Dopo l’annuncio della ricandidatura di fatto di Mario Monti il palazzo della politica ha accusato il colpo. In fondo molti nel centro destra e nel centro sinistra speravano di passare le elezioni facendo finta di niente, presentando il governo dei tecnici come una breve parentesi all’interno delle solite alternanze della seconda repubblica.
Ma la realtà è come sempre più forte. Le controriforme sociali sono tutte passate con voto bipartizan e in più lo stesso schieramento ha già impegnato le prossime legislatura per almeno vent’anni. Il pareggio di bilancio vincolato come norma costituzionale, il Fiscal Compact, cioè l’impegno in Europa a continuare per decenni le politiche di austerità e tagli per dimezzare il debito, sono i punti qualificanti della cosiddetta agenda Monti.
I principali partiti questa agenda e questi impegni li hanno già votati e non è minimamente credibile che li rimettano in discussione, anche se Bersani e Berlusconi fanno confuse promesse su pensioni e Imu che sanno già di non poter mantenere.
Che poi Monti, Merkel, Wall Street non si fidino di un classe politica completamente screditata è ovvio. Il governo tecnico ha realizzato le misure più aspre del programma di Berlusconi, quelle che il padrone di Mediaset non sarebbe mai riuscito a far passare.
Se il partito di Fiorito avesse imposto agli operai dell’Ilva di andare in pensione a 68 anni, ci sarebbe stata una rivolta travolgente. Monti invece c’è riuscito prendendosi solo tre ore di sciopero da cgil cisl uil. Non a caso all’estero il presidente del consiglio vanta sempre la disponibilità ai sacrifici degli italiani, contrapposta alla mobilitazione permanente della Grecia e della Spagna.
La verità è che elezioni oneste sarebbero quelle ove i partiti che oggi sostengono Monti ai presentassero assieme, guidati o benedetti dal loro attuale capo di governo. Allora le elezioni sarebbero un scelta vera,si creerebbe uno schieramento alternativo alla continiuazione delle politiche di austerità e i cittadini potrebbero provare a decidere.
Così sono nei fatti andate le ultime elezioni in Grecia. Ma da noi questo è fantapolitica.Si fanno primarie e schieramenti di centro sinistra contro il finto ritorno in campo di Berlusconi, per fingere di litigare, prendere i voti e poi tornare a governare secondo quell’agenda già scritta e votata.
Il quotidiano La Repubblica giustamente sottolinea che in Italia ci sono tante lotte, ma non una opposizione di massa unificata contro il governo, come invece avviene in Europa negli altri paesi massacrati.
Questo è il vero problema e per cominciare ad affrontarlo il 27 ottobre a Roma ci sarà la prima manifestazione esplilicitamente rivolta contro il governo, il NO Monti Day. Per rivendicare una vera alternativa al montismo e per stare con gli europei che lottano, lasciando al suo destino lo stanco e impresentabile teatrino della politica italiana.
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Maurizio Giudice
Niente messaggi ambigui e facilmente manipolabili dalle classi politiche: diciamo “No al capitalismo”, non è la persona il problema (mai come in questo momento!). Se resta questo lo slogan sto a casa, se venissi dovrei dare fuoco a “Il Capitale”.