutto il mondo contro quelli dei dominanti e dei regimi di tutto il mondo.

È giunto il momento di ribadire che i popoli, e lo hanno scritto in questi giorni proprio i tunisini e gli egiziani in rivolta, o si liberano da soli o non si liberano affatto. La nuova missione militare è infatti rivolta anche a bloccare il processo di mobilitazioni che sta attraversando tutto il vicino e medio oriente.

Invitiamo pertanto chi intende opporsi a questa ennesima guerra umanitaria ad unirsi a noi per preparare una grande manifestazione nazionale contro la guerra da tenersi a Napoli il 16 Aprile.

ASSEMBLEA NAPOLETANA CONTRO LA GUERRA

Per info, adesioni e contatti: assembleanowar.na@gmail.com

 

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Invito a tutte le realtà che in Italia si battono contro la militarizzazione dei territori e le guerre al Convegno nazionale di riflessione e mobilitazione del 16 aprile 2011, che si terrà presso l’ Auditorium della Provincia di Pisa, Via Silvio Pellico, 63 I territori di Pisa e Livorno sono oggetto di una progressiva militarizzazione.

Un’immensa area geografica, che si estende nelle nostre provincie, sta per essere integrata all’interno di un progetto funzionale alle proiezioni belliche della NATO, di cui gli Stati Uniti sono da sempre leader indiscussi.

La base USA di camp Darby è lo snodo, il “cuore pulsante” di questo progetto, che progressivamente intende integrare – senza soluzione di continuità – attività civili e militari.

Aeroporto civile e militare, nautica da diporto, porto di Livorno, centri di studio militari, distretti industriali e artigianali, vie di trasporto su rotaia e su gomma. Un intero sistema produttivo e di servizi messi in “rete” con una base militare fondamentale per il rifornimento di tutte le guerre svoltesi nell’area euro – asiatica dal dopo guerra a oggi.

Il progetto dell’Hub militare all’aeroporto Dall’Oro di Pisa chiuderà il cerchio di questa militarizzazione, ottimizzando al massimo le “proiezioni di forza” degli eserciti della NATO.

Il coordinamento NO HUB, che raccoglie differenti forze culturali, sociali e civili attive sui temi della Pace, si è costituito per contrastare la creazione di questa mega struttura, al servizio delle future guerre ed aggressioni militari della NATO, ipocritamente chiamate “missioni di pace”.

Tutte le informazioni sull’Hub e sulle attività del nostro Coordinamento le potrete trovare sul nostro blog: http://nohub.noblogs.org/

La peculiarità e l’importanza dell’opera che si intende costruire sui nostri territori (il più grande aeroporto militare italiano) ci spinge oggi a chiedere l’attenzione di tutte le realtà che si sono battute in questi anni contro le guerre e la militarizzazione dei territori.

Tutti noi sappiamo che l’Hub è un tassello, pur importantissimo, di un piano molto più vasto, che vede l’intera penisola (solo per rimanere all’interno dello spazio geografico nazionale), investita da un poderoso processo di militarizzazione.

Assistiamo da anni a un incremento di tutti gli insediamenti e servitù militari. L’elenco è lunghissimo e non necessario ai fini del presente appello rivolto a coloro i quali tutti i giorni si battono contro di essi, da Trieste a Sigonella, da Vicenza a Brindisi, da Cagliari a Novara, Quirra, Napoli, Milano, Aviano e in tante altre città e paesi interessati da progetti di sviluppo militare, basi, industrie militari, poligoni di tiro, centri di comando.

Le poderose lotte degli ultimi anni, contro le aggressioni militari verso l’Iraq, la ex-Jugoslavia, l’Afghanistan e la costruzione della base al Dal Molin di Vicenza, sono progressivamente rifluite per vari motivi, tra i quali annoveriamo il mancato coordinamento tra di esse che avrebbe permesso di dare al movimento contro la guerra una prospettiva ben più ampia delle singole battaglie.

La militarizzazione dei territori e della società, fin anche degli istituti preposti alla trasmissione del sapere, i costanti focolai di conflitto creati ad arte per rapinare territori e risorse, sono oramai una costante del funzionamento degli Stati e delle relazioni tra grandi poli economici internazionali.

La guerra è tornata a essere uno strumento centrale delle politiche “estere”, nel costante tentativo di risolvere le contraddizioni di un modello economico in preda ad una crisi senza precedenti attraverso l’aggressione e la rapina neo-colonialista, come emerge con chiarezza dalla guerra in atto contro la Libia.

Il progressivo spostamento a Sud delle basi militari USA /NATO, al quale abbiamo assistito in questi anni, aveva l’obiettivo, ora in piena fase di realizzazione, di facilitare le manovre militari funzionali a questi scopi.

Di fronte a questo scenario la lotta contro la guerra, le sue basi e i suoi strumenti di propaganda, non può essere esercizio episodico di singoli comitati i quali, meritoriamente, si battono contro specifici epifenomeni locali.

Il confronto e il coordinamento tra le nostre lotte è indispensabile. Per questo vi chiediamo di partecipare attivamente al Convegno di sabato 16 aprile 2011 a Pisa con vostri interventi, relazioni, proposte e quant’altro riterrete necessario ed utile al rilancio della lotta contro la militarizzazione dei nostri territori e la guerra.

PER LA RICOSTRUZIONE DI UN FRONTE UNITO DELLE LOTTE CONTRO LA GUERRA, LE BASI USA/NATO, LA MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI E DELLA CULTURA.

COORDINAMENTO NO HUB MILITARE

http://nohub.noblogs.org/

oer contatti: nohub2013@virgilio.it 3384014989 – 3498494727 3381337573

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