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La rielezione di Chavez determinante per il futuro di Nuestra America rebelde


In prossimità delle elezioni presidenziali del 7 Ottobre, in un Consiglio dei Ministri realizzato nel Palazzo di Miraflores, a Caracas, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Ugo Chavez Frias, ha letto un messaggio del Comandante della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro sul valore e il significato della Rivoluzione Bolivariana: “Poche volte, forse mai, si è potuta riflettere, tanto nitidamente, una lotta di idee tra il capitalismo ed il socialismo, come quella che si esprime in Venezuela.”

Questa è la posta in gioco, in un paese che in poco più di un decennio è riuscito, grazie alla guida instancabile del suo Presidente, a contrastare la povertà, la disuguaglianza e lo sfruttamento capitalista, realizzando successi straordinari sul terreno del lavoro e della produzione, come nel campo della salute, dell’alimentazione, dell’educazione e delle politiche abitative.

Tutto questo si è reso possibile perché a partire dalla fine degli anni ’90, le grandi mobilitazioni popolari contro le “riforme strutturali”, il saccheggio delle risorse naturali e le politiche neo-liberiste imposte dal FMI, dalla Banca Mondiale e dalle Corporazioni Multinazionali, hanno portato alla prima grande vittoria elettorale del Presidente Ugo Chavez.

Con la nuova Costituzione del 1999 e la nascita della Repubblica Bolivariana del Venezuela, inizia il processo rivoluzionario che con la nazionalizzazione delle risorse, delle imprese e delle terre, e attraverso l’intervento dello Stato basato sua una forte inclusione sociale e il modello di democrazia partecipativa, realizza nel pieno della crisi economica globale, una forte crescita economica e sociale.

Da allora, nonostante la destra oligarchica mantenga ancora nelle sue mani un forte potere economico e quasi il monopolio degli organi di informazione, e faccia continuamente ricorso agli strumenti della corruzione e alle provocazioni violente, fino ai tentativi di golpe, il popolo venezuelano ha appoggiato la rivoluzione bolivariana e ha sostenuto con forza il Presidente Ugo Chavez, in ben dodici consultazioni elettorali (inclusi i referendum) dal 1999 ad oggi.

La Rete dei Comunisti che dal primo momento si è schierata a fianco della rivoluzione bolivariana e del suo Presidente, ha svolto anche in questi ultimi mesi numerose iniziative per contrastare il terrorismo mass-mediatico degli organi di informazione al soldo del capitale internazionale contro il Venezuela, e per sostenere il Presidente Ugo Chavez in una nuova vittoria, che assume un enorme valore anche al di fuori dei confini del paese.

La sconfitta del candidato della destra Henrique Capriles Radonsky, significherà un altro colpo dato al FMI, alla Banca Mondiale e all’Organizzazione Mondiale del Commercio, cioè agli strumenti con i quali l’imperialismo, in primo luogo statunitense, controlla l’economia mondiale, e il rilancio delle politiche di indipendenza, autodeterminazione e integrazione regionale nel continente latino-americano.

La vittoria nelle elezioni del 7 ottobre, sarà determinante per rafforzare e rilanciare un percorso democratico, partecipativo e solidale in tutta l’area latino-americana e caraibica attraverso gli strumenti per le politiche comuni come UNASUR, MERCOSUR e CELAC e soprattutto con l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nuestra America (ALBA) che costituisce l’espressione più avanzata nella costruzione di una alternativa al capitalismo e che è nata proprio con l’impulso iniziale di Venezuela e Cuba.

La controtendenza in termini di sviluppo e crescita dei paesi dell’ALBA, dopo il collasso economico, politico, sociale e umano, determinato dalle politiche neo-liberiste, è avvenuta in buona parte per la forza solidale espressa dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela, che insieme a Cuba, Bolivia, Ecuador, e altri paesi latino-americani e caraibici, ha saputo andare oltre la necessaria resistenza di classe contro il capitalismo, indicando e perseguendo il cammino per la costruzione del socialismo nel XXI secolo.

Per questo la Rete dei Comunisti, in un contesto segnato della crisi sistemica del capitalismo, nel pieno di una durissima lotta di classe condotta dalla borghesia imperialista europea e dai potentati economico-finanziari contro i lavoratori e le classi subalterne anche dei paesi occidentali, guarda con attenzione, fiducia e speranza al processo rivoluzionario bolivariano in Venezuela e nel continente “rebelde”.

Le politiche liberiste imposte dal FMI negli anni ’80 e ‘90 in tutta l’area latino-americana, prescrivevano a tutti i paesi la medesima ricetta: aggiustamenti strutturali, privatizzazione integrale del patrimonio pubblico, azzeramento totale del welfare state, drastico abbattimento della spesa sociale e le stesse ricette sono applicate dal FMI, dalla BCE e dall’Unione Europea ai paesi dell’Europa mediterranea, costringendo i lavoratori a condizioni di vita sempre più dure.

Mentre il Venezuela e i paesi dell’ALBA, hanno saputo costruire con il conflitto sociale e di classe una alternativa reale allo sfruttamento e alle disuguaglianze imposte dalla attuale fase della mondializzazione capitalista, la sinistra europea si dibatte ancora nella spirale austerità-sviluppo nella speranza che si possa uscire dalla crisi riformando il sistema e rendendolo più equo.

La Rete dei Comunisti, si schiera a fianco del Presidente Chavez, nella convinzione che una nuova grande vittoria nelle elezioni di Ottobre, porterà nuovo slancio al processo rivoluzionario per la costruzione del socialismo in Venezuela e nella Nuestra America, e perché l’esempio venga raccolto anche in Europa dalle forze di classe, anticapitaliste e antimperialiste per intraprendere un cammino concreto per il superamento del capitalismo e la costruzione del socialismo nel XXI secolo.

La Rete dei Comunisti

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