Apprendiamo che attraverso dichiarazioni comparse in rete e con un comunicato stampa, l’Associazione Italia-Cuba ed ASICuba Umbria “si dissociano dalla gazzarra iniziale inscenata al Festival” e che pensano “che la Sanchez si combatta con la forza delle idee”.
Quella che viene definita “gazzarra iniziale” è stata un’azione di antimperialismo militante espressa in forma di contestazione pacifica e che scaturisce dalla convinzione dell’importanza della democrazia dal basso e partecipativa, assolutamente interna alle pratiche storiche del movimento operaio e di classe. Pensiamo infatti che la forza delle idee si debba sempre accompagnare alla pratica concreta della lotta di classe.
Noi, invece, ancora una volta rivendichiamo la piena paternità politica della nostra iniziativa, in quanto tale contestazione è stata organizzata e attuata da noi, dandone ampia informazione attraverso centinaia di e-mail inviate a livello nazionale e internazionale, post sui nostri profili facebook, articoli, comunicati e video su Contropiano on-line, il sito della Rete dei Comunisti, quello di Nuestra America, il blog di Militant.
Non è mai stato nostro metodo politico, e mai lo sarà, quello di dissociarsi da percorsi di lotta di altri militanti comunisti e compagni, che pur se con forme diverse e scelte in piena autonomia, fanno dell’antimperialismo, dell’antifascismo e dell’anticapitalismo la loro pratica politica.
Pensiamo invece che le pratiche di gran parte delle associazioni e dei partiti della sinistra eurocentrica convivano ormai con le compatibilità democratiche borghesi in una sorta di consapevole e voluta subalternità alle regole politiche, sociali e dell’informazione del capitalismo, rinunciando scientemente all’idea e alla pratica rivoluzionaria per la costruzione del socialismo.
Anche nella sala del dibattito a Perugia dove si confrontavano la bloggera fascista e la stampa borghese, abbiamo assistito a quella che davvero è stata una dissociazione dalla lotta antimperialista. Infatti durante la nostra azione militante, proprio i signori presenti della associazioni che si ora dissociano, e che continuano la pratica atavica e sporca di certa sinistra della divisione “tra buoni e cattivi”, hanno pensato bene di rimanere ai loro posti senza neanche esprimere una piccola forma di solidale partecipazione.
Non ne facciamo quindi motivo di scontro diretto verso le due associazioni firmatarie della dissociazione, ma verso chi sta portando queste ed altre associazioni verso una deriva completamente fuori dalla dialettica della sinistra di classe.
Ringraziamo invece i tanti compagni dei movimenti politici e sociali umbri presenti nella sala che hanno partecipato attivamente a questa coinvolgente ed efficace contestazione collettiva, che ha ricevuto tanti consensi da partiti, movimenti, associazioni e sindacati di classe a livello internazionale e nazionale, compresi molti compagni aderenti alle stessa Associazione Italia-Cuba e che in rete si dissociano da chi si dissocia.
Leggiamo inoltre in un articolo di Gennaro Carotenuto apparso sul suo sito, una serie di autoreferenzalità in un protagonismo giornalistico tipico della sinistra salottiera benpensante. Ma questo non ci interessa, ognuno risponde alla propria coscienza giornalistica e politica.
Riteniamo invece veramente vergognoso trasfigurare strumentalmente la realtà sui processi rivoluzionari in corso a Cuba e in America Latina e sulle linee di attualizzazione di tali percorsi; e riferendosi strumentalmente a questi Carotenuto accusa noi, e quindi tutte le migliaia di compagni che nel mondo hanno contestato, e contesteranno, i comizi della prezzolata blogghera, con dichiarazioni false, sleali e davvero ignobili, quando ad esempio afferma: “come non è contenibile in slogan lo iato tra la storia della Cuba di oggi, pienamente parte del processo integrazionista latinoamericano e quella dei vetero-procubani a prescindere che pretenderebbero che Cuba non cambiasse mai in un revanscismo uguale e contrario a quello dei banditi amici di Yoani che stanno a Miami”.
Per favore Carotenuto, non vogliamo usare il tuo stesso metodo, ma ci domandiamo se davvero non senti vergogna di quello che affermi. Questo è il giornalismo che ami e che serve alla rivoluzione socialista cubana? Ci verrebbe, anche in questo caso, da chiederci “chi provoca chi?!”.
Contro ogni forma di subalternità politica e ideologica ai governi della borghesia, riaffermiamo decisamente che siamo pronti a ripetere azioni di antifascismo e antimperialismo militante, in difesa di Cuba socialista e dei processi rivoluzionari anticapitalisti, in piena autonomia e nei modi e nelle forme che riterremo opportuni.
Rete dei Comunisti, Collettivo Militant, Capitolo Italiano della Rete in Difesa dell’Umanità, Nuestra America
30 aprile 2013
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