Una città di cui il Sindaco Renzi fa una gestione privatistica, utile
alla sua carriera politica, tra una comparsata sulle tv nazionali ed
un’intervista a qualche grande quotidiano, dove dispensa appoggi alla
Fiat di Marchionne e finte ipotesi di cambiamento. Ma non bastano gli
annunci sulle pedonalizzazioni e l’immagine di sindaco più amato dai
fiorentini a nascondere le reali condizioni di tutti coloro che abitano
la città e che subiscono le conseguenze di queste scelte.
Nuovi milioni di metri cubi di cemento approvati con il piano
strutturale e preda delle speculazioni edilizie, vendita dei servizi
pubblici locali sempre all’ordine del giorno, l’annuncio della creazione
di una holding comunale nonostante il senso inequivocabile dei risultati
del referendum, tariffe sempre più alte dei servizi e tagli al
personale, aumento degli sfratti ed assenza di una politica di edilizia
popolare. Tutto questo in un clima di violento e demagogico attacco a
tutti coloro che si oppongono alle politiche della giunta: come i
lavoratori ATAF in lotta contro la vendita dell’azienda e quelli del
Maggio musicale fiorentino trattati prima da disertori in Giappone e poi
derisi nella loro mobilitazione per il contratto; offese ed accuse ai
comitati cittadini; gestione dell’ordine pubblico di tipo repressivo e
militare, come dimostra l’osceno intervento delle squadrette di vigli
urbani nello sgombero dei richiedenti asilo somali alla Fortezza, la
distruzione delle loro tende e l’aggressione razzista ai dimostranti, o
l’utilizzo spropositato di 200 vigili per uno sfratto al Ponte di mezzo.
Diventa quindi, in questo contesto politico, quasi “normale” quanto
successo negli ultimi due mesi contro il movimento fiorentino:
35 misure cautelari, oltre 100 indagati tra studenti, lavoratori,
militanti dei centri sociali, in due diverse operazioni della digos
della questura di Firenze, in cui qualche denuncia per manifestazione
non autorizzata, ed episodi avvenuti nel corso di cortei, diventano
grandi piani organizzati che giustificano reati addirittura come
l’associazione a delinquere e misure cautelari prese nei confronti di
decine di compagni. Operazioni pesantissime e gestite mediaticamente con
il chiaro intento di portare nelle aule di tribunale le lotte ed isolare
e fermare i movimenti studenteschi e sociali e che sono passate con
l’acquiescenza o il silenzio di buona parte della città e dei mezzi di
informazione.
No, non è questa la Firenze che desideriamo.
Per questo venerdì 1 luglio saremo in piazza insieme a tanti, comitati
cittadini, centri sociali, movimenti per il diritto alla casa, immigrati
e sindacati di base, per rappresentare la parte migliore della città, la
Firenze che vogliamo realmente; dove i servizi pubblici siano veramente
beni comuni e non beni in vendita come l’ATAF o la Mukki; una città dove
l’accoglienza per gli immigrati non sia una parola vuota ma pratica
quotidiana; una città dove i rapporti sociali siano fondati sulla
solidarietà ed il rispetto e non sullo sfruttamento economico; una città
dove la speculazione non abbia più spazio, a misura di chi la vive e non
solo di qualche turista utile per essere spennato in centro; una città
dove non sia negata l’agibilità politica del conflitto a tutti coloro
che propongono soluzioni diverse e che non ne vogliono sapere di
accodarsi al vincente di turno.
VENERDI’ 1 LUGLIO Giornata di mobilitazione cittadina
ore 17.30 Piazza dei Ciompi — manifestazione verso Piazza della Signoria
Partecipiamo dietro lo striscione “FIRENZE CITTA’ DELLA REPRESSIONE”
dalle 19.30 Cena in piazza, banchini, informazione, interventi, musica e
performance
*Per Firenze Bene Comune*
*No alla vendita del patrimonio pubblico*
*Contro il clima repressivo in città*
*TUTTI LIBERI*
CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico
Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Fondo Comunista,
Collettivo di Lettere e Filosofia
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