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Prodi? No grazie!


Romano Prodi è tra i responsabili della particolare gravità della crisi economica e sociale italiana per aver contribuito a tre sue cause strutturali.

La prima è lo smantellamento del sistema delle grandi imprese , a partire da quelle a partecipazione statale. Non voglio fare i soliti grandi nomi ma citare un solo caso meno conosciuto.

A Torino c’era la DEA, azienda all’avanguardia nel mondo nella produzione di grandi robot di misura. L’Iri l’ha svenduta alla principale concorrente, una multinazionale americana, che l’ha smantellata.

La seconda causa sta nelle leggi che hanno aperto la diga alla devastante precarizzazione del lavoro che oggi subiamo, la prima delle quali è il cosiddetto pacchetto Treu, approvato durante il primo governo Prodi.

La terza è l’adesione all’euro e ai terribili conseguenti vincoli di trattati ad esso collegati, che oggi rendono ancora più grave la crisi.

Romano Prodi ha combattuto Berlusconi e lo ha sconfitto alle elezioni, ma ha poi proposto e realizzato una politica economica di stampo liberista dalla quale Berlusconi e il berlusconismo hanno tratto alimento per il proprio populismo di destra. Prodi ha sconfitto Berlusconi e poi poi ne ha alimentato il consenso.

No non è una rottura e nemmeno un cambiamento con il passato e soprattutto non rappresenta in alcun modo il segnale che si cercano strade nuove e più giuste per uscire dalla crisi.

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