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Laggente

Laggente è come quella canzone dei Sex Pistols: non sa cosa vuole, ma sa come averlo. Laggente vuole qualcuno che le dia ragione. Come la Thatcher che «siamo qui per combattere insieme», quindi io vi distruggo e voi mi ringraziate. Come Reagan che «distruggeremo l’Unione Sovietica» e fa niente che, a distanza di un paio di decenni, gli storici siano ormai concordi nel definire la fine del blocco socialista come «la più grande catastrofe geopolitica del ‘900». Laggente chiede, qualcuno esaudisce. Laggente non ha letto i vecchi Urania, e non sa che bisogna stare attenti a ciò che si desidera, perché si rischia di essere accontentati.

Laggente crede che i negri gli scopino la donna e gli portino via il lavoro. Laggente fa finta di non ricordare che, la notte, prende a calci la fidanzata, e poi nega fortemente. Anche a se stessa, soprattutto a se stessa. Laggente non vuole saperne, di andare a raccogliere i pomodori sotto al sole, per pochi spiccioli. Laggente vorrebbe affondare i gommoni al largo di Lampedusa. Laggente quando va all’estero si lamenta perché «all’aeroporto di Londra sono stati così stronzi».

Laggente non paga le tasse ma si lamenta perché le tasse sono troppo alte. Laggente, a dirla un po’ vetero, odia l’avanguardia, preferisce la ninnananna di chi giura che distruggerà il mondo, piuttosto che toccare certi privilegi acquisiti. Laggente vuole la rivoluzione, ma si accontenta del nuovo, che domani sarà già vecchio.

Laggente vota o non vota, ma ci rimane sempre di stucco, quando scopre che il potere, in realtà, è solo una versione amplificata del loro più cinico disinteresse. Laggente non vuole che Grillo si allei con il Pd, ma poi non si accorge delle circostanze oggettive, tipo che Berlusconi è tornato al governo, l’ha messo incinta delle larghe intese e poi se n’è andato.

Laggente odia i politici, ma poi si toglie il cappello quando incontra l’onorevole in piazza. Laggente odia le banche, ma poi fa un conto in banca al figlio quando va in prima elementare. Laggente odia l’Europa, ma poi incassa volentieri i soldi di tutti i contributi. Anzi, si incazza se sono pochi, i soldi per il loro corso di cucina ospitato dai locali della Provincia.

Laggente si intende di medicina perché ha visto il Dottor House. Laggente è un grande investigatore perché non si perde una puntata di Squadra Antimafia. Laggente adesso si intende anche di narcotraffico, perché Breaking Bad è una figata. Laggente manco lo voleva, il digitale terrestre.

Laggente vuole che i due marò tornino dall’India, dove sono detenuti in una depandance dell’ambasciata italiana, ma se ne frega del fatto che le carceri italiane siano ormai divenute dei lager, «disumani e degradanti». Laggente vuole che la polizia picchi forte i manifestanti, ma poi la domenica va allo stadio e fa i cori che «la disoccupazione ti ha dato un bel mestiere, mestiere di merda ca-ra-bi-niere!». Laggente applaude la celere in piazza, e la celere si toglie il casco, perché se qualcuno si fosse preoccupato veramente, la celere avrebbe tirato fuori il manganello e avrebbe lasciato il casco in testa. Laggente «è né di destra né di sinistra», quindi tendenzialmente reazionaria. Laggente prende la discussione al bar prima dell’aperitivo e la considera «il polso del Paese». Laggente ama il populismo, ma poi ti accusa di populismo quando glielo rigiri contro.

La colpa è della scuola. Degli insegnanti di lettere che da troppo tempo spacciano gli eroi di una generazione per poeti. Degli insegnanti di storia che «bisogna studiare quello che è successo dopo la seconda guerra mondiale», quindi fare del gossip giudiziario sugli anni ’70, e dimenticare quello che è successo nei secoli precedenti. Degli insegnanti di filosofia che «di Hegel tanto non ci ha capito mai un cazzo nessuno» e comunque non serve più nemmeno per provarci con le tipe. Degli insegnanti di scienze, che «democraticamente» illustrano il metodo Stamina come una possibilità e non come una mostruosa truffa. Degli insegnanti di latino e matematica, che dovrebbero far capire come analizzare e dare una logica ai discorsi, ma che si perdono in formulette e declinazioni.

La colpa è dei giornali, che hanno passato gli ultimi decenni a dar notizia di ogni sbadiglio di ogni potente di turno e adesso non vendono più niente. Adesso laggente si informa su siti che si chiamano sapevatelo.it o su pagine tipo «Quello che i potenti non vi farebbero mai leggere» ospitate su un social network che, ormai, ha più potere del parlamento europeo (ma non ci vuole poi molto…).

La colpa è di una classe politica che ha lasciato fare, troppo impegnata a portare via tutto quello che si poteva portare via. Per poi scoprire un giorno che laggente si è rotta le palle.

La colpa è anche mia, che ho ventiquattro anni e credo che già non ci sia più nulla da fare.

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