Lander Fernandez Arrinda è un cittadino europeo ed attivista dei movimenti politici baschi, detenuto dal 13 giugno 2012 presso il proprio domicilio a Roma perché oggetto di indagine da parte dell’Audiencia Nacional di Madrid.
Lander Fernandez è stato arrestato dalla polizia italiana in esecuzione di un mandato di arresto emanato dalle autorità spagnole. Fernandez è indagato dalla procura spagnola per un’ipotesi di reato commesso a Bilbao nel febbraio 2002. Si tratterebbe dell’incendio di un autobus vuoto e in sosta. L’azione non avrebbe prodotto “alcun tipo di rischio per la vita o l’integrità fisica di nessuna persona” proprio come riporta il verbale della Polizia autonoma basca. Tale presunto danneggiamento viene qualificato dal giudice spagnolo come atto terroristico.
Lander Fernandez è quindi sottoposto dalla metà del giugno 2012 alle misure cautelari degli arresti domiciliari per un presunto reato commesso oltre dieci anni fa.
Ci sono diversi motivi per seguire con scrupolosa attenzione il procedimento sulla richiesta di estradizione di Lander Fernandez:
1.Il fatto addebitato al Fernandez risale al febbraio 2002 e sarebbe quindi prescritto secondo l’ordinamento giuridico italiano. In base alla normativa internazionale, la prescrizione rappresenta una causa ostativa all’estradizione; Fernandez pertanto non può essere consegnato alle autorità spagnole. Tale ostacolo all’estradizione decadrebbe unicamente qualora venisse riconosciuta una aggravante “terroristica” al presunto reato compiuto da Fernandez. Tale ipotesi, tuttavia, non potrebbe trovare alcuna giustificazione. Come già detto, infatti, dal verbale della polizia autonoma basca si rivela che l’azione di cui è imputato Fernandez non avrebbe compromesso l’incolumità di nessuno e, inoltre, non è stata rivendicata da gruppo terroristico alcuno.
2.Il procedimento a carico di Lander Fernandez trae origine da una dichiarazione estorta sotto tortura al suo coimputato Aingeru Cardano. Tale testimonianza, che colloca il Fernandez sul luogo del reato, avviene durante il cosiddetto periodo di “incomunicacion”. Questo regime, previsto dalla legislazione spagnola e applicato dall’Audiencia Nacional, consente all’autorità giudiziaria di trattenere l’arrestato fino a una durata di 5 giorni (estendibili fino a 13), senza che egli possa nominare un avvocato, accedere a un medico di fiducia o informare la famiglia del luogo in cui si trova. Misure di questo tipo ostacolano le indagini riguardanti i numerosi episodi di tortura denunciati dai cittadini sottoposti a tale regime, come dimostrano le denunce delle diverse organizzazioni internazionali – Nazione Unite, Amnesty International e Human Rights Watch tra le altre – che hanno infatti più volte richiamato lo Stato spagnolo a sospendere tale pratica e a rispettare i diritti umani. Lo stesso caso di tortura nei confronti di Aingeru Cardano è stato oggetto di attenzione da parte delle Nazioni Unite ed è stato raccolto e documentato dal relatore speciale dell’ONU Theo Van Boven nell’informativa del 30 marzo 2005 alla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite (E/CN.4/2005/62/Add.1). Il fatto che l’accusa nei confronti di Fernandez prenda le mosse a partire da una caso di tortura internazionalmente riconosciuto costituisce quindi una ulteriore ragione per opporsi alla richiesta di estradizione del Fernandez.
3.In caso di estradizione il Fernandez verrebbe processato dall’Audiencia Nacional, un’istituzione che rappresenta un’eccezione nel panorama giuridico comunitario. Si tratta di un tribunale non ordinario dotato di una competenza indefinita, la quale si estende a gravi reati (come terrorismo, narcotraffico, commercio di armi e altri) che possono essere individuati di volta in volta dallo stesso giudice. L’attribuzione all’Audiencia Nacional del procedimento nei confronti di Fernandez dimostra il tentativo di qualificare il danneggiamento di un autobus come un atto terroristico. Nessun elemento prodotto dalle autorità giudiziarie spagnole dimostra, però, l’appartenenza di Lander Fernandez ad alcun gruppo terroristico. Sussiste quindi il timore di una evidente forzatura nella qualificazione del reato addebitato al Fernandez come terrorismo.
Questi dati ci allertano a osservare con attenzione le decisioni che verranno prese in merito alla richiesta di estradizione avanzata dalle autorità giudiziarie spagnole.
Facciamo appello al Ministro di Giustizia affinché vengano rispettate le procedure di garanzia previste nei trattati internazionali sull’estradizione e affinché le ragioni di Stato non prevalgano su quelle del diritto.
Firmatari: Cons. Andrea Alzetta (Roma Capitale), Stefano Anastasia (ass. Antigone), Avv. Cesare Antetomaso (Giuristi democratici), Avv. Leonardo Arnau (Giuristi democratici), Matteo Bartocci (il manifesto), On. Rita Bernardini, Pres. Andrea Catarci (Municipio Roma XI), Roberto Della Seta, Erri De Luca, Prof. Luigi Ferrajoli, Sen. Francesco Ferrante, Prof. Luciano Gallino, Pres. Patrizio Gonnella (Antigone), Pres. Luigi Manconi (ass. A buon diritto), Fabio Marcelli (Isgi CNR), Sen. Pietro Marcenaro, Cons. Fabio Nobile (Regione Lazio), On. Pancho Pardi, Cons. Gianluca Peciola (Provincia di Roma), Marco Perduca, Sen. Donatella Poretti, Rossana Rossanda, Prof. Claudio Tognonato, Sen. Vincenzo Vita.
Per aderire: noestradizione.fernandez@gmail.com
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