Come Assemblea, da sempre impegnati nella lotta ai cambi di destinazione d’uso e alle speculazioni sui luoghi di cultura, in particolare nel I Municipio, vogliamo dare un giudizio dell’accaduto.
Innanzitutto ci chiediamo: dov’era questa gente?
Gli spazi di cultura a Roma sono sotto attacco da anni. Il fascista Castellino (dopo essere passato per Base Autonoma, Forza Nuova, Fiamma Tricolore e Casa Pound) ha sostenuto quantomeno per due anni la giunta Alemanno. Dov’era quando si voleva fare un casinò al posto di un cinema a San Lorenzo? Dov’era quando il Valle ha rischiato di passare a gestione privata? O ancora, andando più indietro negli anni, dov’era quando si è tentato di alzare di un piano il Cinema America di Trastevere per farne una palazzina di appartamenti da affittare? Dov’era quando il cinema Etoile è diventato un negozio di Louis Vuitton? Dov’era quando la giunta Alemanno ha sostenuto la costruzione di una pista di Formula 1 all’EUR o di una pista da sci artificiale ad Ostia?
La diciamo tutta: questa occupazione non ci piace. Non ci piace perché, dopo anni di menefreghismo e di sostegno alle politiche di Alemanno, Castellino si gioca la carta cultura, tentando di mettere le mani su un prezioso e grande stabile al centro di Roma.
Non ci piace perché il Popolo di Roma è una realtà che non è presente in questo quartiere: nonostante abbiano una sede proprio vicino al Cinema che hanno occupato oggi. Infatti non hanno mai stabilito un contatto con la cittadinanza, non hanno mai cercato di fare politica sul territorio: per le strade del centro la loro unica attività è stata ricoprire i muri di adesivi e manifesti.
Ma soprattutto non ci piace perché il Popolo di Roma è un’organizzazione neofascista, capeggiata da un individuo di cui sopra abbiamo riportato il curriculum. Hanno dichiarato che con quel cinema intendono “fare cultura”, ma ci chiediamo: che tipo di cultura? Una cultura razzista, xenofoba e omofoba? La cultura di chi nel 2005 partecipò alla fiaccolata in solidarietà dell’ufficiale delle SS Erich Priebke? No grazie.”
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